Batman Uomo o Pipistrello? – Recensione DC Comics Story n. 5
Pubblicato il 19 Agosto 2014 alle 10:00
Arrivano le classiche storie di Batman disegnate da una leggenda dei comics: Neal Adams! Non perdete questo eccezionale materiale dalle atmosfere cupe e gotiche incluso in un volume della collana DC Comics Story!
DC Comics Story n. 5 – Batman Uomo o Pipistrello?
Autori: Bob Haney, Mike Friedrich, Dennis O’Neil, Frank Robbins, Len Wein, Marv Wolfman (testi), Neal Adams (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 7,90, pp. 208, col.
Data di pubblicazione: agosto 2014
Nel corso dei decenni Batman è stato sottoposto a numerose interpretazioni grafiche e narrative e per ciò che concerne i disegni una delle versioni ancora oggi più amate e apprezzate è quella del grande Neal Adams, nome leggendario dei comics. Il penciler di memorabili sequenze di Green Lantern/Green Arrow, Deadman, Teen Titans, così come di X-Men, Avengers ed Inhumans, giusto per citare alcuni suoi lavori, illustrò parecchie storie del Cavaliere Oscuro, scritte da autori del calibro di Dennis O’Neil, Len Wein e Marv Wolfman. Fu l’editor Carmine Infantino, verso la fine degli anni sessanta, a concedere spazio ad Adams. Il suo stile ombroso, cupo e suggestivo era perfetto per Batman nonché adatto a trame thriller e noir, particolarmente amate da Infantino.
In questo quinto volume della collana DC Comics Story si avrà modo di scoprire o di riscoprire alcuni degli episodi più rappresentativi dell’era adamsiana. Si tratta di materiale eccellente che non dovrebbe mancare nella libreria di un fan di Bats, originariamente pubblicato nel triennio 1969-1971. Le storie sono tratte dall’antologico Brave & The Bold e da Detective Comics e firmate da sceneggiatori di primo piano del comicdom dell’epoca. Si inizia appunto con due episodi di Brave & The Bold. Il primo è incentrato su un team-up tra l’Uomo Pipistrello e Freccia Verde e il secondo si concentra sull’insolita alleanza tra Bats e lo spettrale Deadman. Scritte da Bob Haney, le storie spaziano dal noir al fantasy, specialmente nella sequenza ambientata a Nanda Parbat, e i disegni di Adams risultano efficaci sia nei momenti classicamente supereroici che in quelli più immaginifici.
Si procede poi con le storie di Detective Comics e alla macchina da scrivere si alternano Dennis O’Neil che utilizza suggestioni hard-boiled e pulp rendendo Batman un personaggio cupo e misterioso, in ossequio al modello originale di Bob Kane; Frank Robbins, che molti ricorderanno per Invaders della Marvel; Mike Friedrich che realizza uno stranissimo episodio natalizio quasi privo di testo; e i veterani Len Wein e Marv Wolfman con la loro prosa lirica ed evocativa. Il piatto forte è costituito dagli episodi che vedono l’esordio del mostruoso Man-Bat. Ma non si deve trascurare nemmeno la storia intitolata ‘Il Segreto delle Tombe in Attesa’, in cui le atmosfere diventano esplicitamente macabre e horror.
In effetti, le situazioni dark e gotiche sovente fanno capolino. È evidente in una storia ambientata in un’Irlanda fosca e nebbiosa, con Batman impegnato a sventare le macchinazioni di un gruppo di criminali senza scrupoli; o in quella in cui si confronta con un discendente di Enemy Ace, il pilota tedesco della Seconda Guerra Mondiale; e in un’altra che annovera la presenza di Caino, noto a tutti i fan di Sandman, e che può essere considerata un incrocio tra Detective Comics e House of Mystery.
Le storie sono tutte di ottimo livello però bisogna essere onesti: se non ci fossero state le matite incantate di Adams forse oggi non verrebbero ricordate. È Neal Adams, infatti, l’elemento fondamentale. Il suo Batman è maestoso e carismatico. E anche gli altri personaggi sono ben caratterizzati, sebbene Neal dia il meglio di sé con i cattivi. È sufficiente ragionare sulla freddezza espressiva del perfido Sensei, per esempio, o sulle fattezze orribili di Man-Bat per accorgersene.
Il suo stile è plastico, fluido, valorizzato da splendidi giochi d’ombra e in effetti è proprio l’impressione di oscurità a lasciare il segno nel lettore (in un certo qual modo, è il dettaglio che rende Adams assimilabile, facendo i debiti distinguo, all’altrettanto grande Gene Colan). A volte le tavole rivelano influssi dei fumetti horror (d’altronde Neal aveva in precedenza lavorato alla Warren, specializzata in albi terrificanti); altre assumono una valenza psichedelica (ammirevole, per esempio, la sequenza di Bats che subisce i terribili effetti provocati da fiori allucinogeni). Adams si diverte poi ad omaggiare altri maestri come Joe Kubert nell’episodio imperniato sullo scontro con il discendente di Enemy Ace. In questo caso, le pagine delle battaglie aeree ricordano quelle del comic-book Our Army At War.
In certe occasioni Adams è inchiostrato da un’altra leggenda: Dick Giordano. In questo caso i disegni sembrano più ‘carichi’, impreziositi da ombreggiature perfette che ne fanno autentici gioielli di innegabile impatto visivo. Da notare l’inventivo lay-out: Adams realizza pagine sperimentali, ma sempre leggibili e mai confusionarie, e altre dall’impostazione più tradizionale. Tale alternanza rende ulteriormente intrigante, nonché imprevedibile, la lettura del volume. Volume che, senza giri di parole, è un must. Da non perdere.