Orfani n. 11: Tutti giù per terra – Recensione in anteprima

Pubblicato il 12 Agosto 2014 alle 22:47

Andata e ritorno sul confine tra la vita e la morte. Per sopravvivere al balzo iperspaziale EPR, gli Orfani devono immergersi nell’ossigeno liquido della Cellula di Contenimento di Schrödinger. Per Juno si tratta di un viaggio negli abissi del suo inconscio, tra presente e passato, affrontando i propri sensi di colpa, i fallimenti e un amore perduto. Un doloroso percorso di redenzione nel quale l’Angelo diventa l’ago della bilancia per il destino di Jonas e Ringo.

Orfani n. 11: Tutti giù per terra

Cover_Orfani11

Autori: Roberto Recchioni (testi); Werther Dell’Edera, Gigi Cavenago (disegni); Massimo Carnevale (copertina); Giovanna Niro, Alessia Pastorello, Gigi Cavenago (colori).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: Fantascienza
Provenienza: Italia
Prezzo: 4,50 euro
Data di pubblicazione: 14 agosto 2014

Siamo alla stretta finale. La prima stagione di Orfani, la serie di fantascienza Bonelli scritta da Roberto Recchioni e ideata graficamente da Emiliano Mammucari, giunge al penultimo numero presentando una storia di grande introspezione e forte impatto emotivo sostenuto da una resa grafica di altissimo livello. La consueta dicotomia temporale dell’albo, passato e presente, viene qui sfruttata per imbastire un viaggio di andata e ritorno, metafora del percorso intimista di Juno, personaggio perno della storia.

La Cellula di Contenimento di Schrödinger diviene una sorta di limbo nel quale la ragazza può affrontare i suoi demoni interiori. Recchioni chiama in causa Don Chisciotte della Mancia, il celebre romanzo di Cervantes sulla decadenza dell’etica cavalleresca e il trionfo del materialismo nel quale il protagonista, folle e sognatore, intraprende delle simboliche e impossibili battaglie contro i mulini a vento scambiandoli per giganti. Una guerra illusoria come quella che gli Orfani sono chiamati a combattere, manovrati come quei burattini che Don Chisciotte scambia per figure demoniache.

Il senso di colpa di Juno assume i connotati di un distorto e terrificante scenario onirico reso dal tratto spigoloso e sintetico di Werther Dell’Edera il cui lavoro di ombreggiatura ammanta di tenebre la sequenza, accentuata nel suo tono sinistro da una colorazione livida e surreale. Pronta ad accettare il fio delle sue colpe, Juno non ha però fatto i conti con il potere salvifico dell’amore.

Il viaggio di ritorno, nella seconda parte dell’albo, sarà ancor più drammatico. Il comparto grafico raggiunge qui delle vette senza precedenti per quanto visto finora nella serie. Le figure sono quelle affusolate e morbide di Gigi Cavenago e la colorazione altamente suggestiva continua a fungere da veicolo emotivo per il lettore. Siamo scaraventati in un gorgo sensoriale di luce accecante, fin dentro una scenografia di morte pennellata di sfumature verde acido e solcate da lacrime di sangue sotto le “note” de Il Testamento di Fabrizio De André.

Dopo aver perso tutto, ideali in cui credere e sentimenti per cui lottare, si va alla ricerca dell’estremo riscatto. L’uscita dal tunnel, il ritorno alla madre Terra non diviene però il compimento di un percorso di rinascita, bensì un terrificante atto abortivo mentre la propria intima essenza resta drammaticamente indietro, avviluppata nel dolore. Una redenzione che affoga nel tormento.

Voto: 9

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