Superior Spider-Man n.14 – La recensione del gran finale della serie

Pubblicato il 5 Novembre 2014 alle 16:30

Goblin Nation termina qui ! E anche la lunga parabola di Superior Spider-Man ! Preparatevi all’esplosivo finale di una delle serie più controverse e discusse del rilancio Marvel NOW !!! Chi la spunterà tra l’Arrampicamuri e il Folletto Verde ??? Ce lo rivelano Dan Slott e Giuseppe Camuncoli !

 

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E così il fatidico momento, tanto atteso dai Ragno-fan, finalmente è arrivato. Dopo quasi un anno e mezzo la parabola del Dott. Octopus nei panni di un Uomo Ragno “superiore” giunge al termine, per la gioia di chi si era stracciato le vesti abboccando al fatto che il vero Peter Parker non sarebbe più tornato ( ma davvero qualcuno ci era cascato ?!?! ) e con profondo rammarico per chi invece si era quasi affezionato a questa versione così estrema e ambigua del più famoso Arrampicamuri di sempre.

Superior Spider-Man è stata sicuramente una delle serie più controverse e discusse di tutto il rilancio Marvel NOW, in quanto stravolgeva completamente uno dei personaggi più amati della Casa delle Idee, scatenando inevitabilmente le ire dei fan più puristi, che hanno minacciato pesantemente lo scrittore Dan Slott, arrivando ad abbandonare la testata.

Nonostante le titubanze iniziali, i lettori alla fine hanno premiato il coraggio di Slott, facendo balzare tutti i numeri di Superior ai primi posti nelle classifiche di vendita, a dimostrazione del fatto che forse il personaggio aveva effettivamente bisogno di un qualche scossone narrativo… Di sicuro il merito di questo successo è dovuto anche all’abilità dello scrittore nel saper mantenere sempre viva l’attenzione e la curiosità su questa versione inedita e molto sui generis del Tessiragnatele, che di fatto non era neanche più lui ma una delle sue nemesi storiche.

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Si è riproposto un po’ il gioco del “lupo travestito da agnello” già visto nei Thunderbolts, quando a guidare il supergruppo c’era il Barone Zemo o Norman Osborn, intenti a mascherare la loro malvagità dietro a una falsa facciata eroica, che gli permetteva di ottenere riconoscimenti e gratificazioni impensabili per un supercriminale, nonché stima e rispetto da parte della gente e delle autorità.  Octopus in realtà ci ha creduto veramente nel suo cambiamento in vigilante mascherato, complice anche la breve “lezioncina” su poteri e responsabilità condivisa nella mente di Peter Parker e la sua assoluta convinzione di poter essere un Uomo Ragno migliore e più efficiente rispetto al suo predecessore.

Ma saranno proprio le sue manie di grandezza e l’eccessiva sicurezza in se stesso a decretare la fine di Superior Spider-Man, convinto di avere sempre la situazione sotto controllo, mentre invece gli stava sfuggendo completamente di mano, grazie all’abilità tattica e strategica del brillante Norman Osborn, alias Goblin. Del resto, chi poteva abbattere un osso duro come Octopus se non il nemico numero uno dell’Uomo Ragno, capace di radunare un intero esercito all’insaputa di tutti, mentre era nascosto nei bassifondi di New York…?!

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Questo gran finale della saga Goblin Nation sarà caratterizzato da una girandola interminabile di eventi, che si susseguiranno a ritmo forsennato coinvolgendo una grande quantità di personaggi, da Spider-Man 2099 ai Vendicatori, passando per Hobgoblin, Minaccia e i nuovi Ammazzaragni voluti da J. Jonah Jameson, senza dimenticare persone particolarmente vicine a Peter come zia May, Mary Jane e Carlie Cooper. Slott centrifuga tutto con sapienza, alternando azione sfrenata e momenti più introspettivi, dove verrà messo in evidenza l’aspetto più umano del clamoroso fallimento di Octavius, non solo come eroe, ma soprattutto come persona.

