Maria the Virgin Witch vol.1, la recensione del seinen di Masayuki Ishikawa

Pubblicato il 16 Febbraio 2015 alle 10:15

Star Comics propone l’intenso e originale seinen dell’autore di Moyashimon

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La Chiesa celeste osserva ciò che avviene sulla terra senza intervenire. È questo che mantiene l’ordine naturale del mondo. Le preghiere degli esseri umani non sono incarichi né ordini.

Maria the Virgin Witch è ambientato durante la guerra dei Cent’anni che vide contrapposte Inghilterra e la Francia (1337-1457). La storia prende il via dopo la morte sul rogo di Giovanna d’Arco nel 1431. Maria, la protagonista è una bellissima ragazza in possesso di arti magiche che vive in una casa immersa nella foresta di un piccolo villaggio francese. Maria disprezza la guerra con tutta se stessa e  usando i suoi poteri cerca di mantenere la pace bloccando i vari eserciti che si spingono a lottare nelle vicinanze del luogo in cui vive. È molto amata dagli abitanti del villaggio anche grazie ai miracolosi farmaci che prepara, ma essendo una strega è considerata automaticamente come una fonte di “male” da parte delle autorità religiose,  la maggior parte delle quali è corrotta e vede nella guerra un modo per aumentare il potere e di conseguenza in Maria un ostacolo per ottenere i propri scopi.

Maria vive insieme con un gufo bianco, che ha animato e trasformato in una succube di nome Artemis che di notte viene inviata a prostituirsi con soldati e generali per istupidirli e impedire che combattano. Quando Artemis si rende conto che la sodomia è una pratica ormai comune costringe Maria a trasformare un altro gufo in un incubo di nome Priapo. Ma c’è un problema: Maria è vergine e a parte qualche lettura erotica, l’Enigma di Efeso su tutte, non ha la minima idea di come sia fatta l’anatomia maschile. Priapo finisce così per essere un eunuco e anziché lavorare come seduttore finisce addetto alla cucina.  Il cuore di Maria comincia a battere per un giovane messaggero di nome Joseph dopo che questi le bacia la mano. Un giorno, le forze britanniche raggiungono il villaggio e danno fuoco ad alcuni edifici. Maria decide ancora una volta di intervenire ma questa volta viene fermata dall’Arcangelo Michele in persona perché le azioni della strega contrastano con l’ordine naturale del Creato. L’Arcangelo non riesce a portare con sé Maria, che viene difesa a spada tratta da Joseph, ma lascia sulla terra un suo emissario, Ezechiele, che dovrà controllare l’operato della strega ed evitare che usi troppo i suoi poteri. Infine le infligge un castigo divino:  il giorno in cui perderà la sua verginità cesserà di essere una strega.

Irriverente, a tratti blasfemo, spiritoso e anarchico, Maria the Virgin Witch – Sorciére de gré, pucelle de force, seconda opera importante di Masayuki Ishikawa dopo Moyashimon, è un manga sorprendente che spiazza il lettore per il modo schietto con cui affronta tematiche scottanti come la Guerra dei Cento Anni e la lotta alle eresie, e argomenti pruriginosi come la corruzione all’interno del clero, la sodomia e la prostituzione. Un’opera a tinte forti che punta il dito contro i mali eterni della Chiesa cattolica, l’ignoranza del popolo  e la necessità della guerra per rimpinguare i forzieri del Regno, senza trascurare una sorta di J’accuse contro il libero arbitrio, concetto teologico dietro cui la Chiesa si nasconde spesso e volentieri per giustificare il silenzio divino. Maria è un personaggio fantastico: una strega più pura di quanto possa esserlo un angelo. Combatte per la pace, non conosce padroni e la sua verginità è l’emblema della sua personalità forte e incorruttibile. Pur se tentata dalle lusinghe del sesso, Maria sacrifica anche suoi bisogni primari facendo pendere l’ago della bilancia a favore degli interessi dell’umanità.

Ishikawa non usa filtri per raccontare un’epoca storica, oscura e complessa, come quella della Guerra dei Cento Anni, avvalendosi di personaggi forti, ingombranti e a volte spiacevoli,  disegnati con un tratto molto maschile, ma efficace; personaggi boccacceschi che si inquadrano perfettamente nel periodo che vivono e rappresentano. Un titolo destinato a un pubblico adulto in grado di cogliere lo scomodo messaggio dell’autore e ponderarlo secondo la propria coscienza razionale e sensibilità religiosa. Da precisare che pur esponendo tutte le pecche della Chiesa Cattolica, dei suoi rappresentanti e dogmi, l’opera non è intesa a negare l’esistenza del Dio cristiano. Emblematica a questo proposito la scelta dei nomi dei due protagonisti: Maria e Giuseppe. I genitori di Cristo vestono stavolta i panni succinti di una strega pura di corpo e spirito, e quelli del mite Joseph mosso da un amore sincero che trascende la sensualità.

Un manga da raccomandare a chi è alla ricerca di una lettura dissacrante e introspettiva.

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