Le Storie Bonelli, un bilancio del secondo anno di pubblicazioni

Pubblicato il 15 Ottobre 2014 alle 12:00

Ecco qualche dato sui secondi dodici mesi di vita editoriale della collana della Sergio Bonelli Editore.

Da qualche giorno è in edicola “Capodanno cubano”, albo numero 25 de Le Storie Bonelli, che segna l’avvio del terzo anno di pubblicazioni. Come già fatto in passato, proponiamo un breve bilancio degli ultimi dodici mesi della serie antologica di via Buonarroti.

Partiamo dagli autori. Sui tredici albi pubblicati da ottobre 2013 a settembre 2014 – i dodici mensili più lo speciale a colori – si sono alternati 26 autori: il copertinista fisso Aldo Di Gennaro, 9 sceneggiatori, 12 disegnatori e 2 autori completi, Carlo Ambrosini su “Cuore di lupo” e Gigi Simeoni su “Oxid Age”. In un unico caso un albo è stato firmato da tre autori, si tratta di “Scacco alla regina” con Giovanni Di Gregorio ai testi e Alessia Fattore e Maurizio Di Vincenzo ai disegni. A guidare la classifica degli autori più pubblicati sulle storie di quest’ultimo anno, Giovanni Gualdoni e Paola Barbato, gli unici a bissare la loro presenza nell’arco dei dodici mesi. Infine, una menzione va fatta anche ad Arianna Florean, la colorista di “Uccidete Caravaggio!”.

Anche in questo secondo bilancio dobbiamo constatare una grande alternanza di ambientazioni spazio-temporali. Si parte dalla Parigi di metà Seicento, quella del cardinale Richelieu, ne “Il moschettiere di ferro” per poi passare agli Stati Uniti dei giorni nostri con “Cuore di Lupo”. Torna, con “I fiori del massacro”, l’imprecisato Giappone medioevale di Recchioni e Accardi già incontrato ne “La redenzione del samurai”. Bilotta e Mosca, invece, hanno condotto i lettori nella Germania Est degli anni della Guerra Fredda (Friedrichstrasse), e Simeoni li ha successivamente portati addirittura in un altro mondo nel distopico futuro di “Oxid Age”. Non ha un’ambientazione precisa, ma si sposta in vari luoghi dell’atlante geografico, “I combattenti”, racconto storico sullo sfondo della seconda guerra mondiale firmato da Luigi Mignacco e Paolo Raffaelli.

Vi sta già girando la testa? Siamo solo a metà delle uscite! Nei dodici mesi de Le storie c’è anche la Londra della grande esposizione universale di metà Ottocento (Scacco alla regina), un ospedale psichiatrico dei giorni nostri a Whashington D.C. (La gabbia), le trincee della prima guerra mondiale sul fronte franco-tedesco de L’ultima Trincea, la Francia e l’Indocina dei primi anni cinquanta del Novecento (Eroe senza Patria), la Londra di fine Ottocento de Il Principe di Persia e la Westphalia del Nord sul finire del secondo conflitto mondiale. A ciò va aggiunta l’Italia dei tempi del celebre Caravaggio incontrata nello Speciale estivo.

Insomma, come si vede, si toccano diversi continenti: l’Africa – ma non solo! – con “I combattenti”, l’Asia con “I fiori del massacro” e “Eroe senza Patria”, il Nord America con “Cuore di lupo” e “La gabbia”, e soprattutto l’Europa, con ben 7 storie. Considerando tutta la vita editoriale della collana, continuano a mancare, dunque, solo escursioni in Sud America e Oceania.

E infine facciamo un excursus sui generi toccati dalle tredici uscite della collana. Si va da storie che sono in tutto e per tutto d’avventura, come “Il moschettiere di ferro”, “I fiori del massacro”, “Uccidete Caravaggio!” e “Il principe di Persia”, ad altre in cui l’elemeno bellico è preponderante, come “La voce di un angelo” ed “Eroe senza patria”, vicenda, quest’ultima, anche con declinazioni spionistiche. Dal giallo steampunk di “Scacco alla regina” alla vicenda gangsteristica-psicologica raccontata in “Cuore di lupo”, ciò che si nota è una frequente commistione di generi. E così accanto a racconti più nettamente storici come “I combattenti” troviamo vicende in cui la storia si fonde con la psicologia, come in “Friedrichstrasse”. L’aspetto psicologico è fondamentale anche nel thriller “La gabbia”. Spazio anche, nel futuro imprecisato di Simeoni, al genere post-apocalittico di “Oxid Age” e all’horror del duo Gualdoni-Gerasi, autore de “L’ultima trincea”.

Da quello che si vede, ancora niente western, insomma. E in futuro? Beh, con “Capodanno cubano” siamo di fronte a una storia gangsteristica. A novembre, poi, con “Il tesoro di Bisanzio” si gusterà un’avventura storica ambientata negli ultimi istanti di vita dell’Impero bizantino.

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