Il tentacolato dottore ha sempre celato le sue insicurezze dietro al suo genio scientifico e un’ostentata prosopopea e arroganza, autoconvincendosi  di essere “superiore” a tutti gli altri. Ecco perché la sua peggior sconfitta consiste proprio nel dover ammettere di non essere all’altezza dei suoi avversari e del ruolo che voleva ricoprire. Nonostante tutte le sconfitte subite nel corso di questi anni, il suo smisurato ego ha sempre prevalso e nascosto le sue debolezze, ma già nella saga dei Superiori Sei, scritta da Chris Yost, c’era stata una prima avvisaglia di questa triste presa di coscienza ….

Un testa a testa più serrato tra Peter Parker e l’usurpatore della sua mente ( un po’ come quello visto sul numero 4 di questo antologico ) avrebbe conferito una carica maggiore a questo finale, ma nel complesso la sceneggiatura è avvincente e riesce nell’intento di far provare quasi commozione e dispiacere nei confronti del borioso dottore, ma allo stesso tempo un grande sollievo e una bella emozione quando finalmente rientra in scena il supereroe che tutti amiamo. Un’assenza così lunga, infatti, ha avuto anche lo scopo di aumentare l’hype per il ritorno in grande stile del protagonista, rinvigorendo le sue motivazioni e l’empatia con i lettori.

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Ottimi come sempre i disegni di Giuseppe Camuncoli, ormai ragno-artista scafato, che si è saputo conquistare l’affetto del pubblico grazie a uno stile dinamico e moderno, ma per certi versi anche molto classico, che ricorda un po’ il tratto deciso ed essenziale di artisti come Ron Frenz, Sal Buscema e Klaus Janson. Anche il suo modo di rappresentare i personaggi e il design dei costumi, in particolare quelli di Spider-Man e Goblin, dimostrano un chiaro ritorno alle origini, in quanto praticamente identici a quelli degli esordi. Viene così ristabilita in tutto e per tutto l’iconografia più classica dell’Arrampicamuri, in contrapposizione a uno stravolgimento radicale come quello di Superior e in vista dell’imminente uscita ( all’epoca ) del nuovo capitolo cinematografico ragnesco.

Termina in questo numero anche la serie del Ragno Rosso, alias Kaine, il clone redento di Peter Parker che ha tentato di farsi una nuova vita a Houston. Purtroppo le cose hanno fatto presto a sfuggirgli di mano e la figlia di Kraven il Cacciatore ha quasi ucciso un suo amico. L’arrivo di Shathra, una mostruosa creatura che si nutre di ragni introdotta nella famosa gestione di J.M. Straczynski, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e il burbero Kaine, già di per sé poco incline alle missioni eroiche, decide di farla finita e lasciare Houston, per paura che altri suoi amici rischino la vita a causa sua.

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Come già detto in altre occasioni, il personaggio di Kaine è interessante, in quanto ha tutte ( o quasi  ) le caratteristiche dell’Uomo Ragno, ma una diversa attitudine nell’affrontare le problematiche e la carriera di supereroe, decisamente meno pura e cristallina. Il suo approccio però non è estremo quanto quello di Superior Spider-Man e probabilmente il suo appeal non era sufficiente per consentirgli una serie in solitaria più lunga, per cui con il numero 25 la sua testata chiude i battenti, in vista di un’improbabile affiliazione con i nuovi New Warriors.

Staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro per il Ragno Rosso, ma nel frattempo accogliamo a braccia aperte l’unico e solo Amazing Spider-Man, ovvero Peter Parker, senza per questo buttare alle ortiche tutto ciò che c’è stato prima. Alla fine dei conti, nonostante le aspre critiche e i timori iniziali, Superior Spider-Man si è dimostrato un’autentica bomba ad orologeria dall’inizio alla fine, su cui pochi probabilmente avrebbero scommesso.

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