I miei 10 Dylan Dog preferiti – Sondaggio

Pubblicato il 25 Settembre 2014 alle 12:00

L’Indagatore dell’Incubo Bonelli sta per cambiare. Riguardando indietro verso questi 28 anni abbiamo scelto i nostri 10 albi preferiti, quelli che più hanno segnato la nostra vita di lettori (e non solo). Quali sono i vostri?

Con il numero 337, Spazio Profondo, si apre la nuova era di Dylan Dog. Inizieranno infatti ad essere introdotte tutte le novità che il nuovo (in carica da Maggio 2013) curatore Roberto Recchioni ha annunciato negli scorsi mesi, dal pensionamento (ma NON la scomparsa) di Bloch all’introduzione della tecnologia.
Quale momento migliore quindi per ricordare la nostra storia con Dylan Dog? Questa è la mia, con gli albi che ricordo con più piacere.

Quali sono i vostri? Scrivete qui o nei commenti su Facebook i vostri 10 numeri preferiti! Per comodità limitiamoci alla serie regolare.

Ho iniziato a leggere Dylan Dog nel 2001, a 11 anni. Grazie alla mia impareggiabile maestria con la matematica mi è facile concludere quindi che lo leggo con assiduità da 13 anni, più di qualunque altro fumetto continui a seguire adesso.

L’approccio a Dylan non fu però molto felice. Il primo numero che lessi (e che ovviamente è in questa mia selezione) lo trovai a casa di un’amica di famiglia da cui allora passavo diversi pomeriggi ogni settimana e che teneva nella libreria in soggiorno diverse altre serie Bonelli (Nick Raider, Nathan Never, i primi numeri di Julia) e in una cameretta per gli ospiti su uno scaffale in alto i Dylan Dog, le cui costine nere non potevano non attirare la mia attenzione da undicenne.
Ovviamente decisi che dovevo assolutamente leggerne uno, così con l’aiuto di una sedia pescai un albo a caso.

LA LETTURA MI TERRORIZZÒ A MORTE.

Fortunatamente dopo qualche settimana di distacco precauzionale tornai, sbirciando metaforicamente tra le dita (è impossibile leggere tenendo le mani davanti agli occhi, a meno di non disporre di un leggio e un girapagine), a immergermi nelle avventure dell’Old Boy. Dal maggio 2002 (n°189, Il labirinto di Bangor) ad oggi ho comprato tutte le uscite mensili, e qualche anno più tardi ho girato mercatini e fiere per poter sfoggiare nella mia libreria l’intera serie (non tutta originale, non sono mica Lord Wells). Sono arrivato al punto in cui devo girare mercatini e fiere immobiliari per trovare le librerie su cui sfoggiarla.

Queste sono le 10 storie che più mi sono rimaste dentro. Per sceglierle ho lasciato da parte la logica e il senso critico e in piedi davanti alla mia collezione ho lasciato che la mano si muovesse da sola verso gli albi che avevo letto con piacere più volte o che avevo letto una volta sola ma ricordavo perfettamente. Non sono in ordine di preferenza (è già stata una sofferenza ridurre a 10 le decine che avevo pre-selezionato), ma sistemati cronologicamente. Buona lettura.

GLI UCCISORI, N°5

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Febbraio 1987
Soggetto e sceneggiatura di Tiziano Sclavi, disegni di Luca Dell’Uomo, copertina di Claudio Villa.

Politici e industriali che tentano di instaurare un nuovo ordine mondiale grazie ad alchimia, informatica e ultraviolenza. La prima comparsa in baffi e canottiera di Lord Wells. Piuttosto e anzichenò.

CAGLIOSTRO!, N° 18

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Marzo 1988
Soggetto e sceneggiatura di Sclavi, disegni di Luigi Piccatto, copertina di Villa.

Dylan è in America (più o meno contro la sua volontà) e ovviamente incontra H.P. Lovecraft, Travis Bickle e una selezione dei più celebri mostri e assassini più celebri degli USA grazie a uno Sclavi in vena di splatter e un Piccatto in formissima. Il potente gatto Cagliostro rimane ad oggi la mia “spalla” preferita, battendo sia Wells che la Trelkowski (i veri fan lo scrivono senza copincollare). E sì, preferirei avere lui in casa che Botolo.

DAL PROFONDO, N° 20

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Maggio 1988
Soggetto di Sclavi e Alfredo Castelli, sceneggiatura di Castelli, disegni di Corrado Roi, copertina di Villa.

Il curioso George è un freak che ispira ribrezzo e un po’ di tristezza per le sue origini, narrate estesamente in un “inserto” di 27 pagine che è lì lì (anche se me ne sono accorto solo dopo diversi anni) sul bordo dello spiegone. I disegni di Roi però mi colpirono molto alla prima lettura e continuano a farlo ogni volta, e il neonato che abbandonato nelle fogne si nutre di topi e vermi albini rimane una delle immagini più disturbanti che associo a Dylan Dog.

