Erotica Guido Crepax vol. 1 – Venere in Pelliccia, recensione Mondadori Comics
Pubblicato il 29 Dicembre 2014 alle 17:00
Arriva una nuova collana Mondadori Comics dedicata a uno dei maestri indiscussi del fumetto mondiale: Guido Crepax! Non perdete il primo volume di Erotica con storie scritte e disegnate dal celeberrimo padre di Valentina!
Ormai Mondadori Comics sta ampliando le sue proposte, realizzando collane di notevole livello qualitativo. Questo mese la casa editrice inaugura Erotica che, come è facile intuire dal titolo, è imperniata su fumetti che fanno dell’eros la cifra narrativa dominante. Questa serie però è dedicata anche a Guido Crepax, uno dei maestri indiscussi del fumetto mondiale, e gli estimatori del padre di Valentina avranno l’opportunità di riscoprire autentici gioielli grafici e narrativi in una veste editoriale eccellente.
Ragionare su Crepax è arduo, data la complessità e la poliedricità della sua ispirazione e del suo estro creativo. Nelle sue opere, infatti, non c’è solo erotismo. Si rilevano influssi della fotografia, dell’architettura, del design, della moda, senza considerare le influenze derivate dalla letteratura, dalle arti figurative, dalla musica e dalla psicoanalisi. Insomma, Crepax non è stato solo un ottimo autore di fumetti ma un Artista a tutto tondo che ha lasciato un segno indelebile nell’ambito della creatività del Novecento.
Questo primo volume include storie autoconclusive che ben sintetizzano la sua straordinaria versatilità. Si apre con ‘Venere in Pelliccia’, adattamento del celebre romanzo di Sacher Masoch. Crepax fornisce una sua versione, modificando il contorto rapporto che coinvolge Severin e la splendida e crudele Wanda. Se nell’opera dello scrittore austriaco il protagonista era schiavizzato dalla donna, nella versione di Crepax la situazione è più ambigua. Sebbene l’uomo si faccia umiliare, in un certo qual modo sembra manipolare la presunta dominatrice, tanto che non si riesce a comprendere chi tra i due sia la vera vittima. Inoltre, Crepax sposta l’ambientazione temporale della trama, citando D’Annunzio e Huysmans e facendo apparire Sigmund Freud, a riprova del suo interesse nei confronti della psicoanalisi.
Il tratto di Crepax è elegante e raffinato e la rappresentazione dei corpi impeccabile e mai volgare, persino nelle sequenze più esplicite ed estreme. Si procede poi con ‘Casanova’. In questo caso, il maestro gioca con la figura del famoso libertino in una Venezia malinconica e piovosa delineata con cura sbalorditiva. L’erotismo assume connotazioni vivaci e allegre e in quest’opera troverete il proverbiale lay-out inventivo che molti fan di Crepax apprezzano. Le vignette di ampio formato si alternano a quelle minuscole, valorizzate da intriganti soluzioni grafiche. La composizione della tavola a volte ricorda la forma di un orologio o quella di una vetrata con influssi liberty e accenni all’estetica fin-de-siécle. Inoltre, Crepax raffigura gli arredi e gli abiti settecenteschi con perizia, inserendo quindi elementi realistici in contesti che di tanto in tanto sfociano nell’onirismo.
Ovviamente non poteva mancare la sua più famosa creazione e cioè Valentina. Ne ‘Il Bambino di Valentina’, l’amatissima fotografa e il suo compagno Philip Rembrandt si trovano coinvolti in un’intricata vicenda riguardante un villain che la ragazza identifica nella figura di un sinistro ginecologo somigliante al drammaturgo Samuel Beckett. In una costante fluttuazione tra sogno e realtà, Crepax si sbizzarrisce con gli esperimenti visivi: primi piani di impostazione cinematografica, vignette incastonate tra loro in modo da comporre figure simboliche, altre dai bordi punteggiati e a un certo punto arriva addirittura a mimare lo stile del Dick Tracy di Chester Gould in un racconto che è un thriller, un noir, un tour de force erotico e un viaggio nei meandri dell’inconscio degno di un film di Antonioni. Da notare le incredibili tavole imperniate sul travaglio di Valentina, con il grembo concepito come un insieme di immagini surrealiste.
Il volume si chiude con ‘Sogno’, una serie di pagine dall’impostazione, tanto per cambiare, onirica e del tutto prive di consequenzialità narrativa. Tramite esse, Crepax si affida esclusivamente alla potenza espressiva del disegno. Se il buon giorno si vede dal mattino, direi quindi che Erotica può essere considerata a buon diritto degna di stare alla pari di Historica e Fantastica. Se avete perciò voglia di scoprire o riscoprire il talento mozzafiato di Crepax, questa è la collana che fa per voi. Da non perdere.