La tomba degli Imperi – La recensione

Pubblicato il 12 Febbraio 2015 alle 10:15

La tomba degli imperi, edito da SaldaPress, è un fumetto che parte da un’idea ambiziosa, mischiare il racconto di guerra contemporanea con il genere zombie, uno dei filoni che ultimamente ha più successo, tanto da aver spinto la stessa SaldaPress a creare una collana apposita per il genere.

La tomba degli imperi - cover

Una base americana in Afghanistan, la nazione “Tomba degli Imperi” in questione appunto, è impegnata nelle azioni di una guerra locale che sembra poco sensata e quasi irrisolvibile: il nemico  infatti si confonde con la popolazione civile, costringendo i marines a guardarsi continuamente intorno, a non fidarsi di nessuno, e a dover prendere scelte difficili.
Già di per se, questo argomento sarebbe sufficiente per scrivere una storia interessante: ed in effetti la prima parte del volume è interessante, colpisce anche duro in certe scene ed in certe situazioni.
Inoltre si percepisce un grande lavoro di ricerca dell’autore Mark Sable, che deve essersi informato nei dettagli per ricostruire una situazione ed un ambiente di cui si sente parlare spesso, ma di cui effettivamente si sa poco.

Un po come in American Sniper, in questi giorni nelle sale, il punto cruciale di questa guerra sembra essere il rapporto con la popolazione, che sicuramente non vede positivamente le truppe americane: cercare di convincere qualcuno a tradire i talebani diventa più importante che uccidere un nemico in una sparatoria.
Ma anche tra i soldati stessi lo stress e la paura comincia a produrre delle fratture interne, il che è naturale quando ogni passo in un campo fiorito può risultare fatale a causa di una mina.

La svolta, se di svolta si può parlare, avviene quasi in sordina: lentamente e inesorabilmente, la base verrà attaccata da ondate di talebani-zombie: i soldati tarderanno ad arrendersi all’evidenza e a pronunciare la”parola con la z” quasi percepissero come naturale quello che sta succedendo. Ad ogni mondo, questa svolta sovrannaturale sembra essere inserita davvero quasi per caso: non si amalgama con la trama e con il tono della storia, come dimostrano le reazioni dei protagonisti stessi alle prime ondate.

La tomba degli imperi

Proprio parlando di protagonisti, o meglio di personaggi: nonostante i dialoghi non siano malvagi, Sable a mio parere non svolge un ottimo lavoro nel caratterizzare i vari militari, che risultano un po’ troppo simili tra di loro, e nessuno spicca particolarmente per personalità originale, soprattutto nella seconda parte.

Seconda parte dove il filone zombie prende il sopravvento, e il fumetto prende una svolta action/splatter bruca e poco consona, appunto, con il tono iniziale. Se non altro, il disegnatore Paul Azaceta ha la possibilità di sfoggiare al meglio la sua abilità di disegnatore.
Il volume infatti, almeno dal punto di vista grafico è molto valido: i volti non sono propriamente distinguibili tra di loro, è vero, ma per il resto il disegnatore se la cava sia nelle scene più violente sia nel caratterizzare l’ambiente talvolta claustrofobico della base, talvolta surreale e quasi poetico nei campi di papaveri.

Quindi in definitiva come si presenta questa “Tomba degli Imperi”? Sicuramente con un’idea originale, ma che nel suo svolgimento si è rivelata poco riuscita proprio perché l’amalgama tra i due generi è sembrata quasi casuale: il genere meno interessante è risultato proprio quello horror, mentre come fumetto di guerra in se la storia forse sarebbe stata più valida.
Sostanzialmente, il tema della guerra è già di per se angosciante: inserire un elemento sovrannaturale come gli zombie per mettere in difficoltà i protagonisti non sembrava necessario , e ha distolto l’attenzione su un tema che poteva risultare ben più spaventoso e reale.

Se non altro, la parte grafica è molto valida, sia nei disegni che nei colori, e il taglio delle scende d’azione è pienamente cinematografico, e rende la lettura, almeno da quel punto di vista, scorrevole.
Un acquisto quindi consigliato solo agli amanti del genere zombie, o dei bei disegni d’azione.

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