Recensione: Go Nagai presents Ufo Robot Goldrake (vol. unico)
Pubblicato il 24 Novembre 2010 alle 12:04
Go Nagai presents Ufo Robot Goldrake
Autore: Go Nagai.
Casa editrice: d/visual.
Provenienza: Giappone.
Prezzo: 7,10 Euro.
Con la riedizione del manga originale di Goldrake/Grendizer, si conclude definitivamente l’edizione dei principali titoli robotici di Go Nagai; contando anche le serie di Getter Robot su Getter Saga (che riproponeva integralmente la prima, Getter G, Getter Go e Shin Getter), e quella di Jeeg, la d/visual almeno da quel lato ha editato tutto il materiale (cartaceo) “classico” riguardante i mitici robottoni che hanno fatto storia qui da noi negli Anni ’70/’80, andando a integrare quanto mancava dalle edizioni precedenti in nuove versioni sicuramente più complete e omogenee.
La versione nagaiana del mitico Goldrake si segnala per il clima decisamente più violento, quasi in Devilman style, che si respira per tutta l’opera, nonché per il solito piglio deciso della narrazione che proietta il lettore quasi subito nel cuore dell’azione; il manga nella sua brevità, non lesina quindi alcuni passaggi di un certo interesse, andando a concludersi (idealmente) all’incirca a un terzo degli episodi della serie tv, quando ancora Hydargos, sottoposto di Gandal, è a capo delle operazioni di invasione della Terra (nella serie tv morirà nell’episodio 27 “Il contrattacco di Goldrake”), e lo scienziato Zuril destinato a sostituirlo per le successive 47 puntate (a partire dall’episodio 28 “L’invasione degli umanoidi”), non compare per nulla.
I primi due capitoli, dei cinque complessivi del manga, mostrano quindi l’arrivo di Actarus/Duke Fleed a bordo di Goldrake sul nostro pianeta, l’incontro fortuito con Koji Kabuto e la successiva adozione presso il Centro Ricerche Spaziali del Dottor Procton, seguendo abbastanza fedelmente quanto visto nella prima puntata dell’anime (è uguale anche il primo Mostro Spaziale affrontato); Nagai di suo ci mette alcuni ulteriori mostri da abbattere, inscenando un’invasione fin da subito più massiccia e spietata, nonché diversi particolari truculenti di gente uccisa e trucidata dalle armate di Vega sia su Fleed che durante gli attacchi alla Terra, decisamente lontanissimi da quanto apparso in televisione (e non c’è da stupirsene).
Col terzo episodio abbiamo la fortuna di incrociare la stessa trama usata poi in tv per l’episodio 71 “Il comandante Marcus”, qui chiamato Brunhild, il migliore amico di Actarus su Fleed e ora convertito con una sorta di lavaggio del cervello dai Veghiani (nella puntata televisiva era principe di Altair 2, stando al vecchio doppiaggio ovviamente); la particolarità di quest’avventura sta nel fatto che non è mai stata trasmessa in televisione, la puntata fa parte infatti delle uniche tre inedite in Italia (assieme agli episodi 15 e 59, recuperati nella recente e sfortunata collana in dvd, sempre d/visual, che si è fermata però al decimo disco, di 12, con l’episodio 60), anche se a onor del vero all’epoca venne spezzata e rimontata nell’ultimo film per i cinema Goldrake, addio!, e quindi, sebbene un po’ rimaneggiata, non si può dire del tutto saltata.
Il vero piatto forte sono però i due corposi capitoli finali (che occupano infatti più di metà del volume), che vedono rispettivamente un piano degli emissari di Vega per far scontrare i due Mazinga, Mazinga Z e il Grande Mazinga, contro Goldrake, ipnotizzandone i piloti, Koji e Tetsuya, nel quarto capitolo, e quello di farlo combattere contro il solo Grande Mazinga, come nel mitico cortometraggio Mazinga contro Goldrake, con l’aggiunta di particolari violenti e macabri in puro nagai-style, nell’ultimo.
Lo scontro a tre è memorabile, in quanto assolutamente inedito nelle versioni animate (e pure in quella di Gosaku Ota), è quindi il vero piccolo gioiellino del volume, ma anche il classicissimo scontro frontale tra Goldrake e il Grande Mazinga si arricchisce qui di particolari totalmente inediti, parecchio sadici, sulle tecniche di distruzione del comandante Barendos, che ne fanno un cattivo di prim’ordine andandone ad aumentare notevolmente lo spessore, portandolo a livelli che sul grande schermo sicuramente non raggiungeva.
Unica nota dolente sono però i disegni, qui decisamente con qualche caduta di stile, dove si alternano scene dinamicissime e molto riuscite dei combattimenti, ad altre dove Goldrake viene disegnato con le gambe come i Mazinga (!) o con la navicella che sembra un piattone enorme e sproporzionato (sigh); ottima come al solito l’edizione d/visual, sia per qualità della carta che della stampa (che propone due versioni del volume, uno coi nomi originali e uno con quelli del doppiaggio televisivo classico, come per la versione di Gosaku Ota), ma presenta solo una tavola colorata e nessuna nota né introduttiva né finale.
Chi ha la vecchia edizione Dynamic Italia del 1998, in due volumi e con lettura all’occidentale, se li tenga quindi stretti, perché pur non presentando nessuna tavola del manga a colori (ma con un paio di copertine strepitose, seppure non di Nagai), offrivano due ricchissimi inserti di 16 pagine in carta patinata e, quelli si, a colori, contenenti disegni inediti dell’autore, con team-up di Goldrake anche con Getter G (ispirati dal film contro il Dragosauro), oltre che coi Mazinga, specifiche tecniche, armi, mostri nemici, studi dei personaggi e anche una paginetta dedicata al merchandise dell’epoca; il primo volume inoltre aveva una prefazione di Michele Gelli e una post-fazione dello stesso Federico Colpi (tra i curatori e anche editore di questa edizione), insomma un apparato redazionale veramente sontuoso, qui purtroppo totalmente assente, cosa che, parlando di un mito come Goldrake, è quasi assurdo (oltre che un vero peccato).