Intervista a Boichi – Lucca Comics 2014

Pubblicato il 2 Dicembre 2014 alle 12:00

Il popolare autore coreano ci parla della sua concezione artistica, della passione per Star Wars e per le belle ragazze e delle fonti di ispirazione del suo manga più recente — Wallman.

Nei giorni di Lucca Comics 2014 i nostri inviati Federico Salvan e Roberto Addari hanno incontrato il maestro Boichi, il quale, gentile e disponibile, ci ha concesso la piacevolissima intervista che segue. Si ringrazia J-POP per la collaborazione.

Salve Boichi-sensei, benvenuto su MangaForever.net!
Vi ringrazio per questa intervista.

Quali sono i manga o i manhwa che ti piacevano di più da bambino? E quelli che apprezzi di più ora?
Ho scoperto il fumetto giapponese solo quando frequentavo il primo anno di liceo, quindi direi che mi sono avvicinato ai manga più tardi rispetto ad altre persone; tra i fumetti coreani, invece, da bambino adoravo una serie chiamata Robot King.
Il fumetto che al momento apprezzo di più è Tsugumomo, un manga serializzato sul web [e pubblicato in volume da Futabasha].

Sei nato in Corea del Sud e ora pubblichi con successo sia in Corea sia in Giappone. Non è una cosa da tutti. Pensi che sia possibile anche per autori non asiatici avere una carriera così fortunata come la tua?
Il Giappone offre una grande varietà di manga e i lettori giapponesi sono sì molto delicati e sensibili, ma anche aperti ad accettare diversi generi e stili: quindi io spero e mi auguro che molti fumettisti (e aspiranti tali) italiani ed europei puntino al mercato giapponese.

boichi lucca 2014

Che differenza c’è nel lavorare su una sceneggiatura scritta da un’altra persona rispetto a quando sei autore completo?
Sono entrambi due modi di produzione molto piacevoli, ma la cosa importante è decidere chi è il regista dell’opera: se il regista è lo scrittore, io cerco di esprimere il suo mondo; se invece lo sono io, chiedo allo scrittore di esprimere il mio.
Questo perché ritengo che l’arte debba contenere l’idea di una persona, anche quando viene creata da mille o diecimila persone.
Volevo inoltre aggiungere che il regista può essere anche l’editor, perché ci sono dei casi in cui l’editor voglia esprimere il suo di mondo, ma finora non mi è mai capitato un caso simile. La mia idea però resta sempre la stessa: l’arte deve esprimere l’idea di una sola persona.

boichi

La foto di presentazione per la fiera di Lucca ti ritrae vicino a R2D2. Hai scritto molta fantascienza in passato: nei tuoi progetti futuri ci sarà spazio per una space-opera di ampio respiro nello stile di Star Wars?
È dai tempi del liceo che ho in mente di realizzare una mega, enorme, lunghissima saga di fantascienza! Ma visto che sono passato dallo shojo, all’ero e poi al seinen non ne ho ancora avuto l’occasione. Vi ringrazio per avermi posto questa domanda e spero un giorno di potervela presentare.
Però, anche se non mi sono arrivate le occasioni, ho preso io stesso l’iniziativa e ho provato a crearla; ma è molto difficile perché da solo non posso disegnare sia le navi spaziali, sia i robot, sia lo spazio: ho bisogno dell’aiuto degli assistenti, disegnando 80 pagine al mese – cosa che è impossibile. Ma se un giorno avrò uno studio che lo permetta di certo ci vorrei provare. Oppure dovrei raddoppiare la mia velocità di disegno!

Wallman ha delle scene d’azione davvero spettacolari: ci sono dei film o dei fumetti che ti hanno ispirato? Ti piacerebbe che il manga fosse trasposto in un film dal vivo?
Sì, ho preso spunto da alcuni film per Wallman. I principali sono tre: Time and Tide di Tsui Hark (un film di Hong Kong), Chocolate del 2008 e The Thieves, un film coreano uscito nel 2012 in cui si vede la protagonista compiere le azioni con i cavi.
Vi ringrazio per avermi detto che vorreste un live action movie tratto da Wallman…spero che verrà girato in Italia!

Ultima domanda. Sei un maestro indiscusso nel disegnare donne bellissime come Nami o Yumin. C’è qualcosa di Kubota-san nella tua personalità? E vivi insieme a una ragazza bellissima che posa per te come modella? Siamo molto curiosi!
[Toccandosi l’addome] L’unica cosa in comune è la pancia! (Risate)
Grazie ancora per la domanda! Presto molta attenzione nel disegnare le ragazze, mi piacciono molto. Per la seconda parte della domanda, è molto difficile [accenna verso l’esterno della sala, dove è presente sua moglie]: se non vi do la risposta giusta potrei avere dei problemi…è una questione di vita o di morte, quindi no comment! (Risate)
Però vi dico solo che all’inizio della produzione di Sun Ken Rock e Wallman c’è stata una modella che ha posato per noi.

Grazie per il tempo che ci hai concesso!
Grazie mille a voi!

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