Ouija – Recensione

Pubblicato il 10 Gennaio 2015 alle 12:32

Laine e Debbie sono due giovani amiche che, da bambine, amavano giocare con la tavoletta Ouija fingendo di mettersi in contatto con gli spiriti. Turbata dopo aver utilizzato da sola il quadrante, Debbie muore in quello che appare essere un suicidio. Sconvolta, Laine raduna i suoi amici e decide di usare la tavoletta per tentare di mettersi in contatto con l’amica nell’aldilà. Il gruppo finirà per scatenare delle terribili forze sovrannaturali.

Ouija

Dopo aver portato sul grande schermo alcuni dei suoi franchise di maggior successo quali i Transformers, i G.I. Joe, la battaglia navale con Battleship ed in attesa di Jem & The Holograms, la Hasbro, celebre società statunitense produttrice di giocattoli, punta su uno dei suoi brand più singolari: la famigerata tavoletta Ouija che servirebbe per contattare gli spiriti nell’aldilà.

Michael Bay, regista appunto della quadrilogia di successo sui Transformers, ha co-prodotto il film attraverso la sua Platinum Dunes che non ha un buon rapporto con gli horror avendo realizzato pessimi remake che vanno da Nightmare a Venerdì 13 passando per Non aprite quella porta ed Amityville Horror. La regia è affidata invece all’esordiente Stiles White che viene dal mondo degli effetti visivi.

La storia parte da uno spunto interessante. Un gruppo di amici decide di utilizzare la tavoletta Ouija per cercare di contattare lo spirito dell’amica morta suicida. Quando la planchette si sposta sul quadrante è a causa degli spiriti o è uno dei ragazzi che la fa muovere? Un’idea semplice per ingannare facilmente lo spettatore e che potrebbe dare il via ad un thriller avvincente.

Invece la vicenda vira subito sulla prevedibile strada del sovrannaturale inanellando una serie di stucchevoli cliché. Si va a parare alla solita maledizione da scongiurare e c’è pure la classica vecchia matta in manicomio. La protagonista Laine, interpretata dalla graziosa e talentuosa Olivia Cooke, e i suoi amici risultano un gruppo di idioti che si comportano sempre nella maniera meno logica. Le dinamiche adolescenziali sono trite e ritrite e non denotano grossi approfondimenti. Buona l’atmosfera ma, a conti fatti, il film non regala grossi spaventi, anzi, è perlopiù noioso tarato da un PG-13 sempre inappropriato per gli horror.

Oltre a fallire come prodotto d’intrattenimento si rivela anche discutibile sotto il profilo commerciale. Se la Hasbro intende incrementare le vendite della tavoletta Ouija, un film che vede morire i giovani che la utilizzano non sembra la mossa promozionale più intelligente.

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