Recensione Baron vol. 1 (di 9) – Ronin manga

Pubblicato il 23 Novembre 2010 alle 11:44

Autore: Masayuki Taguchi.
Casa editrice:
Ronin Manga.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
5,90 Euro.
Note: 192 pagine, b/n, brossurato con sovracopertina.


Arriva con almeno vent’anni di ritardo per il tenore (ovvero per la sfacciata sboronaggine), e “solo” una dozzina se guardiamo la reale data di pubblicazione (che è del 1998), questo manga che definire trucido e stolido, nonché quasi provocatoriamente stupido, è fargli un complimento (fans dei picchiaduro che non guardano in faccia nessuno, gioite!).

Sulla Terra si aggirano sinistri individui, evolutivamente superiori agli esseri umani, che infatti dominano segretamente ormai da qualche decennio; alla fine della Seconda Guerra Mondiale, una spedizione archeologica nazista scoprì in una piramide nascosta un sarcofago con uno strano essere, studiato il quale furono in grado di produrre “nuovi” esseri umani dai poteri incredibili.

Baron Gong, un personaggio dal look singolare (che sembra quasi di un cattivo venuto fuori da un manga di Mitsuteru Yokoyama degli Anni ’60), e con la faccia un po’ alla Akira Fudo di Devilman, è il proprietario di un locale di spogliarello a cui uno di questi “mostri” ha ucciso la ragazza, scatenandone l’inarrestabile vendetta; tra i momenti cult del primo volume c’è sicuramente quello che dà l’avvio a tutta la vicenda, in quanto la fidanzata del protagonista è un avvocato che riesce a scoprire particolari inquietanti su un suo cliente (ovvero il fatto che sia un Neo-Umano), il quale appunto per evitare che vengano rivelati la uccide in maniera brutale.

Peccato però che non faccia poi nulla per cancellare le proprie tracce e anzi, una volta raggiunto da Baron che cerca di massacrarlo col fucile a canne mozze, pensa bene di scatenarsi (tanto il corpo può ricostruirsi in continuazione), iniziando una carneficina tra passanti qualunque e poliziotti accorsi sul posto che definire plateale è dire poco (da un braccio è in grado di generare un’arma simile ad uno dei Mega Smasher pettorali di Guyver), alla faccia della riservatezza; altra perla di coerenza, quando riesce a sopravvivere addirittura a dei colpi di bazooka che gli spara la polizia e viene subito dopo assalito da Baron, che irrompe nuovamente sulla scena armato solo di una pistola, convinto come se ci credesse veramente di avere più possibilità di spuntarla (ma forse perché è incazzatissimo, e quindi pensa di essere più devastante di un bazooka ^__^!).

A farla breve, di questi esseri ne circolano una cinquantina, Baron ha già fatto capire chiaramente, a suon di parolacce, che non se ne salverà nemmeno uno, e visto che in questo volume iniziale fa fuori il primo e si impegna col secondo, per i prossimi otto è prevista un’ecatombe; che aggiungere se non che ogni tanto fanno capolino anche delle belle donnine (allegre) semisvestite e con le tette grosse (quasi del tutto inutili al fine della narrazione), che però Baron probabilmente non tromberà mai (perché in lutto perenne per la morte della ragazza, da vero eroe duro e puro tutto d’un pezzo), per cui forse da quel lato non si caverà nulla, ma dato l’andazzo magari prossimamente ci scapperà lo stesso qualche scena di sesso buttata a casaccio nel mezzo della mischia, tanto per gradire.

Baron Gong Battle sarebbe forse (molto forse) stato un cult se uscito negli Anni ’80, già in contemporanea col Giappone alla fine degli Anni ’90 avrebbe fatto storcere il naso a parecchi lettori, oggi ormai è quasi indifendibile; tuttavia, proprio in questa sua impostazione eccessivamente sopra le righe sta anche uno dei suoi due pregi, ovvero la certezza che non deluderà le aspettative, perché questo è, una sequela di mazzate e inseguimenti (possibilmente con mezzi rubati, in spregio anche della minima legge), condite da toni che suonano più o meno del tipo “vaffanculo-mostro-bastardo-schifoso-ti-spacco-la-faccia-e-poi-ti-infilo-pure-qualcosa-(quello-che-capita)-su-per-il-culo”.

L’altro pregio sicuramente sono i disegni di Taguchi, già noto in Italia per Battle Royale (di soli due anni successivo), e che qui dava già prova di un’abilità notevole, con anatomie, sia maschili, che femminili, che mostruose decisamente curatissime, e scene di battaglia e distruzioni varie, impeccabili; peccato siano al servizio di una storia e un personaggio che fanno acqua da tutte le parti, infatti mai come in questo caso sarebbe valida l’affermazione “varrebbe la pena di leggerlo solo per i disegni” (lettore avvisato…).


Voto: 5 e 1/2.

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