Spygames, la recensione del volume 1 – Dissidenti
Pubblicato il 29 Ottobre 2014 alle 11:30
Cos’è il Kontest? Quali sono le sue regole spietate? E cosa c’è in palio? Scopritelo nel primo volume di Spygames, intensa produzione action scritta da Jean-David Morvan e disegnata da Kim Jung Gi e pubblicata da Mondadori Comics!
Mondadori Comics continua a sorprendere con la qualità e la varietà delle sue pubblicazioni e stavolta lo dimostra un’intensa opera di provenienza francofona catalogabile nel genere della spy story. In Spygames, infatti, non mancano gli elementi tipici dei racconti di spionaggio e la trama è caratterizzata da suspense, tensione e un ritmo narrativo adrenalinico e indiavolato degno dei migliori action movies. Per giunta, sin da questo primo volume si rileva la presenza di enigmi e misteri di non facile decifrazione che verranno chiariti nei capitoli successivi.
Spygames, perlomeno a giudicare da questa iniziale uscita, è un lavoro di alto livello e non c’è da stupirsi, considerando che a scriverlo è l’esperto e poliedrico Jean-David Morvan. È lui che ci introduce nel contesto di Hong Kong. Qui agisce il letale Keehan. Si sa che è stato un soldato e ha partecipato a numerosi conflitti. È abile e pericoloso e quando è impegnato in una missione non esita di fronte a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi. In poche parole, è una macchina di morte e lo si intuisce sin dalle prime pagine, piene di sparatorie e cadaveri.
Keehan è implicato nel cosiddetto Kontest. Di cosa si tratta? Morvan ce lo spiega nella sezione conclusiva del volume e, senza spoilerare, specifico solo che è un’iniziativa pericolosa che coinvolge vari governi incentrata su imprecisati segreti di stato. Un altro personaggio che si presume giocherà un ruolo fondamentale nella saga è Lei, un commissario della polizia di Hong Kong. Anche lui è abituato alle maniere forti, non sfigurerebbe in un esercito e si mette ad indagare sulla strage compiuta da Keehan, non sospettando che la faccenda è più grande di lui.
Con il pretesto di una storia di spionaggio, Morvan denuncia la mancanza di scrupoli del potere politico, spesso responsabile di atti terroristici e criminali che all’occhio dell’opinione pubblica appaiono incomprensibili. E lo fa delineando, come ho scritto, una story-line veloce e coinvolgente e creando un’atmosfera di suspense e tensione che non concede tregua al lettore. i testi hanno una matrice hard-boiled e risultano efficaci.
Spygames è da promuovere pure sul versante dei disegni, affidati a Kim Jung Gi che con il suo tratto oscuro, sporco e altamente espressivo ben rappresenta le crudezze e le efferatezze immaginate da Morvan. Dal momento che la velocità è essenziale, il penciler la esprime ottimamente in termini visivi, specie nelle sequenze delle sparatorie e degli inseguimenti, dotate di indiscutibile sensibilità cinetica e di dinamismo mozzafiato. Il taglio delle vignette è cinematografico e i colori cupi e inquietanti dello stesso Gi risultano adatti alla rappresentazione delle strade tortuose e luride di Hong Kong. I personaggi sono ben caratterizzati e la raffigurazione del paesaggio urbano e dell’architettura della città orientale è impeccabile.
Naturalmente, un episodio non basta per esprimere un giudizio articolato su Spygames ma, ripeto, almeno a giudicare dall’inizio, si può affermare che si tratta di una proposta editoriale di buon livello che non mancherà di suscitare il plauso degli estimatori delle vicende d’azione, non prive, tuttavia, di tematiche importanti. Da provare.