Recensione: Quinto: non uccidere
Pubblicato il 22 Dicembre 2010 alle 11:37
Autori: Francesco Amodeo e Andrea Scoppetta
Editore: ReNoir Comics
Provenienza: Italia
Prezzo: 112 pagine, 15 x 21, brossurato, b/n, € 8,00
Un ispettore callagan con tanto di 44 magnum e dal grilletto facile e’ il protagonista di Quinto: non uccidere di Francesco Amodeo e Andrea Scoppetta, per edizioni ReNoir.
Già la copertina, che sembra la locandina di un poliziesco dei bei tempi andati, ci suggerisce subito un’ambientazione noir. Sarà pure che non si giudica un libro dalla copertina, ma e’ un lieve peccato per chi ragiona su canoni estetici.
Non appena aperto il volume, però, ci sentiamo spiazzati dal tratto umoristico e deformed che potrebbe far pensare ad una parodia.
Invece ci sorprendiamo nuovamente nello scoprire che, a dispetto delle apparenze, la narrazione è invece seria, la violenza reale, benché attenuata dallo stile e dall’aspetto grafico: davvero un approccio singolare ed intelligente da parte della coppia di autori miei conterranei.
La storia inizia classica: qualcuno uccide agenti di polizia e tocca all’ispettore Jack Cunningham ed alla sua nuova partner, Allen Castillo, far luce sul caso il cui principale indiziato è un malvivente russo di nome Petrov Moscow.
Cosa c’entrano in tutto questo un robot stile transformers che ha perso la memoria, ed un’organizzazione misteriosa dal nome Post Human Corporation?
La narrazione scorre bene, non senza colpi di scena (saggia a mio avviso l’eliminazione delle tavole inserite nello skretckbook in coda al libro), gradevolmente intervallata da qualche gag che non guasta mai e da citazioni al fumetto ed al cinema oltre ad un occhio sempre strizzato al giappone, come recentemente visto in Chosp di Alessandro Barbucci.
In appendice c’è spazio anche per una sezione pinup con tavole di alcuni talentuosi giovani disegnatori italiani che reinterpretano i protagonisti del volume.
Un buon lavoro, assolutamente godibile.
Voto:7