Vedova Nera n. 1 – Recensione Marvel Saga n. 20
Pubblicato il 8 Novembre 2014 alle 10:15
È la spia più sexy e letale del Marvel Universe, l’unica e sola Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera! Arriva in Italia la serie Marvel Now! dedicata a una singolare componente dei Vendicatori, scritta da Nathan Edmondson e disegnata da Phil Noto!
Natasha Romanoff, alias Vedova Nera, è uno dei personaggi più sexy e intriganti della Marvel. Creata negli anni sessanta da Stan Lee e Don Heck, esordì nella serie di Iron Man e fu presentata come un’abile e letale spia russa, una specie di Mata Hari, insomma. In seguito però il Sorridente decise di farle indossare maschera e costume facendola agire insieme al suo amante, l’arciere Occhio di Falco, in un periodo in cui quest’ultimo era un criminale. Quando Clint Barton si unì ai Vendicatori, la Vedova divenne una presenza ricorrente nel mensile degli eroi più potenti della terra e passò dalla parte degli Stati Uniti, collaborando con l’agenzia spionistica Shield. Apparve poi in numerosi albi, spesso giocando un ruolo importante nelle varie saghe Marvel.
Il grande Gene Colan ne enfatizzò il lato sensuale durante il periodo in cui Natasha fece coppia con Devil, grazie a un costume nero e aderente ancora oggi apprezzato dai fan. E nel corso dei decenni la Vedova ha militato nei Campioni e nei Difensori, ha collaborato con numerosi character e tuttora ha un posto importante nella squadra dei Vendicatori. In passato non sono mancate miniserie imperniate su di lei e ora, nell’ambito dell’operazione Marvel Now!, la Casa delle Idee ha varato un comic-book regolare che Panini inizia ora a tradurre.
Dal momento che la Vedova Nera è un agente segreto, le atmosfere del serial sono incentrate su toni da spy stories con elementi noir e hard-boiled. Se nelle testate dei Vendicatori Natasha è coinvolta in avventure immaginifiche e fantasiose, il suo mensile è caratterizzato da situazioni narrative più realistiche. A scrivere le sceneggiature è Nathan Edmondson che opta in maniera decisa per il genere spionistico, almeno sulla base dei primi due episodi inclusi in questo albo. Secondo la sua ottica, Natasha è una donna che non si ferma di fronte a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi ed è impegnata in missioni pericolose. All’occorrenza è spietata e non esita a ricorrere a metodi discutibili.
A quanto si intuisce, sono proprio tali metodi a crearle problemi emotivi. Per evitare di affrontarli, però, Natasha si comporta freddamente. Ma si sente in colpa per le azioni compiute in passato e, nel tentativo di espiare, si affida a un collaboratore, Isaiah, che le procura specifici ingaggi. La Vedova si fa quindi pagare ma le sue finalità sono per ora un mistero. Le premesse della testata sono queste e potrebbero essere potenzialmente intriganti. Ma Edmondson non fa un lavoro impeccabile. L’analisi psicologica è assente e Natasha ha la personalità di un frigorifero. E questa iniziale story-line risulta esile e più che altro è un pretesto per presentare sparatorie, inseguimenti e lotte prive di costrutto, con dialoghi piatti e banali. Insomma, Black Widow è superficiale e si rivolge a coloro che apprezzano i blockbuster cinematografici Marvel e l’azione fine a sé stessa.
Le cose vanno meglio sul versante dei disegni, dal momento che il penciler è Phil Noto che con il suo stile fluido, elegante, non privo di influssi pittorici e di suggestioni quasi iperrealiste, si dimostra efficace. A essere onesti, ha fatto di meglio in altri contesti e se è convincente nei primi piani, lo è meno nelle sequenze d’azione, comunque valorizzate da innegabile dinamismo. In ogni caso, lo ribadisco, l’aspetto debole è rappresentato dai testi e Black Widow è un esempio significativo di ciò che è la Marvel odierna: una casa editrice più interessata ai film che ai fumetti e compromessa da uno sconcertante calo di idee. E un personaggio storico come Natasha avrebbe certamente meritato di meglio.