Neurocomic – Recensione Rizzoli Lizard
Pubblicato il 12 Novembre 2014 alle 10:30
Dalla Lizard propongono un volume a fumetti per scoprire come è fatto il nostro cervello e come funziona.
“Neurocomic” comincia col piede giusto fin dalla copertina, cartonata con lamina, che non solo è splendidamente illustrata, ma offre un vero piacere al tatto. Chi ben comincia è a metà dell’opera? Beh, sì, l’adagio popolare vale nel caso del lavoro di Matteo Farinella e Hana Roš, autori del lavoro pubblicato qualche mese fa da Rizzoli Lizard ma soprattutto neuroscienziati, e dunque assolutamente qualificati a parlare del cervello umano.
In effetti “Neurocomic” è un fumetto, ma un fumetto che parla di scienza. Lo fa con autorevolezza ma in maniera dinamica, con il viaggio per certi versi dantesco – ma che tiene conto anche di Destinazione Cervello di Isaac Asimov – del protagonista all’interno del «cuore stesso dell’esistenza», come lo scienziato Premio Nobel Santiago Cajal ha modo di confessargli.
Proprio la presenza di scienziati che accolgono il protagonista e gli illustrano il funzionamento delle parti del cervello che di volta in volta attraversa è una della caratteristiche principali del volume. Tramite il viaggio di quest’ultimo noi lettori ci imbattiamo con lui in figure emblematiche dello studio del cervello – Cajal, Golgi, Sherrington, Katz, Hodgkin, Huxley, Kandel – che sono qui presentate in tutta la loro umanità. Niente professoroni alti sul loro scranno, insomma, ma figure pulsanti, vive, caratterizzate con pochi ma decisi tratti.
Ovviamente il viaggio del protagonista, finito senza un perché all’interno dell’organo umano per eccellenza mentre tentava di conquistare una bella ragazza, è solo un pretesto. Pretesto per spiegare, attraverso illustrazioni e parole, come funziona il cervello. Morfologia, farmacologia, elettrofisiologia, plasticità, sincronicità: questi i cinque capitoli (più prologo ed epilogo) attraverso i quali si dipana il suo tentativo di abbandonare il cervello. Cammin facendo, protagonista e lettori sono edotti su una macchina davvero straordinaria. Il rischio sotteso a quest’operazione di divulgazione scientifica a fumetti era quello di scivolare troppo nella verbosità e rendere il lavoro difficile da fruire, ma è ampiamente scongiurato.
Certo, non si tratta di una lettura adatta a chi vuol godere di qualche momento di spensieratezza e di sana avventura, ma per chi vuol conoscere qualcosa in più sul cervello è una scelta più che valida, che unisce alla dovizia di particolari l’umorismo della storia e la bellezza di un volume che si giova della cura editoriale Rizzoli Lizard. Interessante anche la postfazione di Silvio Ferraresi, che mette in evidenza i collegamenti tra invenzioni narrative e progresso scientifico e sottolinea l’importanza dell’unione di immagini e commento per un efficace apprendimento, offrendo anche una piccola sezione bibliografica a quei lettori che, affascinati dal mondo del cervello, vogliano approfondirne la conoscenza. Senza fumetti, questa volta.