100 Bullets Presenta Lono n. 2 – Recensione Grandi Opere Vertigo RW Lion

Pubblicato il 10 Ottobre 2014 alle 10:15

Si conclude la sconvolgente miniserie dedicata a uno dei più controversi personaggi di 100 Bullets, capolavoro noir di Brian Azzarello ed Eduardo Risso: Lono! Cosa succederà quando il letale assassino dovrà affrontare un cartello criminale in un paese del Sudamerica? Scopritelo in questo tp!

Grandi Opere Vertigo – 100 Bullets Presenta: Lono n. 2

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Autori: Brian Azzarello (testi), Eduardo Risso (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Noir
Provenienza: USA
Prezzo: €13,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: settembre 2014

Al pari di Sin City di Frank Miller, 100 Bullets, straordinaria serie Vertigo di Brian Azzarello ed Eduardo Risso, va annoverata tra i capolavori noir degli ultimi anni. Coloro che si sono appassionati alle complesse e labirintiche vicissitudini di Graves, Shepherd e gli altri incredibili personaggi collegati al Trust e ai Minutemen lo sanno bene. Quello che a suo tempo era partito come un progetto azzardato divenne nel corso del tempo una testata hard-boiled seguita e apprezzata da parecchi. Con il pretesto di una story-line dai toni pulp, Azzarello aveva analizzato la sostanziale corruzione del sistema sociale, politico e finanziario degli Stati Uniti, legato a filo doppio agli ambienti del crimine organizzato.

La serie si concluse in maniera devastante con il centesimo episodio ma evidentemente Azzarello aveva ancora qualcosa da raccontare e lo dimostra questa miniserie imperniata su uno dei personaggi più inquietanti e controversi di 100 Bullets, il terribile Lono. Psicopatico, sadico, dedito ad impulsi omicidi ma anche dotato di raffinata intelligenza, Lono era ufficialmente morto in un regolamento di conti avvenuto alla fine del serial. Ma, appunto, questa era la realtà ufficiale.

Nel primo tp di Lono, infatti, abbiamo scoperto che è sopravvissuto e per una serie di circostanze è finito in Sudamerica. Sembra cambiato e ha atteggiamenti e comportamenti più riflessivi e moderati. Lono vuole quindi chiudere con la sua vita malavitosa? A prima vista parrebbe di sì e dopo essere entrato in contatto con un sacerdote che gestisce un orfanatrofio inizia ad aiutarlo. Ma in quel posto il degrado e la povertà dilagano e non manca il crimine, rappresentato da un cartello coinvolto in losche attività.

Le strade di Lono e quelle del cartello si incrociano e si intuisce sin dal principio che le conseguenze saranno preoccupanti. A complicare tutto si aggiunge la figura enigmatica di una suora che forse non è davvero ciò che afferma di essere e che, specialmente in questo secondo tp che include i nn. 5-8 della miniserie, giocherà un ruolo importante nella trama. Azzarello delinea una story-line ricca di pathos, tensione e suspense con il ritmo tipico della migliore narrativa crime, testi introspettivi alla Chandler e dialoghi incisivi. E c’è molta violenza.

Il capo del cartello ha una finalità precisa e le morti si sprecheranno. E chiunque conosca l’Azzarello autore noir sa che non risparmia colpi allo stomaco. Preparatevi quindi ad assistere, in particolare nei capitoli finali del volume, a un crescendo allucinante di sparatorie, torture, mutilazioni e decapitazioni che raggiungono livelli parossistici. Tra cadaveri di neonati conservati nella formaldeide, unghie strappate e pulsioni pedofile (agghiacciante la sequenza di un gangster che cerca di abbordare alcune bambine dell’orfanotrofio per farle partecipare a un’orgia), Azzarello scrive un’ottima storia in cui gli aspetti peggiori dell’animo umano sono descritti con dovizia di particolari e con sguardo lucido e impietoso da entomologo. E, in definitiva, Lono si rivela il meno discutibile tra tutti i personaggi della vicenda.

Dal canto suo, Eduardo Risso svolge un lavoro impeccabile con lo stesso stile fluido e dinamico che aveva conquistato i fan di 100 Bullets. I giochi d’ombra, elemento fondamentale per un thriller, sono strepitosi e il taglio cinematografico delle vignette e dei primi piani fa pensare alla tecnica degli storyboard. Risso inoltre è abile nella raffigurazione delle ambientazioni, quasi la rappresentazione metaforica dello squallore interiore dei protagonisti: bar fumosi e malfamati, case miserevoli avvolte nella penombra, chiese dall’atmosfera intimidente e così via. E sono ricorrenti simboli che rimandano al cattolicesimo, non solo a causa della presenza del sacerdote, ma dell’implicita insistenza sui concetti di peccato, colpa e redenzione che animano la storia. Insomma, se avete amato 100 Bullets amerete la miniserie di Lono. Da non perdere.

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