Kriminal vol. 13, recensione Mondadori Comics
Pubblicato il 1 Gennaio 2015 alle 10:00
Le rocambolesche vicende di Kriminal diventano sempre più drammatiche come si scoprirà nel tredicesimo volume che ripropone le classiche storie del Re del Delitto! Riscoprite la magia degli anni sessanta con la leggendaria coppia Magnus & Bunker!
Prosegue la riproposta di un classico del fumetto italiano e cioè Kriminal, realizzato dal grande Luciano Secchi, alias Max Bunker, e dal compianto Magnus. In questa nuova uscita sono inclusi episodi originariamente pubblicati nel 1968, anno cruciale non solo per ciò che concerne i fumetti e le attività creative in generale ma anche e soprattutto per i contesti sociopolitici occidentali. E lo spirito di quell’epoca rivoluzionaria e libertaria si percepisce nelle vicende rocambolesche del terribile Anthony Logan. Con il pretesto di un thriller, infatti, Secchi intendeva analizzare in chiave critica e satirica le storture e le devianze della società italiana, sebbene le vicende fossero ambientate in terra britannica e generalmente straniera.
In ogni caso, in questi episodi Secchi allude spesso alle istanze post-beat del periodo. Basti pensare che appaiono locali tipicamente sessantottini con strascichi della Swingin’ London che affascinava le giovani generazioni. Ma la rappresentazione di una società corrotta e criminosa rimanda a quella nostrana. Nelle storie del volume, inoltre, Secchi inizia a delineare story-line più complesse e articolate con una continuity precisa. A volte le trame non si risolvono subito ma si dipanano nell’arco di più episodi. È il caso, per esempio, del mistero riguardante la perfida Lady Black, nemesi ricorrente di Kriminal. Chi è veramente la donna? Si tratta forse di Gloria, la compagna dell’ispettore Milton di Scotland Yard? Oppure è una persona che ha qualche legame con lei?
Inoltre, Secchi recupera l’enigmatico Mister Ypsilon e l’inquietante ipnotista Von Kirkhoff, giocando quindi con un riuscito pantheon di villain che non hanno nulla da invidiare a quelli dei fumetti Marvel e DC. Le atmosfere sono ovviamente basate sul noir con un ritmo narrativo indiavolato. Ma il thriller e l’hard-boiled vanno di pari passo con l’ironia grottesca che fa pensare a un altro capolavoro di Magnus & Bunker, Alan Ford. È evidente nella storia in cui vengono introdotti cinque giudici abbigliati in stile settecentesco che cercano di fare giustizia in maniera decisamente peculiare.
L’altro elemento tipico delle storie di Kriminal è l’ambiguità morale. Il protagonista è un criminale ma non privo di una morale, per quanto deviata. Per esempio, Anthony Logan non è razzista e se la prende con la terribile figura di uno schiavista. In ogni caso, non c’è una distinzione manichea tra buoni e cattivi e persino l’incorruttibile ispettore Milton fa una tregua e si adatta a collaborare con il Re del Delitto allo scopo di risolvere un caso. Secchi non è politicamente corretto e Kriminal, a tanti anni di distanza, continua ad essere un’opera anticonformista.
I testi sono, come sempre, graffianti ed efficaci, con dialoghi a volte intensi e introspettivi, a volte divertenti e spassosi. Quanto ai disegni del maestro Magnus, anche in questo caso la qualità non latita. Come ho avuto modo di scrivere in precedenti recensioni, il sommo artista era costretto a trascurare gli sfondi delle vignette a causa di una notevole mole di lavoro. Per ovviare alla situazione, Magnus costruisce figure utilizzando solo gli inchiostri. Il risultato è però di alto livello e i chiaroscuri di questi episodi contribuiscono a conferire al fumetto un’allure dark senz’altro appropriata. Per concludere, pure la tredicesima uscita dell’edizione Omnibus di Kriminal è da tenere d’occhio.