Recensione Silent Mobius Vol. 1-10 (di 15)
Pubblicato il 14 Aprile 2010 alle 00:00
Autori: Kia Asamiya (testi e disegni)
Casa editrice: d/visual
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 7,50 cad.
A cura di Roberto “IceMan” Addari
Dopo aver subito una vita editoriale a dir poco travagliata (prima la chiusura di Zero e di Granata Press, poi l’interruzione dopo appena sei mesi di pubblicazione monografica per l’allora Marvel Manga) il manga cult di Kia Asamiya ha trovato finalmente stabilità e continuità in casa d/visual, la quale in circa 14 mesi ha pubblicato 10 corposi volumi su 15 che compongono la serie.
Si tratta di una complete edition in cui il mangaka ha riorganizzato il materiale realizzato a partire dalla fine degli anni ottanta in un continuum narrativo organico: i primi dodici tankobon presentano la saga principale, il 13 e il 14 le storie pubblicate come Silent Mobius Tales, mentre l’ultimo raccoglie il prequel, Mobius Klein (pubblicato già da Planet Manga).
Silent Mobius ci trasporta nella Tokyo del futuro, in cui la tecnologia vista in film come Blade Runner convive con le pratiche magiche ed esoteriche della tradizione occidentale e orientale, per raccontarci le vicende dell’AMP: composta da sole donne, è una sezione della Polizia impegnata a difendere la città dagli attacchi dei misteriosi Lucifer Hawk, esseri mostruosi di ascendenza gigeriana provenienti da Nemesis, un mondo parallelo al nostro .
La serie ha una struttura telefilmica: i volumi sono occupati da episodi autoconclusivi (spesso di lunghezza pari all‘intero tankobon) che man mano portano avanti la trama di fondo, mostrandoci tanto gli scontri tra l’AMP e i Lucifer Hawks quanto la vita personale delle protagoniste, che crescono di personalità e carisma col procedere della storia accattivandosi con facilità la simpatia e l’affetto dei lettori.
La storia portante ruota attorno al mistero dei Lucifer Hawks, chi siano e quale sia il loro scopo, e ai legami con i membri dell’AMP che affondano le proprie radici in una guerra combattuta già una volta in passato e che, come il mobius del titolo suggerisce, sembra destinata a ripetersi ancora una volta: non mancano rivelazioni sorprendenti e colpi di scena assolutamente inaspettati, come gli sconvolgenti eventi narrati nei volumi ottavo, tra i più intensi finora letti, nono e decimo che preparano al climax finale dal sapore apocalittico.
Ed è proprio il lavoro sui personaggi, impegnati a superare sfide con se stessi e a combattere con i demoni interiori e provenienti dal proprio passato prima che con le creature mostruose, e i misteri che si dipanano con mestiere a catalizzare l’attenzione e a coinvolgere il lettore all’interno di una storia epica e drammatica.
Le tavole sono estremamente curate in ogni dettaglio, dal design dei personaggi agli sfondi: la ricchezza di dettagli nelle divise, la varietà di abiti civili e acconciature mostrano gli studi alla scuola di design che ha formato Asamiya; gli ambienti e gli edifici denotano particolare meticolosità nella rappresentazione affinché la Tokyo del futuro sia credibile e di atmosfera.
L’esperienza maturata nel campo dell’animazione la si può notare nella dinamicità delle scene d’azione ricche di “effetti speciali“, e nella retinatura massiccia che fa le veci del colore, che infonde vitalità ai disegni, e che ha reso Silent Mobius un modello cui ispirarsi per artisti coevi e successivi (ad esempio le Clamp e Hagiwara).
L’edizione è tra le migliori mai viste in Italia, sia per i materiali usati che per la resa di stampa che esalta le tonalità di grigio e i virtuosismi dei retini; presenti pagine a colori in ciascun volume, con un numero che oscilla dalle circa 20 del primo tankobon alle 8 dei seguenti: queste comprendono tanto illustrazioni da cover per cd o laser disc, o poster o pin up per riviste, tanto tavole a colori del manga situate sia nei capitoli di apertura che in quelli successivi.
Ricco l’apparato redazionale che contestualizza l’opera e ne ricostruisce le vicende editoriali e che approfondisce temi legati alla magia tradizionale nipponica; non mancano i profili dei personaggi.
In conclusione un manga che a più di vent’anni dall’esordio non sente il peso del tempo ma che è ancora in grado di dire la sua con personalità e che per questo non merita assolutamente di passare inosservato.
Voto 8