Nowhere Men 1 – Recensione saldaPress

Pubblicato il 25 Novembre 2014 alle 10:15

Quattro scienziati geniali, vere e proprie star, fondano l’azienda più importante nella storia, ma col passare degli anni le loro strade si dividono…ma sono preparati al peggio???

Nowhere-Cover-recensione

Ultimamente il filone scientifico si sta rivelando di moda per lanciare nuove serie, e questo Nowhere Man edito da Saldapress si inserisce pienamente in questa corrente, partendo da premesse però più originali del solito, e tentando di sviluppare una storia complessa e ambiziosa.

I quattro personaggi alla base del fumetto sono quattro geniali scienziati: Dade Ellis, Simon Grimshaw, Emerson Strange e Thomas Walker. I quattro da giovani erano vere e proprie star, equiparabili ai Beatles:  i Fab Four saranno citati in maniera ricorrente, già dal titolo preso da una loro canzone, e le stesse vicende dell’azienda creata dai quattro, nelle intenzioni dell’autore, vuole ispirarsi alle vicende della Apple, la casa fondata dai Beatles.

Stephenson non perde troppo tempo a mostrarci il passato dei quattro e la fondazione della loro World Corp, l’azienda di più grande successo della storia. Piuttosto attraverso brevi flashback apprendiamo come i quattro si vestissero da vere e proprie rock star, e tentassero di presentarsi in una maniera di certo non usuale per degli scienziati brillanti.
Apprendiamo come siano riusciti a fondare un’azienda innovativa, di successo e che puntava a cambiare il destino del mondo: qui la storia compie un importante salto cronologico nel presente, dove maggior parte della storia è ambientata.

I quattro hanno ormai preso strade diverse, divisi da conflitti interiori e personali sullo stile da tenere nella loro azienda e nella ricerca ( e anche qui la storia dei Beatles è un forte richiamo): chi interessato al profitto, chi alla meditazione orientale. In tutto questo la vittima è stata la World Corp., che senza i suoi geniali creatori sta andando alla deriva.

Interessante scelta dell’autore è quella di non concentrarsi però sui quattro geni e sulle loro storie come fulcro narrativo, ma di creare degli altri personaggi la cui storia prosegue parallela, da il titolo al fumetto è forse è il suo vero centro: ci viene infatti mostrata la Stazione Spaziale Internazionale, dove i membri a bordo non sembrano passarsela tranquilla: una strana malattia li sta contagiando, e  quasi ognuno dei membri sembra subire strane alterazioni fisiche.
Ovviamente il committente di queste bizzarre ricerche non è nient’altro che la World Corp, che però anche a causa dei dissidi interni non sembra particolarmente interessata a prestare soccorso a questi scienziati abbandonati a loro stessi nello spazio.

Il fumetto non procede assolutamente in modo lineare, tutt’altro: flashback, salti narrativi, e soprattutto frequenti intrusioni di articoli di giornale, volantini pubblicitari ed interviste ai vari quattro scienziati puntano a creare una sorta di fumetto sperimentale, nel vero spirito della musica prog anni ’70. Un po’ forse ne risente la lettura, non scorrevolissima, ma l’intento è lodevole ed il risultato per nulla disprezzabile.

Al lettore quindi il compito di ricostruire il puzzle con tutti i tasselli disseminato da Stephenson. La seconda parte del fumetto subisce un’accelerata netta, con l’evoluzione della situazione nello spazio e le stranezze scientifiche, che ci si aspettano da un fumetto come questo, a farla da padrone.
Qui anche le matite di Nate Bellegarde, già viste all’opera anche su alcuni tie-in di Invincible, rendono al meglio: i suoi volti infatti non saranno dei più morbidi e puliti visti in giro (anche se molto espressivi) ma i disegni di Nowhere Man eccellono quando si tratta di rappresentare stazioni spaziali, creature assurde o comunque cose fuori dall’ordinario.

Spettacoli i colori di Jordie Bellaire, che sicuramente hanno aiutato a farle vincere un Eisner Award come miglior colorista.

Un progetto originale ed ambizioso Nowhere Man, che in questo volume non prende una strada precisa ma ha tante ottime intuizioni. Una gestione del ritmo narrativo che forse non ho apprezzato appieno, il fumetto sicuramente renderà al meglio in una sua lettura complessiva dopo diversi numeri, con questo volume come banco di prova, utile a gettare alcune basi per il futuro.

Sicuramente però, almeno per curiosità, è una lettura da consigliare, anche se pare che la serie in patria abbia subito una lunga pausa: un peccato, perché il potenziale è tanto e potrebbe davvero esplodere nei numeri successivi.

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