Justice League America: Starro Il Conquistatore – Recensione DC Comics Story n. 7
Pubblicato il 30 Agosto 2014 alle 10:30
Com’è nata la Justice League America? Scopritelo in questo volume della collana DC Comics Story che include lo storico esordio della più importante squadra di supereroi del mondo, con storie scritte da un veterano dei comics, Gardner F. Fox!
DC Comics Story n. 7 – Justice League America Starro Il Conquistatore
Autori: Gardner F. Fox (testi), Mike Sekowsky (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: €7,90, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: agosto 2014
Come ho scritto in altre occasioni, Julius Schwartz ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei comics supereroici e fu grazie a lui se i comic-book imperniati sui giustizieri in calzamaglia tornarono in auge verso la fine degli anni cinquanta dopo un periodo di scarsa popolarità. Schwartz ricordava bene la Golden Age ed ebbe l’idea di riproporre character del calibro di Flash e Lanterna verde in una nuova versione più al passo con i tempi. Il successo dei due personaggi lo spinse ad introdurre pure una squadra di supereroi, la Justice League America, che ottenne un riscontro incredibile da parte del pubblico. Fu così che nacque la Silver Age dei fumetti statunitensi.
In realtà, l’idea di un super gruppo non era una novità. Nella Golden Age, infatti, la DC aveva pubblicato le storie della Justice Society of America che includeva alcuni dei personaggi più amati della casa editrice. Molte di quelle avventure erano state scritte da un nome leggendario, uno degli sceneggiatori più prolifici del fumetto a stelle e strisce: Gardner F. Fox. Schwartz pensò proprio a lui quando decise di dare il via alla Justice League America che esordì nello storico n. 28 dell’antologico Brave and the Bold. Era il 1960 e niente sarebbe più stato lo stesso.
Dopo altre due apparizioni nella testata, la Justice League ottenne il suo albo e Fox ne delineò le vicende per otto anni, coadiuvato dal penciler Mike Sekowsky. L’importanza della serie è innegabile, non solo perché rappresentativa della Silver Age, ma anche perché spinse la concorrente Marvel a creare un comic-book analogo, Avengers, che almeno all’inizio fu un evidente plagio della serie DC. E, facendo i debiti distinguo, la lunga e avvincente run di Fox può essere in parte paragonabile a quella altrettanto avvincente dei Vendicatori di Roy Thomas.
Questo settimo volume della collana DC Comics Story include quindi l’esordio del team e una selezione delle prime storie della JLA. Nell’avventura iniziale, Fox ci presenta un gruppo formato da Aquaman, Lanterna Verde, Wonder Woman e Martian Manhunter, con Superman e Batman a fare da membri onorari. Questi eroi devono confrontarsi con Starro il Conquistatore, anch’egli al suo esordio, destinato a diventare nel corso del tempo uno dei villain più importanti del DCU. Fox scrive testi efficaci e vivaci, a tratti verbosi e comunque da collocare nel contesto dei sixties, ma la storia ha un ritmo serrato e accattivante e si legge con piacere.
Vale lo stesso per le altre avventure presenti nel volume, in pratica i nn. 7-13 del comic-book originale. Qui si aggiungono Freccia Verde e la mascotte Snapper Carr, un ragazzino sovente coinvolto nelle vicissitudini della Lega (analogamente al Rick Jones dei primi Vendicatori). Le story-line sono semplici, le atmosfere risentono del clima da guerra fredda dell’epoca e nello stesso tempo risultano solari e divertenti, con influssi dei b-movie fantascientifici. Infatti le minacce di tipo alieno sono ricorrenti ma non mancano altre suggestioni. Fox, per esempio, introduce lo stregone Felix Faust che evoca tre demoni che daranno parecchio filo da torcere alla squadra. E ci sono apparizioni del malvagio Signore del Tempo e del Dr. Light. Insomma, il valore di questi episodi è evidente. Fox, inoltre, pur scrivendo sceneggiature che fanno dell’intrattenimento l’elemento essenziale, non è banale e spesso si collega a fatti storici e leggendari con esplicite citazioni (per esempio, i racconti horror di Lovecraft e il Necronomicon o il mito del Colosso di Rodi).
Dal canto suo, il penciler Mike Sekowsky fa un ottimo lavoro. Certo, il suo stile, giudicato con la sensibilità odierna, può sembrare datato e grezzo. Ma il dinamismo delle tavole è indiscutibile e la caratterizzazione visiva dei personaggi azzeccata. In determinati momenti il tratto ricorda quello di un penciler a lui contemporaneo, Don Heck, specialmente per ciò che concerne i primi piani e le espressioni dei volti. Insomma, abbiamo a che fare con materiale classico, nella più nobile accezione del termine, e questa proposta non può dunque mancare nella collezione di un estimatore dei comics supereroici che si rispetti.