Eroe senza patria – Le Storie Bonelli n. 22 – Recensione
Pubblicato il 2 Agosto 2014 alle 10:30
Nell’albo di luglio 2014 arriva una storia di guerra, gangster e spionaggio realizzata da due esordienti sulle pagine della collana bonelliana, Vitaliano e Mottura.
Le Storie n. 22 – Eroe senza patria
Autori: Fausto Vitaliano (testi) e Paolo Mottura (disegni)
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Provenienza: Italia
Genere: bellico – spionistico
Prezzo: 3,80 Euro
Data di pubblicazione: luglio 2014
Alla fine i criminali risaputi si rivelano migliori di chi dovrebbe rappresentare la legge e la patria, magari indossando la divisa. E personaggi che sembrano cinici e disincantati dimostrano di avere un cuore d’oro. Non brilla certo per originalità l’uscita numero 22 de Le Storie Bonelli, in edicola da metà luglio.
“Eroe senza patria” racconta l’avventura di un uomo che, abbandonata la Legione straniera, vive di affari non proprio legali fino a quando deve accettare un nuovo incarico per il bene nazionale. Di qui il trasferimento da Marsiglia all’Indocina, paese dove le cose vanno «per conto loro» e ciò significa niente affatto bene per i francesi, la cui divisa militare, in passato, il protagonista ha indossato.
Questi, però, all’idea di nazione, di patria, non è più affatto legato, anzi. A dire il vero, più a parole che nei comportamenti, visto che dalle sue azioni non traspare limpidamente questa caratterizzazione. Particolare emblematico, questo, di come la resa di Jacques Dubas, il camarade al centro di questa vicenda di guerra e spionaggio, non sembra riuscita appieno.
La trama approntata da Fausto Vitaliano, di contro, in linea generale è ben costruita, anche se la storia non si dispiega sempre con un buon ritmo e la conclusione è un po’ telefonata. Interessante la scelta dell’ambientazione e l’incastro dei diversi filoni: quello bellico, quello spionistico e quello gangsteristico, ma non mancano punti deboli, con passaggi poco chiari e un po’ frettolosi.
Quanto alla parte grafica, non sembra certo la miglior prova di Paolo Mottura, che porta avanti una sorta di esperimento che prova a rompere in parte certi schemi e canoni, senza tuttavia giungere a un risultato degno di nota. Insomma, in conclusione quella di questo mese è una storia che sembra non pretendere molto e alla quale, francamente, non si può chiedere poi tanto.