Kriminal vol. 12 – Recensione Mondadori Comics
Pubblicato il 13 Novembre 2014 alle 16:30
Continuano le rocambolesche vicissitudini del Re del Delitto, Kriminal, in un nuovo volume Mondadori Comics! Riscoprite la magia degli anni sessanta con storie entrate nella leggenda del fumetto scritte da Max Bunker e disegnate da Magnus!
Mondadori Comics sta continuando a riproporre un classico del fumetto italiano: Kriminal, controversa saga del Re del Delitto Anthony Logan ideata da Max Bunker, alias Luciano Secchi, e disegnata dal compianto Magnus. Come sanno i fan, Kriminal, al pari di Satanik degli stessi autori e di Diabolik delle sorelle Giussani, inaugurò negli anni sessanta la voga del cosiddetto fumetto nero che suscitò scandalo tra i benpensanti. Le storie di Kriminal, tuttavia, pur classificabili nell’ambito del thriller, risentono di una moltitudine di ispirazioni che vanno dal noir all’horror, con intrighi da spy-story e toni grotteschi e umoristici che fanno pensare ad Alan Ford, altro importante capolavoro di Secchi.
In questo dodicesimo volume avrete modo di leggere episodi realizzati tra il novembre 1967 e il maggio 1968. Si tratta di un momento di fermenti politici e culturali che sconvolsero il mondo, Italia compresa. Questo clima rivoluzionario si percepisce nei toni irriverenti dei testi e dei dialoghi di Secchi e, sebbene le avventure di Kriminal siano ambientate in Inghilterra e in altri paesi stranieri, l’autore alludeva alla situazione socio-politica nostrana caratterizzata da contrasti generazionali e da un generalizzato sistema di corruzione.
La corruzione è in effetti uno degli elementi dominanti di questi episodi. Secchi descrive uomini d’affari senza scrupoli non esenti da colpe; petrolieri infidi pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi; e persino i rappresentanti delle forze dell’ordine sono imperfetti e hanno comportamenti discutibili. L’ambiguità morale è dunque onnipresente e non esiste la dicotomia buono/cattivo tipica dei fumetti più tradizionali. Ma Anthony Logan, certamente un criminale, risulta il meno ipocrita poiché non nasconde la sua natura, non finge di essere ciò che non è e a volte possiede persino un suo codice etico, benché deviato e dubbio.
Secchi si concentra su atmosfere hard-boiled costruendo trame caratterizzate da un ritmo indiavolato che non concede tregua al lettore. Partendo da un semplice pretesto narrativo, delinea story-line impeccabili e situazioni imprevedibili ricchissime di colpi di scena. Sono evidenti le influenze dei film di James Bond, considerando che Anthony occupa una base segreta su un’isola, si avvale di strumenti hi-tech e di una macchina dalle straordinaria proprietà che farebbe bella figura in un albo del Nick Fury di Jim Steranko. E insiste con i misteri.
È il caso della ricorrente presenza del diabolico Mister Ypsilon il cui volto riusciremo finalmente a vedere. Ma non appena l’enigma di Ypsilon sembra risolversi, Secchi introduce un nuovo, intrigante personaggio: Lady Black, una donna che inizierà a dare parecchio filo da torcere a Kriminal e alla sua splendida compagna Lola. Ciò ci conduce all’universo femminile concepito dall’autore. Le donne che appaiono nelle varie avventure, infatti, sono sexy e seducenti ma pronte a tradire chiunque, in ossequio alla concezione cinica e disincantata dell’esistenza presente nella serie.
I disegni di Magnus sono eleganti e fluidi e il maestro caratterizza degnamente ogni personaggio, dando il meglio di sé proprio con le sensuali ragazze immaginate da Secchi. Analogamente ai volumi precedenti, in tante vignette gli sfondi sono assenti poiché Magnus, a causa dei vari lavori che lo tenevano impegnato, era costretto a velocizzare i tempi ricorrendo a giochi d’ombra suggestivi e a figure composte da inchiostri. Il risultato è però valido e non mancano dettagli ironici come, per esempio, un facchino che per una serie di circostanze diventa presidente di una società e che Magnus raffigura con le sue fattezze. Per concludere, questo volume conferma la validità di un’opera che sicuramente regge il passare del tempo.