Batman n.30 – Recensione Rw-Lion Comics
Pubblicato il 21 Ottobre 2014 alle 10:30
Festeggiamo i 75 anni di Batman con il numero 27 di Detective Comics post-reboot ! Al suo interno storie brevi a cura di grandi artisti come Neal Adams, Brad Meltzer e Mike W. Barr., oltre al primo capitolo di Gothtopia, a cura di Layman e Fabok !
Continuano senza sosta i festeggiamenti per il settantacinquesimo anniversario dell’Uomo Pipistrello, il quale esordì nel lontano 1939 sul numero 27 di Detective Comics. E proprio in questa trentesima uscita del mensile RW-Lion viene proposto quello stesso numero, ma della numerazione post-reboot.
Una ricorrenza così storica non poteva che essere festeggiata a dovere, e infatti si tratta di un numero molto più lungo, nel quale esordirà il nuovo story-arc Gothtopia, realizzato dagli autori regolari della serie John Layman e Jason Fabok, a cui si aggiungono varie storie brevi, curate da nomi di spicco del comicdom statunitense.
Questi racconti celebrativi omaggiano il mito del Cavaliere Oscuro riproponendo storiche avventure, come Il caso del Sindacato Chimico di Bill Finger e Bob Kane, riadattato per l’occasione dal romanziere Brad Meltzer, con Bryan Hitch ai disegni. Gregg Hurwitz, scrittore regolare della serie Batman The Dark Knight, ci offre invece un racconto meta-fumettistico che ripercorre in maniera ironica e bizzarra le varie epoche, temporali e stilistiche, attraversate dall’Uomo Pipistrello nel corso degli anni, supportato graficamente da un mostro sacro come Neal Adams.
Mike W. Barr, scrittore storico del Pipistrello, ci regala una delle storie più intense e toccanti, pur nella sua brevità, coadiuvato dall’ottimo Guillem March ai disegni. Attraverso i poteri dello Straniero Fantasma, Batman riesce a vedere come sarebbe il mondo se i suoi genitori non fossero morti quella sera e il Cavaliere Oscuro non fosse mai esistito. Bruce Wayne forse avrebbe avuto la vita che sognava da sempre, ma a quale prezzo…?!
Chiude la carrellata una brevissima storia interamente curata da un grande talento di casa nostra, molto apprezzato anche oltreoceano, ovvero Francesco Francavilla, inconfondibile per il suo stile noir e ricercato, ideale per un character come il vigilante di Gotham City.
Come accennavamo prima, il piatto forte di questo Detective Comics 27 resta comunque il primo capitolo di Gothtopia, una nuova saga ideata da John Layman, che coinvolgerà anche altre testate dell’universo batmaniano. In pratica si tratta di una sorta di allucinazione collettiva che ha coinvolto tutti ( o quasi ) i cittadini di Gotham City, che di colpo si sono ritrovati a vivere in una realtà utopistica, dove il crimine è quasi sparito e i vigilanti mascherati se ne vanno in giro con sgargianti costumi ad aiutare le forze dell’ordine, in una solare e idilliaca città.
Ovviamente non passerà molto tempo prima che Batman si renda conto della verità, ma a quel punto dovrà fare i conti con alcuni dei suoi più temibili avversari e anche coi suoi alleati, ancora sotto l’effetto di qualche strana sostanza….
Come al solito Layman confeziona una trama piuttosto lineare e scorrevole, che riesce comunque a coinvolgere e divertire, grazie anche al valido apporto di Fabok ai disegni, qui ideatore anche di interessanti versioni alternative dei costumi di Batman e soci, dalle varietà cromatiche per loro decisamente insolite. Visti i precedenti, c’è solo da sperare che stavolta le buone premesse non vengano gettate alle ortiche con uno svolgimento scontato e privo di mordente, come spesso ci ha abituati Layman ultimamente. Il fatto che si tratti di un evento di più ampio respiro ci lascia però qualche speranza in più…..
Prosegue poi Anno Zero, la lunga saga di Scott Snyder e Greg Capullo che ripercorre i primissimi passi del Cavaliere Oscuro, secondo un’ottica più moderna e avventurosa. In questo capitolo ci si sofferma sul complicato rapporto tra il vigilante mascherato e le forze di polizia, in larga parte corrotte e poco inclini ad accettare la presenza dell’Uomo Pipistrello, tanto da attaccarlo alla stregua del peggiore dei criminali.
Anche la cattiva gestione delle indagini sulla morte dei suoi genitori ha spinto Bruce Wayne a diffidare da chiunque porti un distintivo, Jim Gordon compreso, convinto che anche lui faccia parte del sistema malato e corrotto che ormai affligge anche i tutori della legge a Gotham City.
Secondo la visione di Snyder, dunque, la fiducia e il rispetto che lega Batman e il commissario Gordon non c’è stata da subito, ma ha iniziato a consolidarsi nel tempo, in un rapporto in costante evoluzione, non privo di attriti e contrasti. Anno Zero è sicuramente un’opera complessa e ambiziosa, in cui tanti elementi si intersecano fra di loro per andare a formare un grande mosaico narrativo, sul quale solo alla fine potremo formulare un giudizio definitivo. Per adesso possiamo dire che il ritmo generale della narrazione non è particolarmente spedito, ma comunque avvincente e ricco di spunti, con un ottimo Capullo al tavolo da disegno, che in questo numero omaggia anche una celebre cover de Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.
Terminiamo infine con Nightwing, ormai stabilizzato a Chicago, con nuove coinquiline un po’ troppo “invadenti” e nuove minacce da affrontare, ma anche alcune già conosciute…. Nell’inseguire una bella quanto fuori di testa ragazza che si fa chiamare Mimo, infatti, Dick Grayson s’imbatterà nel Cappellaio Matto, che per l’appunto si scoprirà avere inquietanti trascorsi con la ragazza e degli affari in ballo con una grossa società del posto.
Kyle Higgins resta saldo al timone della testata, prima che gli eventi di Forever Evil la stravolgano completamente, e continua ad offrirci trame fresche e movimentate, senza troppe pretese ma divertenti. Il fatto di aver cambiato ambientazione, poi, apre la strada all’introduzione di nuovi comprimari e nuovi avversari, tutti ancora da scoprire e sviluppare, senza porsi troppi problemi di continuity.
Per la parte grafica si alternano Will Conrad e Cliff Richards, con buoni risultati. Conrad ha uno stile più pulito ed energico, con un layout della tavola dinamico e originale; Richards invece ha un tratto più sporco e impreciso, meno efficace anche a livello di spettacolarità, ma fortunatamente “soccorre” Conrad solo per poche tavole.
Nel complesso, dunque, il principale mensile Lion dedicato all’Uomo Pipistrello continua ad offrire contenuti interessanti e piuttosto omogenei, per cui merita di essere preso in considerazione, almeno che non siate strenui oppositori degli antologici.