Recensione Kiss & Never Cry – vol. 1-5

Pubblicato il 13 Aprile 2010 alle 12:08

Autore Yayoi Ogawa
Casa editrice GP Publishing
Provenienza Giappone
Prezzo € 4,30


Michiru Kuroki è una promessa del pattinaggio artistico che mette tutta se stessa per imporsi a livello agonistico. La determinazione di Michiru è però in forte contrasto con il suo atteggiamento malinconico e rassegnato, che la porta a trascurarsi fino a sfiorare l’autodistruzione. Nella faticosa ricostruzione di un passato estremamente doloroso che non vorrebbe mai rievocare, Michiru tenta di recuperare l’innocenza perduta, dividendosi tra l’amore per Leon e il legame con il suo partner di danza sul ghiaccio, Hikaru.

Sono passati alcuni anni ormai dalla pubblicazione di Sei il mio cucciolo, ma Yayoi Ogawa torna e conferma la sua straordinaria capacità di non rimanere vincolata ai confini del genere shojo, che mai come in Kiss & Never Cry sembrano andarle davvero troppo stretti.

Non lasciatevi trarre in inganno dall’apparenza di “manga sul pattinaggio artistico”, perché qui la disciplina sportiva gioca un ruolo molto diverso da quello che poteva essere la ginnastica ritmica ne “La leggenda di Hikari (Hilary)”. Il pattinaggio è sicuramente il filo conduttore della vicenda, ma solo nella misura in cui diventa lo strumento tramite il quale Michiru e compagni mettono a nudo la propria anima, dimenticando ogni ferita. A conferma di ciò è il fatto che le spiegazioni contenute nel glossario tecnico che aiuta il lettore ad orientarsi nel complicato mondo della danza su ghiaccio, nulla aggiungono alla storia. Insomma, anche ad essere completamente a digiuno di questo sport, le pagine scorrono che è un piacere, e poco importa che sia stata eseguita una trottola seduta o una trottola rovesciata. L’unica eccezione riguarda il titolo, che si rifà al c.d. “kiss & cry” ovvero la postazione dove gli atleti attendono di conoscere il punteggio assegnato dai giudici: una bella metafora delle difficoltà che la vita riserva.
Non c’è traccia di forte competizione né di brama di vittoria a qualsiasi costo. L’impegno messo in ogni gara è solo il momento di massima espressione dei protagonisti, a livello umano più che sportivo. Ogawa non manca comunque di rendere in modo tecnicamente impeccabile le gare e le coreografie, donando una sorprendente sensazione di dinamismo tramite un uso eccellente dei retini e delle linee cinetiche. L’immane opera di documentazione svolta dall’autrice si riflette in un tratto pulito che dona l’illusione di vedere per davvero Michiru e Hikaru sfrecciare sul ghiaccio con apparente naturalezza, proprio come se si trattasse di performance reali.

Kiss & Never Cry intreccia gli elementi tipici dello shojo manga, come il triangolo amoroso e il tema del travestitismo (vedi il personaggio di Dominique), con espedienti narrativi propri di altri generi. L’intera storia è letta infatti attraverso il filtro dei pensieri e dei ricordi di Leon, ed è perciò tramite i suoi occhi che il lettore assiste alle vicende. Si tratta di una tecnica narrativa molto efficace che contribuisce ad amplificare l’atmosfera di mistero, degna di un poliziesco, che avvolge il passato di Michiru.
Inoltre, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, sono frequenti i siparietti comici, sapientemente amalgamati e distribuiti all’interno della storia, con un evidente gusto dell’autrice per il non-sense. Questi elementi permettono di smorzare la malinconia che accompagna in special modo il personaggio di Michiru, una delle figure meno sorridenti che mi sia mai capitato di incontrare in un manga.

Interessante il continuo dialogo che Ogawa conduce con le sue opere precedenti. Innanzitutto la figura del manager Nishida, seguito dall’onnipresente orsetto Kumango, che compare anche in “Baroque”, uscito in contemporanea sempre per la GP Manga. Inoltre, la storia di “Sei il mio cucciolo” prosegue virtualmente tramite la presenza di uno dei suoi protagonisti: Takeshi Goda, allora aspirante ballerino, e adesso apprezzato coreografo e orgoglioso padre di due bambini, avuti con una donna che non può che essere la sua vecchia coprotagonista Sumire Iwaya.

Piuttosto differente risulta invece il disegno, molto alleggerito e più preciso rispetto al passato. Soprattutto i volti e gli occhi risentono di questa evoluzione del tratto, accompagnata da una disposizione delle vignette più convenzionale e meno frastagliata e da una scelta degli sfondi più ricercata.
Punto debole è però la fortissima somiglianza del character design di alcuni personaggi, soprattutto maschili, che a tratti rischia di confondere, soprattutto quando vengono rivelati pezzetti frammentari delle vicende passate. Bisogna segnalare poi un altro piccolo difetto della narrazione che in alcuni punti si fa troppo semplicistica, con passaggi eccessivamente rapidi che avrebbero forse meritato maggiore ampiezza.
Nel complesso Kiss & Never Cry è un’opera ben fatta, che va apprezzata in sé senza lasciarsi influenzare dall’etichetta di shojo manga.

L’edizione italiana è molto ben curata, ottime le traduzioni dei dialoghi, soprattutto quelli della coach Marie Dandova che sbaglia sistematicamente le parole e che immagino siano stati difficili da rendere in italiano in modo efficace. Proprio con riguardo a Marie, forse si poteva fare più attenzione nel caratterizzarne la parlata con accento straniero, che non è sempre resa in modo uniforme in tutti i volumi. Assolutamente azzeccato il formato del’albo e buona anche la rilegatura, che ultimamente è una questione che fa tribolare i fan di serie pubblicate da altri editori. Un po’ meno convincente il rapporto qualità-prezzo, per via della carta ruvida e poco resistente.

Concludendo, quindi, Kiss & Never Cry è un’opera fuori dagli schemi, avvincente e sorprendente nel suo essere trasversale, in grado di accontentare i gusti di tutti.


Voto: 7,5

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