Astro City Nuova Serie Vol. 1 – Recensione RW Lion Comics
Pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 18:30
Arriva la nuova serie di Astro City, l’epopea supereroica ideata da Kurt Busiek e disegnata da Brent Anderson con le copertine di Alex Ross! Visitate la metropoli popolata da supereroi descritta da una prospettiva inusuale!
Lion Extra n. 6 – Astro City n. 9 nuova serie n. 1
Autori: Kurt Busiek (testi), Brent Anderson (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,8 x 25,6, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: agosto 2014
Quando Kurt Busiek si fece conoscere con Marvels, critici e lettori furono estasiati dalla peculiare prospettiva usata nella delineazione dei supereroi della Casa delle Idee. Lo sceneggiatore, infatti, non fece altro che ripercorrere i momenti più salienti del Marvel Universe, raccontandoli non dal punto di vista degli eroi ma da quello del reporter Phil Sheldon, un uomo normale, affascinato e contemporaneamente intimorito dalle divinità asgardiane, gli arrampicamuri e i mutanti presenti a New York. Era questo il punto di forza di Busiek: l’umanità che gli consentiva di narrare storie di supereroi con l’ottica del mondo di tutti i giorni. Marvels ottenne un successo strepitoso, grazie anche ai dipinti iperrealisti dell’eccezionale Alex Ross, e lo stile narrativo di Busiek lasciò il segno.
Dopo essersi occupato di Untold Tales of Spider-Man, Thunderbolts e Avengers, decise di concentrarsi nuovamente sull’idea originaria di Marvels: scrivere cioè storie di supereroi privilegiando la prospettiva dell’individuo della strada. Lo fece con Astro City, una delle migliori serie degli ultimi anni, iniziata con l’Image e proseguita con la DC. Il comic-book era ambientato ad Astro City, appunto, città popolata da molti supereroi. Ognuno di essi si richiama in realtà a personaggi Marvel e DC, chiaramente riconoscibili, e il serial può pure essere considerato una lettura analitica e critica delle convenzioni narrative supereroiche. Tuttavia, sebbene i giustizieri in calzamaglia non manchino, non sono i protagonisti principali delle trame.
Con una struttura di solito autoconclusiva, Busiek raccontava vicende di gente comune a volte implicata nelle avventure dei supereroi o che a volte interpreta il ruolo di spettatore e testimone. Astro City è quindi imperniata su individui che chiunque potrebbe incontrare in ambito quotidiano: impiegati, insegnanti, padri e madri di famiglia, studenti e così via. E sullo sfondo, labili come figure mitiche e irraggiungibili, si muovono eroi come Samaritan, una specie di Superman; Cleopatra, che rimanda a Wonder Woman; la First Family, riferimento ai Fantastici Quattro e tanti altri.
Di recente Busiek ha ideato una nuova serie di Astro City, sempre per la DC, e i primi sei episodi sono ora tradotti da Lion in questo volume. Da un certo punto di vista, nulla è cambiato e la gente comune occupa un posto rilevante nelle story-line; l’autore però modifica qualcosa, inserendo un paio di sottotrame che si dipanano nei vari capitoli che non hanno perciò più l’impostazione autoconclusiva della precedente collana. Innanzitutto, nei cieli di Astro City appare all’improvviso un enorme portale dimensionale e ne emerge un gigantesco alieno alla Galactus. Sostiene di non avere intenzioni ostili ma è davvero così? Busiek, inoltre, introduce un bizzarro individuo rinchiuso in manicomio consapevole dell’esistenza di una minaccia incombente che si rivolge in continuazione ai lettori, in un curioso gioco meta-narrativo.
Al di là di ciò, però, Busiek si sofferma sugli abitanti di Astro City. Ci narra la toccante avventura di una ragazza che lavora in un call center collegato ai supereroi e che finisce, suo malgrado, implicata in una spiacevole situazione. Descrive una donna di mezza età dotata di superpoteri che non ha però voluto essere una supereroina perché non si sente all’altezza e lavora nel cinema come esperta di effetti speciali. E concepisce un curioso episodio sui Ragazzi Blasfemia, gruppo dedito alla lotta contro minacce paranormali degne di un libro di Lovecraft e un altro su un uomo di colore dal passato discutibile. I testi sono intensi, introspettivi, malinconici e i dialoghi risultano profondi e si può dunque affermare che la nuova serie di Astro City è valida.
Brent Anderson è efficace, con il suo tratto che ricorda gli esiti espressivi del grande Neal Adams, da sempre suo modello, e rende giustizia alle sceneggiature tramite un lay-out inventivo. E bisogna tenere d’occhio le copertine pittoriche del bravissimo Alex Ross. Coloro che già apprezzano Astro City sanno di cosa parlo. Chi non conoscesse quest’opera intrigante dovrebbe darle un’opportunità. Gli albi Marvel e DC in genere mettono sotto la luce dei riflettori i supereroi, con le persone sullo sfondo. Astro City è invece prima di tutto un fumetto di persone e poi di supereroi. Non è una differenza di poco conto.