Lo Squalificato di Usamaru Furuya – Recensione Manga
Pubblicato il 17 Novembre 2014 alle 16:30
È giunto al termine il manga Lo Squalificato di Panini Comics, trasposizione a fumetti firmata dal maestro Usamaru Furuya della famosa opera letteraria giapponese di Osamu Dazai.
Lo squalificato di Usamaru Furuya è un perfetto riadattamento del romanzo omonimo di Osamu Dazai, del 1948. Anche se poco conosciuto in Italia, in patria, ovvero in Giappone, è uno dei romanzi più venduti di sempre. L’opera racconta la vita tormentata del giovane Oba Yozo, le sue difficoltà nel vivere all’interno della società, del rapportarsi con le altre persone ed i suoi continui pensieri suicidi. Il ragazzo non riesce a provare sentimenti verso le donne anche se quest’ultime sono molto attratte da lui.
Furuya prende in mano il romanzo e ne fa un opera favolosa. Con il suo classico tratto caratteristico, riesce fin dal primo capitolo ad addentrare il lettore all’interno della mente del protagonista. “Ho paura degli umani”. Sarà importante tenere bene in mente questa frase durante la lettura dei 3 volumi di cui è composta l’opera. Questo continuo manipolare e scappare dalle persone, e dalle donne, sarà il tema portante del racconto, così come nel romanzo.
A differenza del testo del maestro Dazai, Furuya però modifica alcune carte in tavola, riuscendo a dare più sfumature al protagonista, rendendo leggermente più interessanti le sue azioni. Se nel romanzo il senso stesso della vita viene rapportato in un continuo scivolar via delle cose, sensazione data anche dalla lettura del breve romanzo, nel manga, forse per via del disegno, più volte può capitare di fermarsi durante la lettura e pensare. Ma non pensare due secondi per poi continuare a leggere. Qui si parla proprio di chiudere il volume, alzare lo sguardo al cielo e mettersi a ragionare. Ancora più interessante il “tornare indietro 5 -6 pagine” e rileggere gli ultimi pensieri di Yozo.
Altro punto a favore di Furuya è il soffermarsi più intenso, confronto al romanzo, dei sentimenti verso le donne, i suoi rapporti con le ragazze che lo amano. Con il sesso. Nel romanzo le donne si susseguono senza molte caratterizzazioni, rendendole tutte molto simili tra loro. Nel manga invece queste ragazze sono ben caratterizzate che ti vien quasi voglia di fare il tifo per loro. La stessa linea romantica viene descritta più intensamente del romanzo e qui troviamo la differenza sostanziale tra il romanzo e il manga. Furuya aggiungendo alcuni particolari riesce a dare più risalto ai personaggi secondari e alle loro azioni.
Anche il finale è diverso, chi lo vede più crudo del opera originaria, chi meno. Io faccio parte dei primi, ammettendo che ho amato più il manga che il romanzo, proprio grazie alle modifiche (migliorie) apportate dal Mangaka.
Riccardo Piccione