Attenti a Creeper – Recensione Vertigo Library 12 RW Lion Comics

Pubblicato il 21 Settembre 2014 alle 10:30

Cosa c’entra il surrealismo con una singolare anti-eroina denominata Creeper? Scopritelo in questa miniserie Vertigo ambientata nella Parigi degli anni venti scritta da Jason Hall e illustrata dal penciler di Wonder Woman, il bravo Cliff Chiang!

Vertigo Library n. 12 – Attenti a Creeper

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Autori: Jason Hall (testi), Cliff Chiang (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Thriller
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,6, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: luglio 2014

Gli anni venti del secolo scorso sono stati molto importanti per ciò che concerne l’evoluzione artistica e quel decennio straordinario vide la nascita di movimenti d’avanguardia come il dadaismo, il surrealismo e il futurismo, giusto per citarne alcuni. Diversi esponenti delle arti figurative, della musica e della letteratura crearono opere rivoluzionarie che suscitarono scandalo tra i benpensanti e che oggi sono annoverate tra i classici del Novecento. In tale contesto Parigi ebbe un ruolo fondamentale. Fu nella capitale francese infatti che tanti di loro si trasferirono, attratti dal clima di maggiore libertà espressiva, divenendo figure di spicco dei movimenti da me citati.

Non è usuale trovare fumetti americani ispirati a quella stagione creativa. Di primo acchito ricordo solo la Doom Patrol di Grant Morrison che introdusse bizzarri personaggi e raccontò storie in linea con l’attitudine di André Breton e Salvador Dalì. E ora è la volta di un’originale miniserie Vertigo, Beware The Creeper, che Lion pubblica in un unico volume. Come è facile desumere dal titolo, è incentrata sulla figura di Creeper ma non si tratta dell’inquietante character inventato dal maestro Steve Ditko.

L’autore Jason Hall ambienta la story-line proprio nella Parigi degli anni venti sconvolta dalla rivoluzione surrealista. Il Creeper della storia non ha però nulla a che vedere con il Jack Ryder familiare ai DC fan. È una donna e le sue attività potrebbero essere considerate, da un certo punto di vista, criminose. Hall introduce due sorelle gemelle, Madeline e Judith. La prima è tranquilla e sensibile mentre la seconda corrisponde alla tipica ragazza dell’avanguardia parigina. È provocante, disinibita e frequenta i circoli artistici della città. Un loro amico è Allain, ispettore di polizia attratto da Judith che indaga su una serie di atroci aggressioni commesse ai danni di prostitute.

Ma ci sono anche due personaggi ambigui: Matthieu Arbogast e la sua potente madre. L’uomo ha comportamenti violenti, finge di essere artista senza averne le capacità e desidera Judith. Madame Arbogast, d’altro canto, usa il suo prestigio per motivi loschi e quando all’improvviso appare la misteriosa donna chiamata Creeper tutto si complica. Costei compie gesta eclatanti che possono essere interpretate come atti surrealisti o performance provocatorie ai danni degli Arbogast. Ma qual è la ragione? E, soprattutto, chi è Creeper?

Jason Hall scrive una trama avvincente, giocando con stilemi noir e thriller e facendo apparire Hemingway, André Breton, Man Ray, Picasso, la celebre modella Kiki De Montparnasse, Aleister Crowley, Gertrude Stein e altre personalità della Parigi dell’epoca con una serie continua di citazioni e riferimenti culturali. Ma c’è pure un aggancio al DCU, per quanto labile, con la breve comparsa del mago Zatara, padre della sexy maga Zatanna. Beware The Creeper è un ottimo prodotto, con testi e dialoghi intensi e incisivi, che ha il pregio di recuperare un vecchio concetto narrativo reinterpretato in maniera peculiare.

Alle matite c’è Cliff Chiang che tanti apprezzano per la Wonder Woman del reboot. Il suo stile fluido e dinamico, valorizzato da raffinati giochi d’ombra, è perfetto per la rappresentazione della Parigi della Lost Generation e la raffigurazione dei vicoli, dei bistrot, delle squallide camere ad ore occupate dalle prostitute e del paesaggio urbano è ammirevole. Dimostra creatività nella concezione visiva dei personaggi: Madeline e Judith sono delicate e avvenenti, quasi una versione retrò delle Gwen e Mary Jane di marvelliana memoria; il look di Creeper ha riferimenti all’Egitto (ricordiamo che negli anni venti fu scoperta la tomba di Tutankhamon) e all’art déco; Allain sembra modellato sui divi del muto; Matthieu Arbogast, con lo sguardo malato, evoca perversione e la madre fa venire in mente certe cattive Disney alla Crudelia Demon. Insomma, Beware The Creeper è una proposta di qualità e vale la pena tenerla d’occhio.

Voto: 8

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