Mystery Society – La recensione

Pubblicato il 26 Gennaio 2015 alle 10:15

Cosa succede quando una ricca coppa interessata all’occulto incontra la versione steampunk di Jules Verne? Scopritelo in Mystery Society!

Mystery society

Mystery Society, edito da Bao Publishing, scritto da Steve Niles e disegnato dall’ormai conosciutissima, grazie a Saga, Fiona Staples,  è un fumetto scorrevole che punta soprattutto a divertire il lettore con una serie di personaggi e situazioni assurde
La storia alla base  è piuttosto semplice: Nick e Anastasia Hammond, affascinante e ricca coppia, ha deciso di fondare una società dedicata a svelare tutti i grandi segreti nascosti nel mondo. E, già che c’erano, di cambiare il loro cognome in Mystery, come la società suddetta, per mostrare dedizione totale alla causa.

Ovviamente i più grandi custodi di segreti sono i governi, e in questo volume i due, soprattutto Nick, faranno parecchio arrabbiare il governo statunitense, per la loro decisione di fare un’incursione nell’Area 51: questo darà il via ad una serie precipitosa di eventi, narrati da Nick stesso in un lungo flashback: il protagonista all’inizio del fumetto è infatti stato incarcerato, e ha deciso di raccontare la proprio storia ai giornalisti.

Non sarebbe un vero fumetto senza un gruppo numeroso, e ben presto la  Society si arricchisce di nuovi membri piuttosto bizzarri: due gemelle piuttosto inquietanti e dai devastanti poteri psichici,che erano tenute segregate dal governo nell’Area 51, i una specie di donna-zombie vestita da teschio…e Jules Verne. Si, lo scrittore, il cui cervello è tenuto in vita in un robot un po’ goffo e tondeggiante.

Già dal tipo di personaggi è facile capire il tono del fumetto, che non si prende troppo sul serio ma punta a far divertire e a colpire con il character-design e le situazioni assurde che si vengono a creare. Mentre i nuovi arrivati del gruppo saranno alla ricerca del teschio di E.A. Poe, Nick sarà impegnato a scappare dal governo ma soprattutto da Powell, militare un po’ macchiettistico e iper-violento intenzionato a fargliela pagare per la sua gita nell’Area 51.

La scrittura di Niles è ottima nel creare dialoghi riusciti e tutto sommato divertenti, che non prendono troppo spazio e non fanno calare quasi mai il ritmo.
Purtroppo non ho trovato particolarmente riusciti altri aspetti della storia: per prima cosa la struttura generale della trama, che non sembra avere un vero punto fisso e oscilla un po’ troppo tra vari temi, senza portarne veramente avanti nessuno. E inoltre spesso la storia sembra accelerare eccessivamente, con eventi un po’ improvvisi e altre situazioni che, vista il numero basso delle pagine, forse si potevano omettere.

Se il titolo magari prometteva misteri e intrighi, tutto nel fumetto appare abbastanza chiaro ed esplicito, e si basa piuttosto sulle movimentate vicende dei personaggi.

I personaggi, per quanto originali e divertenti, non sono particolarmente approfonditi nelle loro origini e caratterizzati, e rimane la sensazioni che sarebbero potuti essere stati sfruttati meglio.

Decisamente meglio, dal punto di vista generale, il lato grafico: la Staples cambia leggermente stile rispetto a Saga, usa un tratto meno morbido e fatto più di linee spezzate, ma con ottimi risultati, soprattutto nel rendere i design assurdi dei personaggi e, suo punto di forza, affascinante un personaggio femminile senza darle un corpo che sfida le leggi della fisica. Purtroppo nella parte finale si nota qualche caduta di stile a livello di prospettiva e soprattutto anatomia, ma comunque generalmente i disegni sono più che apprezzabili e in tono con il tipo di storia.

L’idea originale quindi di Mystery Society non era affatto male, anzi piuttosto interessante, ma secondo me non è stato reso al meglio. Niles si è concentrato molto sulle singole situazioni ma ha perso un po’ di vista il tono generale del fumetto, tutto ciò si nota molto se leggerete l’albo tutto in una volta.
Comunque la lettura non è mai noiosa, e se piace il genere si troveranno anche parecchie situazioni interessanti e qualche tavola ben riuscita.

Abituati ai volumi della Bao Publishing forse ci si aspetta un po’ troppo dai titolo dell’editore: questo Mystery Society raggiunge, a mio parere, una sufficienza piena senza però purtroppo avere spunti per andare oltre e rimanere impresso nella memoria.

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