Inu X Boku Secret Service vol.1, la recensione dello shonen soprannaturale di Cocoa Fujiwara

Edito da Star Comics uno shonen romantico-soprannaturale con due intriganti protagonisti.

“Io ho un brutto vizio, ce l’ho fin da bambina e non riesco a controllarlo: faccio inutilmente l’arrogante e rispondo sempre in maniera acida.”

Ririchiyo è l’erede dell’importante casato dei Shirakiin e ha un carattere molto particolare: odia sentirsi soffocata dai doveri e dagli obblighi derivanti dal suo titolo, motivo per cui schiva il contatto con la gente e decide di trovare un po’ di pace trasferendosi nella residenza Ayakashi, un palazzo strettamente sorvegliato da guardie del corpo validissime. Ririchiyo appena arrivata scopre con sconcerto di essere stata affidata alle cure di un agente che le si prostra praticamente ai piedi: è un bellissimo ragazzo e si chiama Soshi Miketsukami. Con il suo fare da timidone e grazie anche alle sue buone maniere riesce a imporsi sulla giovane pur suo malgrado e piano piano riesce a penetrare quella barriera di diffidenza che Ririchiyo ha eretto a sua protezione. La ragazzina infatti a causa di episodi di bullismo di cui è stata vittima da bambina, per colpa del suo ingombrante status, ha imparato a mostrarsi scostante nei confronti di chiunque. Il servilismo estremo di Soshi se sulle prime la disorienta, a lungo riesce a infonderle quel certo calore che le è sempre mancato, facendola aprire al mondo dei sentimenti.

Palazzo Ayakashi è abitato dalla crème de la crème del Paese, studenti affiancati da un agente del Secret service: oltre a Soshi nel primo volume vengono infatti introdotti l’eccentrica con tendenze lesbo Yukinokoji Nobara, lo smidollato Renshou Sorinozuka e la tenerissima Karuta Roromiya. Ma la Maison De Ayakashi non è rinomata solo perché abitata da celebrità, ma anche perché al suo interno ci vive gente stramba e secondo alcuni è anche infestato dai fantasmi. In realtà gli agenti del Secret Service sono degli esseri umani i cui antenati si sono mescolati con degli Yokai (creature sovrannaturali della mitologia giapponese) e colpiti da atavismo sono minacciati dagli Yokai di sangue puro. Durante un tentativo di aggressione a Ririchiyo tutti i protagonisti svelano la loro natura di semi yokai, e anche la protagonista stessa non è colei che sembra.

Il manga di Cocoa Fujimara, che ha ispirato anche una bella versione animata di 12 episodi andata in onda nel 2012, è molto moderno e coinvolgente. I due protagonisti e tutti i personaggi che ruotano attorno a loro sono ben caratterizzati e ognuno ha delle peculiarità che li rende a loro modo intriganti. Ririchiyo è ben rappresentata nella sua doppia natura di tsundere: acida fuori e tenera dentro e Soshi, il cane, da cui deriva il titolo – inu in giapponese significa cane –  è davvero tale, con un tipo di fedeltà dimostrata tipica dell’animale domestico per eccellenza. La prorompente Yukinokoji condisce di pepe le vicende, a volte molto sentimentali ed introspettive, altre impregnate di mistero e sovrannaturale. L’equilibrio tra reale e spirituale è ben reso: le avventure vissute dai personaggi pescano nella quotidianità e quelle sovrannaturali sono ammantate di un delicato mistero che si cela nel passato che lega Soshi e Ririchiyo. Il giovane agente infatti più di una volta le dice che la servirà a costo della vita stessa essendo la ragazza la sua stimabile benefattrice.

I disegni sono essenzialmente mirati a dipingere i personaggi: fondali e arredamenti ridotti al minimo indispensabile. Gli abiti di Ririchiyo sono molto alla moda e sensuali, mentre gli agenti – uomini e donne – indossano il classico vestito in giacca e cravatta, arricchito dal dettaglio accattivante di un paio di guantini scuri che coprono le mani fino al palmo.

In conclusione InuxBoku è un manga molto piacevole, una lettura che terrà col fiato sospeso e il cuore in gola quanti sperano di vedere nascere l’amore tra la bella Ririchiyo e il triste Soshi.