Iron Man La Seconda Guerra delle Armature – Recensione Marvel Gold Panini

Pubblicato il 16 Settembre 2014 alle 16:30

Panini comics ripropone una delle story-line più apprezzate di Iron Man: la Seconda Guerra delle Armature! Cosa succederà a Tony Stark quando dovrà confrontarsi con Kearson Dewitt? Ce lo rivelano due mostri sacri del fumetto americano: John Byrne e John Romita Jr.!

Marvel Gold – Iron Man La Seconda Guerra delle Armature

MARVEL GOLD IRON MAN LA SECONDA GUERRA DELLE ARMATURE

Autori: John Byrne (testi), John Romita Jr. (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 18,00, 17 x 26, pp. 216, col.
Data di pubblicazione: settembre 2014

Da Civil War in poi, Iron Man, personaggio storico della Marvel, ha giocato un ruolo fondamentale nelle vicissitudini dell’universo narrativo creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko. Testa di Ferro è comunque sempre stato apprezzato sin dall’esordio nei lontani anni sessanta e il fatto di essere membro dei Vendicatori ha contribuito a tenerne alta la popolarità. Nel corso dei decenni, le storie di Iron Man hanno sovente assunto valenza propagandistica. Nei magici sixties Iron Man, nella sua identità civile dell’industriale Tony Stark, era legato al governo e le avventure risentivano del clima da guerra fredda del periodo (e infatti la maggior parte dei suo avversari era di provenienza sovietica).

Le cose più o meno rimasero uguali nel decennio successivo ma negli ottanta Bob Layton modificò molte cose. Story-line come quelle dell’alcolismo di Tony presentarono un personaggio più sfaccettato e le nuove impostazioni piacquero ai lettori americani. Una delle saghe più amate fu quella della Guerra delle Armature in cui Iron Man, dopo aver scoperto che la sua tecnologia era stata usata per creare costumi utilizzati da vari criminali, affrontava, appunto, molti villain in armatura. Nel 1990 l’allora editor in chief Tom De Falco decise di dare il via a una seconda Guerra delle Armature.

A scriverla non fu però Bob Layton che per anni aveva dato una precisa impronta narrativa e grafica al mensile di Iron Man, piuttosto classica e mainstream. Ci voleva una scossa, qualcosa in grado di sconvolgere i lettori abituali. E perciò i testi furono affidati all’acclamato Johyn Byrne e le matite all’amatissimo John Romita Jr. Byrne era un simbolo del fumetto statunitense degli anni ottanta, grazie alla seminale run di Uncanny X-Men realizzata con Chris Claremont, alla sua fenomenale gestione di Fantastic Four e a quella, non meno importante, del Superman post-Crisis, ma forse nei primi anni novanta iniziava a risultare datato. In ogni caso, si trattava di un professionista di valore, ottimo disegnatore e sceneggiatore a volte discontinuo.

Dal canto suo, John Romita Jr. era uno degli artisti di spicco della Casa delle Idee. Dopo vari episodi di Amazing Spider-Man e Uncanny X-Men, aveva entusiasmato tutti affinando il suo stile con la celebrata Starbrand e l’incredibile run del Daredevil di Ann Nocenti. L’accoppiata Byrne/Romita Jr., quindi, incuriosì i fan. In questo story-arc, dunque, Byrne si concentra su Tony Stark che nella sua ottica è un industriale carismatico, geniale, stravagante, una specie di Bill Gates o di Steve Jobs in salsa Marvel, che frequenta belle donne, indossa abiti di Armani e nelle vesti di Iron Man affronta criminali che intendono metterlo fuori gioco.

Tra essi c’è il perfido Kearson Dewitt che, come avranno modo di scoprire i lettori, ha tanti motivi di astio nei suoi confronti e architetta un piano per distruggerlo. Naturalmente questo è il pretesto che serve a Byrne per utilizzare nemici storici di Testa di Ferro come Titanium e il Laser Vivente e personaggi di sua invenzione come gli inquietanti e incestuosi Fratelli Marss, da lui introdotti su Namor The Sub-Mariner, che hanno un ruolo nel complotto, sebbene non di primo piano. E non poteva mancare la nemesi per eccellenza di Iron Man, lo spietato Mandarino, che si avvarrà del mostruoso drago Fing Fang Foom per sferrare un attacco al nostro eroe.

I testi di Byrne sono divertenti e la trama, benché commerciale, funziona. Tuttavia questo volume di Marvel Gold che include i nn. 258/266 della testata originale è da tenere d’occhio soprattutto per gli incredibili disegni di John Romita Jr. Ammettiamolo, è lui a fare la differenza con illustrazioni di grande impatto visivo, vignette spaziose, spesso a tutta pagina, valorizzate da gigantismo kirbyano. Il figlio di Jazzy John realizza versioni personali dei character: Tony Stark è sexy e in tiro, simile a un divo del cinema, e quando porta l’armatura evoca una freddezza robotica sconcertante e intimidente. Così come è intimidente Titanium che nella sua interpretazione diventa enorme e minaccioso. Dewitt e i Marrs hanno smorfie e sguardi da pervertiti, il fido James Rhodes è un afroamericano credibile e realistico e il Laser Vivente assomiglia a una massa di energia luminosa di forma vagamente umana.

Romita Jr, però, svolge il lavoro migliore con il Mandarino che non indossa più il pacchiano costume degli anni sessanta ma, con capelli lunghi e abiti di ampie proporzioni, fa venire in mente certi fanatici dei paesi orientali odierni. E l’effetto più sconvolgente l’ottiene con Fing Fang Foom: orribile, gigantesco, spaventoso. Insomma, il tp è da prendere in considerazione, a mio avviso. Le storie sono di buon livello ma i disegni sono l’elemento più importante di quella che rimane una sequenza di rilievo della lunga e articolata vita editoriale di Iron Man.

Voto: 7

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