John Wick – Recensione

Pubblicato il 21 Gennaio 2015 alle 14:05

John Wick è un ex-killer che ha deciso di cambiare vita per amore della moglie Helen. Dopo la morte della donna per una malattia, John riceve un suo regalo postumo, la cagnolina Daisy, che potrà alleviare la sua solitudine. Tre criminali russi, però, incrociano la sua strada, uccidono la cagnolina e rubano la sua Mustang. Il caso vuole che appartengano allo stesso cartello criminale per cui lavorava John. Assetato di vendetta, l’uomo torna ad essere l’invincibile assassino noto come Baba Yaga, l’uomo nero.

John Wick (1)

Keanu Reeves sembra essersi dato seriamente al genere action e alle arti marziali. Dopo Man of Tai Chi e 47 Ronin, è ora l’invincibile protagonista di questo sorprendente John Wick, co-prodotto da Eva Longoria per la regia di Chad Stahelski e David Leitch, stuntmen professionisti che hanno già lavorato con Reeves nella trilogia di Matrix e in Constantine e si sono fatti le ossa come registi dirigendo la seconda unità di alcune grandi produzioni.

Il film non si prende troppo sul serio, a cominciare dallo spunto iniziale che rappresenta il delicato equilibrio tra un divertito surrealismo e un dramma più serioso. L’uccisione di un cane scatena la sproporzionata ira vendicativa del protagonista e la susseguente carneficina. A voler razionalizzare, la morte della bestiola è l’ultima goccia, la scintilla che scatena la rabbia repressa e l’istinto omicida sopito di John Wick.

Comunque la si voglia vedere, la trama è davvero poca cosa, i personaggi sono puramente funzionali e monodimensionali con dei cattivi intenzionalmente stereotipati e dialoghi che vanno dalla A alla B. Oltre a Willem Dafoe, il cui ruolo è poco più di un cameo, Reeves è circondato da una serie di noti caratteristi a cominciare dalla bella Adrianne Palicki, abituata ai ruoli da dura dopo G.I. Joe – La Vendetta e Agents of SHIELD, passando per John Leguizamo fino ad Alfie Allen di Game of Thrones.

La storia è un puro pretesto per una sfilza di sequenze d’azione una più adrenalinica dell’altra, punteggiate da gag sopra le righe, dettate da una regia dinamica ed eclettica ed arricchite dalla suggestiva fotografia di Jonathan Sela. Le spettacolari scene di combattimento, molto esplicite sul piano della violenza, sono coreografate benissimo e non poteva essere altrimenti a giudicare dal curriculum dei due registi. Da antologia la dissacrante sparatoria di John Wick in chiesa.

Costato appena venti milioni di dollari, il film sta avendo un buon riscontro di critica e di pubblico e si ha la sensazione che possa dare il via ad un nuovo franchise. Ha stile, ha ritmo, è divertente e sopra le righe al punto giusto. E’ buon cinema.

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