Superman Il Guardiano di Metropolis – Recensione DC Comics Story n. 6

Pubblicato il 28 Agosto 2014 alle 10:30

Ritornano le storie di Superman della Silver Age firmate da autori storici come Jerry Coleman, Otto Binder e Bill Finger e illustrate dal maestro Curt Swan e altri celeberrimi disegnatori! Riscoprite la magia dell’Uomo d’Acciaio pre-Crisis in un nuovo volume della collana DC Comics Story!

DC Comics Story n. 6 – Superman Il Guardiano di Metropolis

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Autori: Jerry Coleman, Otto Binder, Bill Finger (testi), Wayne Boring, Al Plastino, Kurt Schaffenberger, Curt Swan (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 7,90, pp. 164, col.
Data di pubblicazione: agosto 2014

La collana DC Comics Story sta continuando a proporre materiale classico della casa editrice di Superman e Batman e dedica un nuovo volume incentrato sull’Uomo d’Acciaio realizzato da autori che hanno fatto la storia dei comics della Silver Age. Si tratta di avventure inserite dunque nel contesto pre-Crisis che da un certo punto di vista potrebbero sembrare ingenue e datate. A scriverle furono Otto Binder, romanziere di fantascienza molto popolare all’epoca; Bill Finger, conosciuto per numerosi episodi di Batman; e Jerry Coleman, uno degli sceneggiatori di punta della DC di quel periodo. Costoro furono stimolati dalla direzione di Julius Schwartz, responsabile della rinnovata popolarità del genere supereroico dopo alcuni anni di declino, e da Mort Weisinger. Entrambi apprezzavano le atmosfere sci-fi e le imposero in particolare nelle testate di Superman.

Gli episodi di questo volume, originariamente pubblicati nel 1959, sono tratti da Action Comics e Superman e naturalmente risentono di una concezione diversa dall’attuale. Innanzitutto, con l’unica eccezione di una trama in due capitoli, sono tutti rigorosamente autoconclusivi. Le story-line sono inoltre un prodigio di sintesi e gli avvenimenti si succedono a un ritmo frenetico, a volte nell’arco di una quindicina di pagine. Le psicologie dei personaggi sono monodimensionali e non hanno caratteristiche mutevoli: Superman è forte e coraggioso e finge di essere impacciato nei panni di Clark Kent; Lois Lane è innamorata di Superman e cerca di farsi sposare da lui e di scoprire la sua identità; Jimmy Olsen tende spesso a mettersi nei guai; e Perry White è l’autorevole direttore del Daily Planet dal cuore d’oro.

Non ci sono le introspezioni tipiche dei nostri giorni o gli story-arc labirintici che si articolano per mesi, se non addirittura anni. La continuity poi non esiste e Superman può combattere il perfido Lex Luthor senza che ci siano riferimenti ai conflitti precedenti. E ogni episodio segue un preciso schema: Superman rimane coinvolto in pericolose situazioni e gli autori ricorrono a soluzioni pseudo-scientifiche per sbrogliare la matassa. C’è parecchia ingenuità, tanta assurdità e idee strampalate e pacchiane da valutare però in base alla mentalità e agli standard narrativi dei tardi anni cinquanta. Risultano godibili e divertenti ed evocano un piacevole sense of wonder. Il Superman di questo volume è un fumetto di intrattenimento e basta, impregnato dello spirito solare e ottimista degli Stati Uniti vincitori del Secondo Conflitto Mondiale.

È necessario abbandonarsi alla ‘suspension of disbelief’ per accettare e apprezzare, quindi, storie incentrate sulla kryptonite, su scimmie giganti reminiscenti di King Kong che rapiscono Lois Lane, di strani uomini del futuro e di scienziati che creano congegni inverosimili. Binder, Coleman e Finger non badano alla credibilità, prediligendo la fantasia più sfrenata. Ed è proprio per la fantasia se queste storie sono ricordate con affetto. Bisogna poi precisare che alcune sono classificabili nella categoria degli ‘untold tales’. Gli autori creavano episodi da non considerare realmente avvenuti nella storiografia di Supes, basati su presupposti che, se autentici, avrebbero stravolto lo status quo delle serie. Una sorta di ‘what if?’ ante litteram, tanto per capirci. Scoprirete quindi cosa sarebbe accaduto se Lois avesse scoperto la vera identità di Supes, per esempio, e così via. Va poi citato lo splendido episodio in cui viene introdotta la sirena Lori Lemaris, grande amore del passato di Kal-El, ritenuto all’unanimità un classico della saga dell’Uomo d’Acciaio.

Quanto ai disegni, l’aspetto grafico è tipicamente Silver Age. Wayne Boring illustra un Superman dal mento prominente che tanti reputarono canonico; Al Plastino e Kurt Schaffenberger appaiono, specialmente con lo sguardo di oggi, più convenzionali ma restano intriganti. E il grande Curt Swan, amatissimo da generazioni di lettori, dallo stile plastico, elegante e fluido, si rende responsabile di tavole di notevole bellezza formale. Per concludere, il volume è consigliabile ai fan di Superman e a coloro che desiderano scoprire l’era pre-Crisis del primo supereroe della storia dei comics.

Voto: 7

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