Sandman Overture n. 2, recensione RW Lion
Pubblicato il 12 Febbraio 2015 alle 15:50
Arriva il secondo sorprendente capitolo di Sandman Overture, l’eccezionale lavoro del maestro Neil Gaiman! Cosa sta succedendo al Signore dei Sogni Morfeo? Scopritelo in questo nuovo albo illustrato dal sommo J.H. Williams III!
Il fatto che Neil Gaiman abbia deciso di realizzare una miniserie del Signore dei Sogni Morfeo a venticinque anni di distanza dalla chiusura di Sandman, serial Vertigo passato alla storia del fumetto americano e mondiale, è stato salutato giustamente come un vero e proprio evento. Sin dall’albo iniziale si intuiva che la story-line ideata dallo sceneggiatore britannico sarebbe stata complessa, articolata, valorizzata da testi intensi, poetici e introspettivi di altissimo livello. E se la prima uscita l’ho trovata entusiasmante, per ciò che concerne la seconda non posso non usare la definizione esaltante. Abbiamo infatti a che fare con un esito artistico di qualità stellare.
La storia ideata da Neil si colloca in un contesto precedente l’inizio del mensile Sandman, in un periodo in cui Morfeo non era prigioniero della setta di occultisti introdotti nel primo, storico numero della serie. Ma adesso l’autore si diverte a stravolgere le aspettative, situando parte della trama nel presente. Come sanno i fan, oggi al posto di Morfeo c’è una sua versione giovanile, più gentile e meno altezzosa. L’attuale Signore dei Sogni comprende che qualcosa di strano rischia di danneggiare non solo il regno del sogno ma l’intera esistenza. Ciò si collega alla morte, avvenuta nel numero scorso, di un’altra incarnazione di Dream. Cercando di orientarsi, quindi, entra in contatto con una celebre creazione di Gaiman e cioè Hettie La Matta, l’anziana pluricentenaria apparsa in varie storie del passato e nella prima miniserie dell’amatissima Death.
Il classico Morfeo è naturalmente presente e Gaiman racconta un suo pazzesco incontro, sempre nel passato, con centinaia di sue versioni. In parole povere, Dream si confronta con i molteplici aspetti della sua umbratile personalità, dialogando con loro e di fatto dialogando con se stesso. Gaiman dunque svolge, con il pretesto di una saga fantasy, un’acuta analisi psicologica del personaggio, con una profondità e un lirismo che hanno dello sbalorditivo. Tra visioni, esseri dall’aspetto fiabesco, passaggi dimensionali, echi e rimandi a tante memorabili story-line (in particolare a Doll’s House), Gaiman ci dona un gioiello, introducendo un nuovo personaggio destinato ad unirsi al variegato pantheon di Sandman e cioè Gloria, rappresentante del cosiddetto Primo Circolo, un gruppo di potenze che sorveglia il creato. E non manca il mistero, simboleggiato da un’enigmatica figura femminile che giocherà un ruolo importante nei prossimi albi.
Ma Sandman Overture non è solo un capolavoro narrativo. E’ pure un capolavoro grafico grazie a J.H. Williams III. Chi ha già avuto modo di scoprirlo su Batwoman ne conosce il talento ma bisogna ammettere che in questa serie il livello già elevato della sua arte raggiunge vertici di notevole impatto visivo. E’ quasi riduttivo parlare di semplici disegni poiché si concede meravigliosi esperimenti pittorici. Ogni pagina è un trip dalla composizione delle tavole altamente personale. Spesso il lay-out forma simboli e immagini che hanno relazioni con il testo e ci troviamo di fronte a composizioni surrealiste degne della fantasia visionaria di Salvador Dalì. I colori di Dave Stewart, a volte cupi, a volte caldi e vivaci, rendono ancora più sublimi le matite e i pennelli di Williams e il risultato complessivo è da capogiro. Nell’albo c’è poi un apparato redazionale con interviste a Stewart, parti di sceneggiatura di Gaiman e varie cover, alcune dipinte dal maestro Dave McKean. Insomma, Sandman Overture è un must.