Recensione Marvels – L’occhio della fotocamera – Panini Comics

Pubblicato il 27 Ottobre 2010 alle 11:42

Autori: Kurt Busiek (testi), Jay Anacleto (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: 13.00 euro, 17×26, B., 144 pp., col.


In principio c’è stato Marvels.
Storica miniserie del 1994, la sua pubblicazione è stata un evento epocale nella storia editoriale della Casa delle idee. Con Busiek ai testi e un sontuoso Alex Ross ai dipinti, Marvels mostrava attraverso gli occhi delle persone comuni eventi cardine che accaddero nell’universo Marvel dagli anni Quaranta ai primi anni Settanta.
Protagonista principale era Phil Sheldon, fotografo freelance, che attraverso le sue fotografie documentava dubbi e sensazioni che l’avvento dei primi eroi in costume  provocò nei cittadini comuni.
Marvels
è uno splendido racconto di nostalgia, un gesto d’amore dei suoi autori verso le storie del periodo bellico e della Silver Age. Con la sua narrazione Busiek ci trasporta dal periodo più leggero dei supereroi fino alla morte di Gwen Stacy, prima avvisaglia del cambiamento verso la drammaticità delle atmosfere delle storie.
Dopo quasi quindici anni Marvels ci viene ora riproposto in una nuova miniserie e ritorna anche Phil Sheldon, il suo principale protagonista.

La più grossa differenza tra la prima miniserie e L’occhio della fotocamera è il clima urbano che risulta cambiato in modo radicale. Le gesta degli eroi non sono più limpide come un tempo, essi sono subdoli, ambigui e dall’aspetto spesso terrificante. Sheldon dovrà immortalare con le sue foto la nuova percezione dei vigilantes e allo stesso tempo combattere la sua battaglia personale contro il cancro che inesorabilmente lo sta uccidendo.
La mole degli eventi racchiusi in questa miniserie è ampia e articolata, Sheldon si sforza di comprendere e documentare i fatti attraverso la sua macchina fotografica ma spesso il mondo attorno a lui sembra andare contro ogni logica. Come riuscire infatti a spiegare l’avvento dell’Arcano e le conseguenti Guerre Segrete? Come documentare le sempre più frequenti invasioni aliene? E La riabilitazione del terrorista mutante Magneto? Fatti ed episodi che spesso per la gente comune accadono, ma rimangono senza una risposta plausibile.

L’occhio della fotocamera nel suo complesso purtroppo risente del fatto di essere un sequel. Visto il precedente, le aspettative riposte in questa miniserie erano alte e alla fine mantenute solo in parte. Dal canto suo Busiek cerca di spostare l’attenzione maggiormente su Sheldon che diventa a tutti gli effetti l’assoluto protagonista della seconda miniserie.

Anche l’aspetto grafico a cura di Jay Anacleto, deve fare i conti inevitabilmente con il suo illustre predecessore.
Se Alex Ross in Marvels utilizzò con eccellenti risultati la tecnica dell’illustrazione fotorealistica realizzata su stampe fotografiche, Anacleto utilizza un approccio più iperrealista e più pittorico, realizzando cosi tavole dall’atmosfera più oscura, esattamente come la storia dai risvolti tenebrosi di Busiek richiede.

Da amante della storia Marvel, un grosso difetto dell’edizione italiana è la quasi totale assenza delle note. Vista l’importate mole di avvenimenti in continuity con l’universo Marvel che accadono nella miniserie, avrei gradito di trovare almeno in fondo al volume una pagina con i riferimenti degli albi dove si svolsero gli episodi citati da Busiek.

L’occhio della fotocamera, nonostante i suoi piccoli difetti, è una buona storia da leggere e apprezzare nel suo insieme ma non si può parlare di capolavoro. Questa miniserie è dedicata a chi legge fumetti Marvel da una vita, ma anche a chi cerca in un fumetto una storia toccante e umana nonostante che tra le sue pagine ci siano tanti personaggi che spiccano il volo.


Voto 7

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