Liberaci dal male – Recensione in anteprima
Pubblicato il 19 Agosto 2014 alle 23:28
Il sergente Ralph Sarchie del NYPD è chiamato ad indagare su alcuni atroci ed inquietanti fatti di sangue che lo portano a trascurare la sua famiglia. Dotato di una sorta di sesto senso che definisce radar, Sarchie vince il proprio scetticismo e decide di collaborare con Mendoza, un prete castigliano apostata ed esperto esorcista convinto che gli omicidi siano collegati da una matrice demoniaca.
Liberaci dal male
Titolo originale: Deliver us from evil
Genere: Horror
Regia: Scott Derrickson
Interpreti: Eric Bana, Edgar Ramirez, Olivia Munn, Joel McHale, Sean Harris
Paese: USA
Durata: 118 min.
Casa di produzione: Jerry Bruckheimer Films, Screen Gems
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Data di uscita: 2 luglio 2014 (USA), 20 agosto 2014 (Italia)
Quando la promozione di un horror vuol farci credere che il film sia basato su fatti realmente accaduti, c’è sempre puzza di gran fregatura. In questo caso la storia trae spunto dal libro Beware the night, nel quale Ralph Sarchie, ex-agente del NYPD, racconta le sue investigazioni nel campo del paranormale che lo hanno portato a diventare un demonologo. Naturalmente ciascuno è libero di credere in quello che si vuole ma, in certi casi, non farebbe male mantenere un po’ di sano scetticismo, soprattutto nell’approcciarsi ad un film prodotto da quel gran furbacchione di Jerry Bruckheimer, il Re Mida di Hollywood.
Scott Derrickson, regista dei thriller-horror L’esorcismo di Emily Rose e Sinister ed ora al lavoro su Doctor Strange per i Marvel Studios, imbastisce una sorta di buddy movie che unisce i classici stilemi dei procedural alle dinamiche delle pellicole horror-demoniache. Una dicotomia che regge sui due protagonisti. Eric Bana, che non azzecca più un film neanche per sbaglio, è Sarchie, qui addobbato da un sesto senso “radar” e sposato con la bellissima Olivia Munn, mentre Edgar Ramirez è un padre Mendoza sexy come i preti sanno esserlo solo sul grande schermo. Entrambi hanno una back-story terribile (ed inventata di sana pianta per il film) che troverà un lieto fine buonista ed involontariamente ridicolo.
Derrickson è bravo nel creare le giuste atmosfere, non lesina sul sangue e sa far saltare lo spettatore dalla sedia usando fin troppo spesso gli animali come strumento per spaventare. Ma nel film non c’è nient’altro. La storia è prevedibile e poco credibile. Tutta l’impostazione pseudorealistica della prima parte, che vorrebbe anche mostrare le efferatezze con le quali devono vedersela gli agenti di polizia newyorkesi, crolla nel finale con il solito esageratissimo esorcismo che non riserva alcuna novità e cerca l’impatto visivo con qualche facile mezzuccio gore.
Una furbata hollywoodiana che mira a prendere all’amo gli allocchi disposti a credere a demoni, formule esoteriche, parapsicologia e quant’altro ma il film si accartoccia sulle sue ambizioni e non funziona. Se l’obiettivo era quello di creare una coppia protagonista di un nuovo franchise, il poliziotto scettico coi poteri paranormali e il prete apostata esorcista, il film fallisce su tutta la linea ed ha già floppato in patria. Il classico prodotto di quart’ordine propinato a fine agosto nelle nostre sale in mancanza di meglio. Alla larga.