Recensione Steve Canyon Vol. 11 – Free Books
Pubblicato il 26 Ottobre 2010 alle 11:29
Autore: Milton Caniff (storia e disegni)
Casa Editrice: Free Books
Provenienza: USA
Prezzo: € 8,90, 19,5 x 26,5, pp. 80
Con l’undicesimo volume della ristampa del capolavoro di Milton Caniff, ad opera della Free Books, giungiamo a un altro anno cruciale per l’attività artistica di uno degli autori storici del fumetto americano: il 1952, caratterizzato dal clima di paranoia anti-comunista e dalla tensione provocata dalla guerra fredda, che permeò non solo i comics, ma anche il cinema e la narrativa e, più in generale, l’immaginario collettivo statunitense.
Ma in questo periodo Caniff, che con le vicende del veterano Steve Canyon si era, fino a questo momento, impegnato nella delineazione di avventure ricche di dramma e azione, incomincia pure a sperimentare, avvicinandosi ad atmosfere differenti da quelle che i suoi estimatori avevano imparato ad apprezzare.
Bisogna considerare che il fumetto a stelle e strisce, in quegli anni, non era solo rappresentato dalle storie super-eroistiche, horror, mystery, sci-fi, belliche o western. C’era anche un altro genere narrativo, molto popolare, e cioè quello che potremmo, per comodità, definire romantico. Basti pensare che, negli anni cinquanta, autori leggendari del comicdom come, per esempio, John Romita Sr., si fecero le ossa proprio con i fumetti ‘rosa’.
Caniff decide, quindi, di utilizzare a modo suo le atmosfere ‘romance’, facendo innamorare seriamente il suo eroe, nell’episodio iniziale di questo volume, che è di fatto il seguito dell’avventura ambientata in un college presentata nel numero precedente. Dopo aver concluso una missione, Steve si innamora perdutamente della bella Summer.
E non si tratta di una cotta qualsiasi ma di amore vero (Steve è talmente preso dalla ragazza che, francamente, in parecchi momenti della storia sembra un deficiente!) e stavolta decide addirittura di sposarsi. Naturalmente, le cose non saranno semplici e meno che mai scontate. Anche se l’episodio in questione mi pare meno riuscito degli altri, forse proprio perché le atmosfere sono troppo differenti dalle solite, bisogna ammettere che Caniff sapeva cavarsela egregiamente con le storie d’amore, dimostrandosi abilissimo nei dialoghi sdolcinati, comunque appropriati per la trama.
La seconda parte del volume è invece ambientata in un desolato Alaska e stavolta Steve se la vedrà con spie e macchinazioni ‘rosse’ di vario tipo, sullo sfondo di gelide e solitarie distese ghiacciate, che danno modo a Caniff di utilizzare tutte le sue leggendarie capacità grafiche, perfette per i suggestivi paesaggi naturali in cui si muove il personaggio.
Anche in questo caso, naturalmente, c’è un elemento propagandistico; ma, come ho già avuto modo di scrivere, il fumetto è il sintomo di un’epoca e, comunque, si tratta di un’opera valida che non dovrebbe mancare nella libreria di un fan del fumetto americano degno di questo nome. Caniff ha influenzato generazioni di cartoonists e, al pari di Kirby, Eisner o Gould, può essere considerato uno dei veri e propri maestri dello story-telling.
Questo numero è, come al solito, ben curato dal punto di vista editoriale; ma le scelte operate dal traduttore a tratti mi hanno lasciato perplesso: espressioni come ‘toppare’ o termini come ‘pirla’, tanto per fare qualche esempio, sinceramente mi sembrano poco appropriati per il contesto. Ma nessuno è perfetto.
Voto: 7