Avengers Deluxe Presenta n. 6 – Capitan Marvel, recensione Panini Comics
Pubblicato il 4 Gennaio 2015 alle 10:00
Arriva la nuova serie di Carol Danvers inserita in ambito Marvel Now! Capitan Marvel è di nuovo in azione e dovrà affrontare le macchinazioni del perfido J’Son di Spartax in una story-line firmata da Kelly Sue DeConnick e David Lopez.
Carol Danvers è un personaggio ricorrente delle saghe Marvel. Creata nella classica serie di Capitan Marvel degli anni sessanta firmata da Roy Thomas e Gene Colan, Carol era una pilota dell’Air Force coinvolta nelle macchinazioni del perfido Yon Rogg. Nel decennio successivo la Casa delle Idee decise di riproporla nelle vesti della supereroina Miss Marvel con un comic-book a lei dedicato dalla breve durata. Tuttavia, ottenne popolarità grazie alla sua militanza nei Vendicatori e nel corso degli anni ottanta ebbe un ruolo nelle vicende mutanti intessute da Chris Claremont che nella sua nuova identità di Binary la fece interagire con gli Starjammers.
Successivamente, però, Carol ritornò al look originario con il nome di Warbird e poi ricominciò a farsi chiamare Miss Marvel. E adesso, nell’ambito dell’operazione Marvel Now!, la casa editrice di Spider-Man e compagni dà il via a Captain Marvel. Il mensile non è dedicato al compianto eroe Kree ma proprio a Carol che assume questo importante nome di battaglia, indossando una divisa meno discinta della precedente e un elmetto francamente ridicolo. Questa del look castigato delle supereroine è una recente piaga che sta infestando la Marvel a causa di polemiche che definire idiote è un eufemismo (eclatante quella riguardante Spider-Woman che passerà alla storia dell’imbecillità) e bisogna perciò rassegnarsi.
I diktat politically correct hanno poi spinto la Marvel ad affidare la serie a una donna che comunque aveva già narrato le vicende di Carol. Il messaggio è: che siano le scrittrici ad occuparsi delle superwomen così eviteremo stereotipi sessisti. La scelta è quindi caduta su Kelly Sue DeConnick che molti considerano abile e interessante. Personalmente non faccio parte dei suoi estimatori e, senza fronzoli, mi permetto di affermare che Captain Marvel, dal punto di vista delle sceneggiature, è tutto tranne che una proposta valida.
Le avventure si svolgono dopo Infinity e Carol ha un quartier generale all’interno della testa della Statua della Libertà (una scemenza, insomma), combatte con i Vendicatori, ha una storia con James Rhodes e collabora con varie razze aliene. Per una serie di ragioni che non rivelerò per non spoilerare, Carol si reca nello spazio dove incontra i Guardiani della Galassia, ormai onnipresenti, nemmeno fossero diventati la squadra più importante del Marvel Universe, con tanto di Rocket Raccoon che, concedetemelo, da sempre reputo tra i concetti più idioti della storia del fumetto. Carol giunge su un pianeta e deve affrontare una terribile minaccia provocata dal malvagio J’Son di Spartax, coadiuvata da un team di personaggi, Tic, Gil, B e Jackie che la stessa DeConnick paragona a certe creazioni dei cartoon di Hanna & Barbera.
E in fondo il target è questo. Captain Marvel è una serie infantile e pacchiana, rappresentativa della disneyficazione attuale della Marvel. I personaggi hanno una psicologia elementare e poco approfondita, la story-line è banale, con testi e dialoghi che non si discostano dall’anonimo andante. È intrattenimento ma di basso livello e le impressioni che si ricavano sono quelle del vuoto e di una sostanziale mancanza di idee. Le cose non vanno meglio nemmeno per ciò che concerne i disegni. David Lopez è un onesto mestierante della matita e, pur risultando nel complesso efficace, non si allontana dai consueti standard visivi dei comic-book americani e in molte tavole rivela una disarmante incertezza, specialmente nella raffigurazione dei corpi umani e delle espressioni facciali. Insomma, Captain Marvel è l’ennesimo passo falso di una casa editrice più interessata alle pellicole cinematografiche che ai fumetti. Da evitare.