Nemo: Le Rose di Berlino di Alan Moore & Kevin O’Neill – Recensione Bao Publishing
Pubblicato il 21 Novembre 2014 alle 10:15
Torna una nuova storia ambientata nell’universo della Lega degli Straordinari Gentlemen con protagonista Janni, l’inquietante figlia del Capitano Nemo! Non perdete un’avventura dai toni steampunk scritta dal Bardo di Northampton Alan Moore e disegnata da Kevin O’Neill!
Quando ci si accinge a leggere un’opera di Alan Moore si hanno sempre elevate aspettative, considerando la caratura culturale e artistica di colui che è all’unanimità considerato il più importante autore di comics a livello mondiale. È anche vero però che a molti basta solo vedere il suo nome per gridare al capolavoro. Non che il Magus abbia mai realizzato spazzatura, tutt’altro, ma è innegabile che non tutti i suoi lavori sono allo stesso livello e non possono essere messi sullo stesso piano di Watchmen, V for Vendetta o From Hell. Tra i suoi esiti creativi migliori si può annoverare la Lega degli Straordinari Gentlemen, incredibile affresco narrativo steampunk incentrato sui personaggi della letteratura protagonisti di vicende complesse e immaginifiche.
Quello che era partito come un progetto azzardato si è rivelato nel corso del tempo un prodotto intrigante, valorizzato da un vasto pantheon di personaggi. Tra questi i fan ricorderanno il Capitano Nemo che aveva collaborato in varie occasioni con Mina Murray, Allan Quartermain e altri componenti della Lega. Dopo la sua morte, tuttavia, Moore introdusse Janni, la figlia di Nemo, desiderosa di prenderne il posto e di seguirne le orme. Janni è stata protagonista di storie a solo e ora Bao Publishing ne pubblica la più recente che come è facile intuire dal titolo si colloca nel periodo della Germania dominata dai nazisti.
Janni, insieme al fido amante Jack, è impegnata in una missione che la spingerà a confrontarsi con il terribile Dr. Mabuse e avrà esiti imprevedibili. Moore si collega all’espressionismo con riferimenti al cinema di quell’epoca (non a caso si rilevano rimandi al Dr. Caligari) e si sbizzarrisce con una story-line imperniata sulle macchinazioni di Herr Hynkel, su donne meccaniche che sembrano uscite da Metropolis di Fritz Lang e su creature ancestrali come la perfida Aysha. A tratti certi momenti della trama fanno pensare ai romanzi di Michel Moorcock e degli autori della new wave, a causa dei piani alternati di realtà e delle ambientazioni visionarie in essa presenti.
Alan narra una vicenda divertente e godibile ma ostica, dal momento che alcuni dialoghi sono in tedesco, e piuttosto cervellotica. Il risultato è valido ma questo nuovo capitolo di Nemo è semplicemente un buon fumetto realizzato con indiscutibile professionismo e niente di più. Insomma, i fan sfegatati del Magus non avranno a che fare con una pietra miliare ma, lo ripeto, solo con un buon fumetto. In appendice non manca il consueto contributo in prosa che gli estimatori della Lega hanno imparato ad apprezzare. In questo caso, Alan scrive un testo che è una via di mezzo tra un racconto, un articolo di giornale e un’intervista, incentrato sull’incontro tra la reporter Hildy Johnson e la figlia di Nemo.
Il disegnatore è Kevin O’Neill che aveva già illustrato gli altri volumi della Lega. Dal punto di vista stilistico, non è cambiato e il suo tratto ha la tipica ruvidezza che lo fa amare da molti e detestare da tanti altri. O’Neill si dimostra a suo agio soprattutto nelle tavole che raffigurano le strane dimensioni immaginate da Moore e dove si colgono suggestioni del costruttivismo e dell’estetica Bauhaus, in particolare nella raffigurazione delle architetture berlinesi. In definitiva, questo nuovo capitolo della vita di Janni conferma il valore di due autori fondamentali della narrativa disegnata ma forse non costituirà una sorpresa clamorosa. Da provare, comunque.