Marvel Masterworks – Devil Vol. 2: Recensione Panini Comics
Pubblicato il 29 Agosto 2014 alle 10:30
Ritornano le storie di Devil degli anni sessanta con episodi leggendari disegnati da John Romita Sr. e Gene Colan e scritti dal Sorridente Stan Lee! Non perdete questo fondamentale momento della storia del fumetto americano in un volume della serie Marvel Masterworks!
Marvel Masterworks – Devil vol. 2
Autori: Stan Lee (testi), John Romita Sr., Gene Colan (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 25,00, 17 x 26, pp. 280, col.
Data di pubblicazione: agosto 2014
Se si pensa a Devil vengono subito in mente atmosfere noir e hard-boiled caratterizzate da un’attitudine adulta e introspettiva. Lo si deve a Frank Miller che a partire dai primi anni ottanta rese il mensile del Diavolo Rosso sofisticato e profondo come non mai, grazie a story-line ricche di pathos e drammaticità. E gli autori che nel corso del tempo si sono occupati di Devil hanno mantenuto queste caratteristiche. Ma in principio Daredevil era un comic-book diverso.
Quando Stan Lee lo creò, lo inserì in situazioni narrative più realistiche e meno fantasiose rispetto a quelle di Thor e dei Fantastici Quattro e il personaggio poteva essere considerato, facendo i debiti distinguo, una specie di Batman versione Marvel. Gli stessi criminali da lui affrontati si richiamavano a quelli farseschi e demenziali del telefilm kitsch di Bats e le trame erano un mix di supereroismo e mystery. Dal punto di vista grafico, inoltre, Daredevil aveva un’impostazione retrò, dal momento che ad occuparsi delle matite dei primi episodi furono maestri del calibro di Bill Everett, Joe Orlando, Wally Wood e Bob Powell. Pur validissimi, costoro non erano in linea con il nascente Marvel style.
A un certo punto Lee decise di affidare i disegni della serie a John Romita Sr. Il suo stile era al passo con i tempi. Era capace di concepire tavole d’azione con maestria ma pure le sequenze più tranquille risultavano interessanti. Romita si fece notare proprio con Daredevil e fu grazie all’interesse che suscitò nei lettori se dopo pochi mesi Lee lo assegnò ad Amazing Spider-Man con i risultati che tutti conoscono. Questo secondo volume della collana Marvel Masterworks dedicato a Devil è importante perché include episodi che segnano il passaggio di consegne da Romita Sr. ad un altro grande artista dei comics, l’ombroso Gene Colan, colui che illustrerà il maggior numero di episodi del Diavolo Rosso.
Come avranno modo di scoprire i lettori che non conoscono queste storie, le atmosfere sono diverse dalle attuali. Matt Murdock è l’avvocato cieco che combatte il crimine nei panni di Devil. Lavora insieme al socio Foggy Nelson che non è al corrente del suo segreto ed è innamorato della stupenda segretaria Karen Page. Anche Foggy è invaghito della ragazza ed è pronto a fare qualsiasi cosa per conquistarla. Lee si concentrò su questi dettagli da soap opera, descrivendo situazioni ironiche lontanissime dalle odierne atmosfere dark. In questo volume che include i nn. 15/27 del comic-book originale ve ne accorgerete.
Lee utilizza villain come Ox e il Gladiatore e fa apparire regolarmente il misterioso Marauder. E sono importanti i nn. 16 e 17 che vedono Devil collaborare con l’Uomo Ragno. Fu qui che Romita Sr. disegnò per la prima volta l’Arrampicamuri, entusiasmando lo stesso Lee che di lì a poco lo metterà su Amazing al posto di Ditko. Perciò questi episodi hanno un innegabile valore storico. Nel n. 20, invece, le matite passano a Colan che con il suo tratto suggestivo e oscuro caratterizzerà in maniera pressoché definitiva la testata di Devil.
Con Colan tutto sembra macabro ma le storie non sono tetre, dal momento che Lee non rinuncia all’ironia. Ripesca, per esempio, il Gufo; insiste con le macchinazioni di Marauder; introduce l’androide Tri-Man e fa tornare in scena un altro classico nemico di Devil, Stilt-Man; e non mancano le guest star: oltre all’Uomo Ragno, arriva il tarzanide Ka-Zar in lotta con il Saccheggiatore. Il n. 25 è poi significativo ed è la conferma di quanto fosse diverso Daredevil rispetto agli altri albi Marvel. Esordisce un criminale pacchiano come Frog e Matt, nel tentativo di sviare i sospetti di Foggy e Karen, crea la fittizia identità di un gemello, Mike. Dal punto di vista psicologico, quindi, il signor Murdock è lontanissimo dall’uomo tormentato di oggi. Nei panni di Mike (ma anche in quelli di Devil) è irriverente, sbruffone e fa in continuazione battute spiritose.
Come disse Colan in un’intervista, ‘con Daredevil Stan voleva semplicemente divertirsi’ e così accadde. Lo ripeto, questo Devil non ha nulla a che vedere con le trame estreme che in seguito avrebbero fatto la fortuna del personaggio. È un’altra epoca. Ma i testi di Lee restano graffianti e i disegni di Romita Sr. e di Colan sono ancora oggi suggestivi. Romita è solare e piacevole con i suoi character dinamici che sembrano usciti da una rivista di moda (basti pensare alla bella Karen) mentre Colan è più crepuscolare con le figure dinoccolate e i giochi d’ombra. Si tratta di due differenti interpretazioni grafiche, entrambe valide. Se non conoscete queste produzioni dovreste colmare la lacuna poiché si tratta di materiale passato alla storia della Marvel. L’importante è non aspettarsi psicopatici alla Bullseye, schizoidi come Typhoyd Mary, assassine sexy stile Elektra e mafiosi sulla falsariga di Kingpin. Tanto per essere chiari.