Il ritorno di Corto Maltese: dalla Francia, quattro testimonianze di celebri fan del personaggio di Pratt

Pubblicato il 10 Ottobre 2014 alle 12:00

Abbiamo già dato, qualche giorno fa, la notizia della futura pubblicazione di una nuova avventura di Corto Maltese ad opera di Juan Dìaz Canales e Rubén Pellejero.

Lunedì scorso, il quotidiano francese “Le Figaro” ha riportato alcune dichiarazioni di personaggi famosi francesi che hanno commentato il ritorno alla carta stampata (rectius, inchiostrata) del marinaio più famoso del fumetto.

Di seguito la nostra traduzione di quelle dichiarazioni la cui fonte originale potete trovare qui.

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Michel-Édouard Leclerc (Presidente della società E.Leclerc leader, insieme a Carrefour, del settore della grande distribuzione, nonché grande amante del fumetto): “Trovo il ritorno di Corto Maltese decisamente esaltante. Soprattutto per festeggiare il ventesimo anniversario della morte di Pratt. È tanto bello quanto simbolico. Vuol dire che i veri eroi non muoiono mai. Lo sappiamo, nel fumetto la questione si è già posta, da Tintin a Spirou, passando per Iznogoud. Ma ho sempre pensato che Corto non fosse fatto per diventare un eroe da museo.

Sono veramente curioso di scoprire in che modo i nuovi interpreti se la siano cavata a mettersi nei panni del “Maestro” e come riusciranno a tenere viva l’anima di Pratt. Ma soprattutto, quel che so è che trasmetteranno la passione per Corto ad una nuova generazione di lettori che non necessariamente lo conoscono già.

Io ho imparato la geografia e la storia grazie a lui. Alcuni fumetti a volte sono così, fanno da guida …”

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Enki Bilal (Regista, sceneggiatore e disegnatore di fumetti tra cui la Trilogia Nikopol, la Tetralogia del Mostro e I Fantasmi del Louvre): “Provo prima di tutto curiosità. Non una curiosità morbosa, piuttosto qualcosa di bello. Ho una sensazione abbastanza positiva riguardo al progetto. Attendo tuttavia di vedere cosa ne verrà fuori. Per me, Corto Maltese significa prima di tutto Hugo Pratt. Questo rappresenta una grande libertà di espressione. Anche una libertà d’autore.

Hugo Pratt era una specie di epicureo, per la sua visione del mondo. La resurrezione del suo personaggio simbolo vent’anni dopo la sua morte non mi provoca alcuno choc, dal momento che l’iter delle differenti autorizzazioni chieste ai titolari dei diritti è stata rispettato.

Precisiamo però che si tratta di una sfida che ha un che di sacro. È necessario che i nuovi autori siano all’altezza. Non dovrà trattarsi di una semplice copia. Sarà necessario, piuttosto, che sia almeno un po’ sorprendente, affinché questo adattamento diventi un omaggio e, perfino, un prolungamento dell’opera di Pratt”.

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Lio (Cantante e attrice portoghese, naturalizzata belga, il cui nome deriva da un personaggio secondario del fumetto Barbarella): “Sono felicissima che Corto ritorni. Mi ricordo che in Italia, a quelli che mi chiedevano chi fosse il mio principe azzurro rispondevo sempre ‘Corto Maltese’. Finalmente, quello che è già sicuro è il suo ritorno, sebbene oggi io sia troppo vecchia per lui!

Io e Hugo Pratt siamo stati molto amici. Per una dozzina d’anni ci siamo visti regolarmente. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile far tornare in vita il suo personaggio. Pratt aveva messo tutti i suoi problemi, i suoi dubbi, la sua etica e il suo charme in Corto. Era il suo sogno.

Sono stata presente negli ultimi istanti di vita di Pratt. Egli ha vissuto male la sua malattia. Ha lottato fino alla fine. Effettivamente mi disse che avrebbe voluto che Corto vivesse delle nuove avventure. Di conseguenza questa rappresenta un’occasione straordinaria.

Dietro Corto, è Hugo che rivive. Hugo dimostra, con questo gran bel marameo, di essere più forte della morte”.

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Florence Arthaud (Navigatrice, soprannominata la «piccola fidanzata dell’Atlantico» per essere stata la prima navigatrice donna che ha partecipato a regate oceaniche): “Mi ricordo che il romantico marinaio immaginato da Hugo Pratt era molto apprezzato dal presidente François Mitterand. È vero che Corto è un bel personaggio. Tutti i marinai sono affascinanti, e di certo il fascino non manca neppure a lui.

Le avventure in mare che Pratt ha raccontato non le ho soltanto lette sui libri, le ho anche vissute!

Mi fa piacere il suo ritorno perché so che oggi i ragazzi vivono sognando lo spazio profondo. Per questo sostengo che andare per mare è la vera avventura. La “terra incognita” [così anche nel testo originale, n.d.t.] non è Marte, ma il mare. In mare niente è impossibile. Il mare è l’avventura, la scoperta.

La resurrezione del “gentiluomo di fortuna” di Pratt mostra ai ragazzi della nuova generazione che gli spruzzi delle onde e la libertà sono meglio dello stare immobili in una capsula spaziale”.

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