P.S. L’anno scorso ho letto il racconto Nato d’uomo e di donna di Richard Matheson. Se non l’avete mai fatto e vi piace Dal Profondo, leggetelo.

LA REGINA DELLE TENEBRE, N°53

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Febbraio 1991
Soggetto e sceneggiatura di Claudio Chiaverotti, disegni di Montanari & Grassani, copertina di Angelo Stano.

Eccolo, il mio primo Dylan Dog. Quello che, scusate la ripetizione,

MI TERRORIZZÒ A MORTE

quando avevo 11 anni. Culti schizofrenici, spilloni infilati a rallentatore nel cuore, una donna incinta infilzata dal gancio di una gru e un’adolescente che sgozza un cagnolino erano decisamente più di quanto mi aspettassi allora, anche se poi ho imparato ad apprezzare le morti fantasiose e sanguinolente scritte da Claudio Chiaverotti (che, io la butto lì, manca dalla serie principale da più di 10 anni). Approfitto inoltre dell’occasione per spezzare una lancia a favore di Montanari & Grassani, spesso bistrattati ma che grazie a quest’albo ho sempre portato nel cuore.

PARTITA CON LA MORTE, N°66

Dyd66

Marzo 1992
Soggetto e sceneggiatura di Chiaverotti, disegni di Roi, copertina di Stano.

Ancora Chiaverotti, che qui si diverte con un scheletro di T-Rex divoratore di uomini e un’armatura assassina con senso dell’umorismo. Ma sono solo schegge di follia in una storia tesa e cattiva, in cui Dylan non esita a uccidere un uomo in coma staccandolo dalle macchine (alla faccia del buonismo) pur non capendo fino in fondo la situazione.

JOHNNY FREAK, N°81

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Giugno 1993
Soggetto di Mauro Marcheselli, soggetto di Sclavi, disegni di Andrea Venturi, copertina di Stano.

Una scelta telefonatissima: Johnny Freak appare (giustamente) in quasi tutte le classifiche dylaniate. Vorrei scrivere qualcos’altro ma mi è finita una bruschetta nell’occhio, scusate.

FINCHÉ MORTE NON VI SEPARI, N°121

dyd121 finché morte

Ottobre 1996
Soggetto di Marcheselli, sceneggiatura di Sclavi, disegni di Bruno Brindisi, copertina di Stano.

L’unico numero “di continuity” tra i dieci che ho scelto oltre che l’unico a colori. Lillie Connoly è, mi dispiace per Bree, la mia donna di Dylan preferita (anche se i due non sono mai stati “insieme” nella realtà). Per il resto un numero in cui giganteggia un ispettore Bloch dispensatore di sberle e che segna il primo incontro tra Dylan e Groucho (“Ma ti vedo perplesso. Ti faccio un esempio stupido, che quindi tu capirai al volo. Li vedi questi baffi finti? Sono veri.”). Trìfolo parlante(e di nuovo bruschetta nell’occhio)!

TRE PER ZERO, N°125

Dyd125 tre per zero

Febbraio 1997
Soggetto e sceneggiatura di Sclavi, disegni di Brindisi, copertina di Stano.

In una delle storie più surreali del creatore di Dylan Dog l’unico a dire cose sensate è per lunghi tratti Groucho che discetta di politica economica offrendo spunti validi ancora oggi nel 2014. Il caso domina in questa trasferta nel ridente paesino di Bellybutton, dove la morte è in vacanza ma ci sono più omicidi che nel villaggio de La Signora in Giallo.

IL SEME DELLA FOLLIA, N°175

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Aprile 2001
Soggetto e sceneggiatura di Paola Barbato, disegni di Piccatto, copertina di Stano.

Una storia molto solida in cui la Barbato ci offre un Dylan rabbioso e questa volta non animato solo dalla “rabbia dei giusti”. Molti punti in più per la cinica rockstar Murray, personaggio che mi piacerebbe rivedere ancora dopo lo speciale La Peste.

IL GIUDIZIO DEL CORVO, N°311

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Agosto 2012
Soggetto e sceneggiatura di Roberto Recchioni, disegni di Daniele Caluri, copertina di Stano.

Sono stato indeciso fino a pochi secondi prima di scrivere queste righe tra Il Giudizio del Corvo e Mater Morbi, sempre di Recchioni. A farmi decidere in favore del numero 311 è stato alla fine Mister Giggle, l’imparziale giudice faccia di corvo. Un gran bel cattivo che, secondo lo sceneggiatore romano, avrebbe dovuto far parte insieme a Mater Morbi e altri di una specie di rilancio della continuity dylaniana ad opera sua, della Barbato e di Michele Medda. Il progetto venne poi affossato, ma chissà che con la nuova posizione conquistata da Recchioni l’affabile uccellaccio non ritorni davvero (insieme speriamo a Capitan Fantastic).


 

Queste erano le 10 storie di Dylan che ho scelto. Non dimenticate di proporre le vostre, nei commenti qui sotto o in quelli su Facebook! E continuate a seguire MangaForever.net per tutte le novità su Dylan Dog che emergeranno nei prossimi giorni!

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