Il Complesso dello Scimpanzé – Recensione Fantastica Mondadori Comics

Pubblicato il 31 Ottobre 2014 alle 16:30

Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono ritornati dalla loro storica missione spaziale avvenuta molti anni fa! Ma come possibile? È l’enigma alla base de Il Complesso dello Scimpanzé, gioiello di area bd pubblicato da Mondadori Comics!

complesso scimpanze cover

Mondadori Comics ha proposto materiale di area francofona che definire eccellente è un eufemismo. Ma nel caso specifico de Il Complesso dello Scimpanzé, opera sci-fi scritta da Richard Marazano e  disegnata da Jean-Michael Ponzio, il termine eccellente è riduttivo, dal momento che abbiamo a che fare con un lavoro di livello qualitativo elevatissimo. La storia piacerà agli estimatori della fantascienza e se fosse adattata per il grande schermo otterrebbe un successo strepitoso. La story-line delineata da Marazano è infatti avvincente e caratterizzata da un riuscito equilibrio di azione e di introspezione. Potrebbe essere considerata alla stregua di una pellicola di Ridley Scott valorizzata dalla profondità di Tarkovskij.

La vicenda si colloca nel 2035 ma l’ambientazione non è dissimile da quella odierna. È in tale contesto che agisce la protagonista principale, Hélène Freeman, astronauta che sogna di partecipare a una missione su Marte. Di fatto ha trascorso buona parte della sua esistenza preparandosi per questo obiettivo, tanto da trascurare la figlioletta Sofia, non senza sensi di colpa, tuttavia, poiché la ragazzina soffre per le assenze della madre (e il legame problematico tra le due è una delle tematiche fondamentali della trama). Ma un giorno il mondo di Hélène crolla: il governo, per questioni di tipo economico, decide di non impegnarsi più nei viaggi spaziali.

Un evento inaspettato però modifica la situazione. La Marina degli Stati Uniti recupera una capsula spaziale precipitata nell’Oceano Indiano. All’interno ci sono due sopravvissuti che vengono messi in isolamento. Ad Hèléne è affidato il compito di interrogarli. E la donna scopre un fatto sconcertante e inesplicabile: costoro sono nientemeno che Neil Armstrong e Buzz Aldrin, gli astronauti della storica missione Apollo XI. Ma dovrebbero essere morti da tempo. E c’è dunque da domandarsi chi fossero allora gli uomini tornati  in passato dal leggendario allunaggio.

Tuttavia, questo è solo il primo di una serie di enigmi. Secondo la logica, la risposta potrebbe forse trovarsi sulla luna. Man mano, però, che Hélène e i suoi superiori indagano, giungono a un’incredibile conclusione: la chiave del mistero si trova su Marte ed Hélène, quindi, riuscirà a realizzare il suo desiderio di recarsi sul pianeta rosso. Una volta a destinazione, tuttavia, il contesto, già di per sé poco rassicurante, diventerà agghiacciante.

Marazano scrive un capolavoro fantascientifico ricco di pathos, tensione e colpi di scena. Costruisce un’atmosfera claustrofobica e la sua fantascienza è cupa, malinconica, disperata, contrassegnata da costante pessimismo. L’analisi psicologica di Hèléne, così come della piccola Sofia e degli altri componenti dell’equipaggio coinvolti in un incubo perturbante, è impeccabile. Ma il ritmo dell’azione è veloce, non ci sono lentezze e i testi secchi, incisivi ma profondi dello scrittore tengono desta l’attenzione. Inoltre, Marazano si fa influenzare dalle teorie di Heisenberg e dalle concezioni spazio-temporali della fisica quantistica e post-einsteniana. Non mancano sequenze visionarie e dalla valenza allucinogena (d’altronde, si rilevano citazioni di Apollinaire e Baudelaire e riferimenti al concetto di ‘paradisi artificiali’ coniato dai simbolisti francesi), al punto che, nella cronaca di un viaggio in un inner space ballardiano, ci si chiede quali siano gli avvenimenti reali. E si colgono echi delle spy-story, non mancando allusioni all’era della guerra fredda. La conclusione della storia è simile all’inizio e ciò conferisce alla trama un senso di spiazzante e paranoica circolarità, in una specie di allusione alla sensibilità joyciana e ai corsi e ricorsi di Vico.

Il Complesso dello Scimpanzé è un capolavoro pure per ciò che concerne l’aspetto grafico. I disegni iperrealisti di  Ponzio sono spettacolari. Il penciler, tramite riusciti primi piani, rappresenta perfettamente le emozioni dei personaggi; e raffigura gli ambienti oscuri, labirintici e minacciosi delle astronavi e le immense distese degli spazi siderali con perizia sopraffina. E le tavole relative al contesto terrestre imperniate su Sofia denotano un gusto estetico e visuale di indiscutibile bellezza formale. Il taglio fotografico della pagina fa pensare alla tecnica degli storyboard e vanno lodati i colori dello stesso Ponzio, propenso ad insistere su sfumature dark appropriate per il racconto. Insomma, conviene ripeterlo: questo è un capolavoro. Da non perdere.

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