I Cavalieri dello Zodiaco: La Leggenda del Grande Tempio – Recensione
Pubblicato il 8 Gennaio 2015 alle 12:06
La giovane Lady Isabel di Thule scopre di essere la reincarnazione di Atena, dea della giustizia della mitologia greca. Assalita da spaventosi sicari, Isabel viene salvata da quattro eroici cavalieri dalle armature di bronzo guidati dal coraggioso Pegasus. Insieme dovranno recarsi ad Atene ed espugnare il Grande Tempio celeste presieduto dal malvagio Grande Sacerdote e protetto dai potentissimi Cavalieri d’Oro.
A trent’anni di distanza dalla loro prima apparizione sulle pagine di Shonen Jump, i Cavalieri dello Zodiaco creati da Masami Kurumada, già protagonisti di svariati anime e lungometraggi, arrivano sul grande schermo tradotti per la prima volta in CGI dallo studio Toei, lo stesso che ha già realizzato il recente film in motion capture su Capitan Harlock.
Oltre ad un totale restyling estetico, il film propone anche una rilettura dell’epica battaglia con i Cavalieri d’Oro a guardia delle Dodici Case del Grande Tempio, il capitolo più celebre della saga. L’esigenza era quella di sintetizzare tutto in novanta minuti con l’obbligo di introdurre fatti e personaggi ai neofiti dell’opera. I cinque eroi mantengono le loro caratteristiche peculiari: l’entusiasmo di Pegasus, le calma glaciale di Crystal, il rigore di Sirio, la dolcezza di Andromeda e la boria di Phoenix. Tuttavia non viene rivelato altro circa la loro back-story, sappiamo solo che devono proteggere Atena.
Tra le modifiche a trama e personaggi approvate dallo stesso Kurumada, Lady Isabel risulta meno altera e distaccata rispetto alle precedenti versioni ed è una giovane che deve venire a patti con l’idea di essere una divinità reincarnata per la quale dei ragazzi rischiano la vita. Il Grande Tempio diviene una sorta di maestosa Asgard celeste dove il Gran Sacerdote ha piazzato una falsa Atena per esercitare il potere ed ingannare i Cavalieri d’Oro, presentati in maniera troppo succinta.
La corsa alle Dodici Case è troppo frettolosa e tutto è presentato per sommi capi senza un vero approfondimento. Il film si fa apprezzare soprattutto per il sontuoso spettacolo visivo. Il design di ambientazioni e armature è minuzioso e dettagliato, tutto appare tangibile, sostenuto dall’HD. Le scenografie mozzano il fiato e i combattimenti sono altamente spettacolari con buona enfasi epica. Abbastanza fuori luogo un numero musicale che ha per protagonista il Cavaliere di Cancer e che sembra uscito da un film di Tim Burton. In puro stile hollywoodiano il finale ultracatastrofico con tanto di mostro gigante.
Certo, a tratti pare di assistere alle splendide cinematiche di un videogame più che ad un prodotto cinematografico che vuol reintrodurre al grande pubblico i Cavalieri dello Zodiaco. Chi non ha familiarità con l’opera di Kurumada, difficilmente potrà appassionarsi e comprendere fino in fondo storia e personaggi. Anzi, potrebbe trovare tutto piuttosto caotico. I vecchi fans del manga e dell’anime potrebbero invece apprezzare la rivisitazione estetica e trovarlo un prodotto comunque divertente.