Gli Amatori – La recensione
Pubblicato il 20 Gennaio 2015 alle 16:15
Cosa succede quando un artista è costretto a trasferirsi in un piccolo paesino per realizzare un’installazione? Semplice, nasce un fumetto dai disegni stupendi!
Gli Amatori, edito da Bao Publishing, è un fumetto che riesce ad essere contemporaneamente semplice e complesso. Semplice nella trama e nell’evolversi della storia: Pieterjan, mediocre artista, viene invitato nella cittadina di Beerpoele per una biennale d’arte, incaricato di realizzare un’installazione.
Inizialmente disorientato dal cambiamento d’ambiente, ben presto imparerà ad interagire con i bizzarri membri della comunità in cui è finito, dal gigante buono Kristof al depresso e alcolista Valentijn, dal clown-artista Dirk al disturbato Dennis.
Sopratutto a Beerpoele riuscirà a disintossicarsi, anche letteralmente, dallo spietato ma anche sterile ambiente degli artisti di città, ritroverà il valore delle relazioni umane ma soprattutto del fare arte in prima persona, in maniera vissuta, e proverà anche a trovare un nuovo amore.
La trama è insomma questa, una storia non originalissima magari, ma scritta bene, scorrevole, credibile e che non cede a soluzioni eccessivamente scontate.
Ma l’intenzione, e la bravura, di Brecht Evens è quella di narrare questa storia con le immagini e i colori, o piuttosto di usare questa storia come un pretesto per disegnare le sue tavole: questo lo deciderà il lettore, fatto sta che graficamente Gli Amatori è un lavoro di rara qualità e bellezza.
Evens è un vero e proprio pittore, i suoi acquerelli sono magnifici e attingono da vari stili: ci sono riferimenti a Van Gogh, Cèzanne, Seurat, Picasso, ma sicuramente sono molti altri i pittori, magari fiamminghi come le sue origini, a cui Evens si è ispirato.
Non esistono vignette, non esistono balloons, sono i confini degli stessi oggetti e personaggi a comporre la tavola, talvolta uscendo dai lori spazi soliti e invadendo tutto il disegno. Ogni personaggio ha un suo determinato stile cromatico e stilistico che riproduce la sua personalità, e questa è una scelta davvero ben riuscita.
Gli amatori è una lettura tutto sommato scorrevole, anche se ogni pagina merita di essere guardata a lungo per capirne i dettagli, le sfumature, l’intenzione dietro quel particolare tratto, che passa dalla bidimensionalità alla profondità nel giro di una pagina. La lettura potrà risultare un po’ estraniante per la ricchezza di colori dei disegni, ma forse era anche un po’ questa l’intenzione dell’autore.
La satira verso il mondo dell’arte e verso la figura dell’artista frustrato è comunque un sottotesto efficace e divertente che da un senso al fumetto: i personaggi sono, come già detto, caratterizzati benissimo graficamente, ma nessuno di essi, nemmeno forse il protagonista, è approfondito a sufficienza a livello di scrittura per rimanere in testa al lettore, che probabilmente si ricorderà maggiormente della trama di base del fumetto, oltre che dei disegni ovviamente.
Gli Amatori non utilizza propriamente un linguaggio fumettistico, è una contaminazione con l’arte figurativa, ma una contaminazione riuscitissima perché non appare forzata ma piuttosto amalgamata perfettamente, creando delle tavole che potrebbero essere quadri a se stanti ma che qui assumono una valenza narrativa. Ottimo, come al solito, il valore di supervisione editoriale di Bao, che rende un ottimo lavoro anche nel lettering realizzato a mano: non ho ovviamente letto l’originale, ma suppongo che il risultato ottenuto da Bao sia molto simile all’originale.
Insomma, se per voi il fumetto è arte visuale, e non cercate solo dei disegni che narrino una storia, allora Gli Amatori è una scelta obbligata, un fumetto che, un po’ come Asterios Polyp, si ritaglia un suo spazio per la sua originalità e qualità artistica: se il lavoro di Mazzucchelli era forse un lavoro più completo perché più ambizioso narrativamente, il fumetto di Evens si candida comunque ad essere uno dei lavori artisticamente più validi degli ultimi anni.