Forever Bitch, la recensione dell’irriverente Graphic Novel di Diglee

Pubblicato il 9 Dicembre 2014 alle 16:15

Da Star Comics l’opera più recente della nota autrice di fumetti francese Maureen Wingrove, in arte Diglee

ForeverBitch

 

Louise ha trent’anni, un gatto depresso, un fidanzato storico, Audrey – una best friend forever cotta della nuova fiamma-, un amico per la pelle gay e la vive male. Poi incontra l’estrosa Maud a una serata per coppie ed è colpo di fulmine a livello di amicizia. Maud e Audrey non potrebbero essere più diverse: disinibita e dai facili costumi la prima, sognatrice e dedita al suo principe azzurro la seconda e per Louise gestirle in modo equilibrato così da non far torto a nessuna delle due è quanto mai complicato. Louise sta con il suo uomo da tre anni non ha piani per il futuro e vive con lui una pacifica routine; Audrey sta con Jo da un anno, ma già pensa al matrimonio e ai figli; Maud cambia uomo con la stessa frequenza con cui ci si cambia l’intimo ed è perennemente inquieta.

Tre donne completamente diverse, tre personalità esagerate in eccesso e difetto che affrontano la vita a modo loro. Lousie, Audrey e Maud parlano di tutto e anche di più durante i loro incontri la maggior parte dei quali si svolgono in un locale chiamato Broc in compagnia del loro irresistibile amico gay Julienne. Se all’inizio l’entrata di Maud nel giro di amicizie crea un po’ di scompiglio e inevitabili gelosie, piano piano la sua dirompente personalità fa breccia nel cuore anche dei più refrattari, facendo sì che si amalgami a perfezione nel gruppo d’origine. Alle tre protagoniste ne accadono di tutti i colori: nulla però di particolarmente eccezionale che si discosti dalla quotidianità di molte/i di noi.

In tutta onestà a una prima lettura, scene e determinati dialoghi fanno un po’ storcere il naso perché troppo espliciti, volgari e spesso pruriginosi. Il sesso la fa da padrone in tutte le salse e l’autrice non si fa scrupoli di sorta nel renderlo in tutta la sua crudezza visiva e verbale, spogliandolo dei fronzoli del porno-soft  e restituendolo al lettore per quello che è in realtà. Un libro con tali contenuti e con protagoniste per giunta delle donne fino a non molto tempo fa sarebbe stato stroncato da una fetta di critici e idolatrato da altri. Nel social time che stiamo vivendo, in cui vita, morte e miracoli nostri sono gestiti dai social network, Forever Bitch non è che la fotografia del nostro tempo, uno spaccato burlesco sulla nostra nuova normalità. Anni fa erano gli uomini a riunirsi al bar per commentare le loro ultime conquiste, vantarsi delle loro performance sessuali e abbordare. Oggi i ruoli si sono pressoché invertiti: armate di trucco e parrucco, bicchiere alla mano e sguardo ammiccante sono le donne a valutare, commentare gli uomini e fare il primo passo.

Senza girarci troppo intorno, a una lettura più approfondita, messo da parte qualsiasi retaggio, ogni lettrice trentenne si ritroverà in una delle tre donne dipinte dalla penna di Diglee, se non nel modo di agire, quasi sicuramente in quello di pensare o fantasticare. Forever Bitch è una storia di donne scritta per le donne, senza filtri, che scandalizza e fa sorridere per l’assurdità di certe situazioni, ma che alla fine pur non rinnegando mai i toni espliciti e dissacranti ci regala un finale che rientra in quella normalità che ci condiziona, ma della quale non potremmo mai fare a meno, perché forse la vera libertà è anche quella di essere amati dalla persona che ci ama. Dal punto di vista artistico il graphic è vivace e coloratissimo; ogni capitoletto ha un suo titolo e un colore preciso che lo contraddistingue. Il tratto è semplice, i personaggi ben caratterizzati e abbigliati in modo eccentrico e alla moda.

Forever Bitch: un titolo una garanzia. Da amare od odiare, a seconda dei gusti.

 

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