Recensione Scalped vol. 6 Rosicchiare – Planeta DeAgostini

Pubblicato il 9 Novembre 2010 alle 10:56

Autori: Jason Aaron (testi), R.M. Guéra (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo € 14,95, 16,8 x 25,7, pp. 128


Che la linea editoriale Vertigo possa vantare alcuni dei migliori fumetti del comicdom americano lo sanno tutti. E se negli anni passati serial celeberrimi come Sandman o Hellblazer erano veri e propri ‘must’ che non deludevano mai, per ciò che concerne la produzione Vertigo attuale, c’è un mensile che, a differenza di bluff (parere personale) come Air o Northlanders, finora non mi ha mai deluso, e cioè Scalped.

Scritto dal bravo Jason Aaron (che gli estimatori di Ghost Rider e Wolverine: Weapon X conoscono) e disegnato dall’altrettanto bravo R.M. Guéra, Scalped è un thriller/noir intenso e originale, ambientato in una riserva indiana, con molti momenti di pathos, azione e violenza, mixati a una profonda introspezione psicologica dei personaggi e, di tanto in tanto, un pizzico di impegno e di denuncia sociale che comunque non appesantiscono l’avvincente story-line.

Imperniato sulle vicissitudini di Dashiell ‘Dash’ Bad Horse, un tormentato indiano che, dopo anni di assenza, torna nella riserva natia di Prairie Rose, Scalped ormai da mesi sta appassionando i lettori, grazie alle notevoli abilità di scrittura e di costruzione degli intrecci rivelata da Aaron. Dash, agente dell’FBI in incognito, si è infiltrato nella riserva allo scopo di incastrare il losco Capo Lincoln Red Crow, gestore di un casinò, in realtà una copertura per diversi affari loschi. Dash segue, anche se controvoglia, le direttive di Nitz, il suo superiore, che ha ottimi motivi per odiare Red Crow.

Finora la trama, in una piacevole alternanza di flashback e flashforward, era stata caratterizzata da una serie di avvenimenti che più che altro avevano, a mio avviso, la funzione di far capire al lettore le caratteristiche e le motivazioni dei characters: come Gina, la madre di Dash, ormai passata a miglior vita, ma che ricopriva un ruolo di primo piano nelle storie; della terribile Carol, figlia tossicomane di Red Crow e riluttante amante di Dash; del misterioso Catcher, indiano alcolizzato affetto da suggestioni mistiche; o dello psicopatico Diesel, un bianco che si ritiene un pellerossa e che, come si è scoperto, è anch’egli un agente sotto copertura.

Tuttavia, dopo lo sconvolgente colpo di scena della morte di Gina e la scoperta di alcuni indizi sulla natura di Catcher, che all’improvviso assume un’importanza notevole nell’economia narrativa del plot, pensavo che le sorprese fossero finite. Invece, questo sesto volume di Scalped, che comprende i nn. 30-34 del comic-book originale, è una sequela di cliffhangers mozzafiato e ogni membro del cast subirà mutamenti drastici in un contesto che potrà essere definito in qualsiasi modo tranne che statico.

Senza fare fastidiosi spoiler, posso solo anticipare che Dash prenderà decisioni sconvolgenti; il rapporto tra lui e Diesel giungerà al punto di non ritorno; lo stesso Red Crow regolerà i conti, in maniera inquietante, con gli agghiaccianti H’Mong, cominciando con il loro sadico tirapiedi Brass. E, per giunta, alla fine del volume, Carol avrà una brutta sorpresa e, in definitiva, niente sarà più lo stesso per nessuno.

Il livello qualitativo di Scalped era già elevato; ma in questa sequenza Aaron ha realmente ingranato la quarta e, alla fine della lettura, non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa succederà, poiché gli sviluppi futuri del plot sono imprevedibili. I testi di Aaron, ben impostati, come sempre, hanno una straordinaria valenza hard-boiled, di grande impatto; e i disegni di R.M. Guéra sono perfetti.

Mi permetto di affermare che questo capitolo di Scalped è, in assoluto, il migliore tra quelli finora usciti e sono convinto che gli estimatori del serial saranno d’accordo con me. E consiglio a coloro che ancora non lo conoscessero di dare una chance a Scalped. Non se ne pentiranno.


Voto: 8

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