Memorie di Iris – Una Notte al Museo, la recensione del nuovo volume di Keiko Ichiguchi

Pubblicato il 4 Novembre 2014 alle 17:00

Dalla raffinatissima Keiko Ichiguchi arriva Le Memorie di Iris, storia commovente ambientata in Italia, nel fiorentino Museo Stibbert!

Memorie-di-IRISDavvero particolari la storia, o meglio dire le tante storie, che stanno dietro Le memorie di Iris: il manga nasce in fatti grazie all’idea di James. M. Bradburne, direttore della fondazione Palazzo Strotti di Firenze, con l’obbiettivo di far conoscere un’istituzione museale ad un pubblico che magari, se pur interessato, difficilmente ne verrebbe a conoscenza. L’istituzione in questione è il museo Stibbert, casa-museo che ospita un’importantissima collezione di armi e armature giapponesi, che quindi più che mai dovrebbero interessare ai lettori di manga.

Metti poi che a disegnarlo c’è Keiko Ichiguchi, autrice giapponese che disegna da anni in Italia, e ci si accorge come Memorie di Iris sia un prodotto parecchio fuori dagli schemi ma che potrebbe essere meritevole di essere letto a prescindere, date le sue particolari origini.

Come se non bastasse il protagonista di questa breve storia è Wanny di Filippo, pittoresco personaggio realmente esistente, fondatore de Il Bisonte, importantissimo produttore di articoli in pelle e già collaboratore con la Fondazione Palazzo Strozzi. Cosa capita quindi al protagonista nella storia in questione?
Una vicenda a metà tra Canto di Natale e una Notte al Museo: una sera, mentre sta per addormentarsi, vede apparire uno spirito, che appare smarrito e senza memoria, ma in cerca di una spada.

Così, guarda caso, a Wanny viene l’idea di suggerigli di andare al Museo Stibbert, sicuramente il posto a Firenze con più spade in vista. Catapultati lì in un baleno dallo spirito, comincia un viaggio onirico attraverso gli oggetti del Museo: ogni volta che Wanny tocca un oggetto infatti verrà catapultato dentro la storia dell’oggetto stesso, nelle sue origini, da vero protagonista.

Una bella metafora che ci ricorda che nei musei gli oggetti non sono, almeno non dovrebbero, essere in esposizione per prendere polvere, ma sono esposti per raccontarci una storia e coinvolgerci. Tra armature medievali e spade medio-orientali Wanny finirà per trovare, ovviamente, la spada che il ragazzo fantasma cercava, e per imparare anche lui a ricordarsi sempre che in fondo ogni oggetto ha una sua vita propria.

Storia quindi magari non originalissima ma che diverte soprattutto per il contrasto che crea vedere una situazione, un’ambientazione, un personaggio italiano disegnati in perfetto stile manga. Forse sono proprio i disegni il piatto forte di questa storia: puliti, divertenti ed espressivi ma mai caricaturali, davvero un piacere per gli occhi, uno stile non esagerato che ormai è un po’ difficile ritrovare in un manga.

L’edizione è impreziosita da un’introduzione che spiega l’origine del fumetto, una breve storia del museo, da pagine di sketch preparatori e dietro le quinte della realizzazione.
Insomma una storia di per se dolce e piacevole che però aumenta di valore in considerazione del suo scopo: far conoscere un’istituzione come il museo Stibbert che, nelle tante meraviglie di Firenze, rischia di rimanere non abbastanza valorizzata e visitata.

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