Kriminal vol. 8 – Recensione Mondadori Comics
Pubblicato il 26 Luglio 2014 alle 16:30
Continua la riproposta di un classico del fumetto italiano: Kriminal, incisivo thriller firmato dai leggendari Magnus e Bunker! Scoprite la magia degli anni sessanta con le incredibili vicissitudini del Re del Delitto incluse in un volume targato Mondadori Comics!
Kriminal vol. 8
Autori: Max Bunker (testi), Magnus (disegni)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Thriller
Provenienza: Italia
Prezzo: € 14,99, pp. 746, b/n
Data di pubblicazione: luglio 2014
Mondadori Comics sta continuando a proporre le storie di un classico indiscusso del fumetto italiano: Kriminal, scritto dal geniale Max Bunker, alias Luciano Secchi, mente di Alan Ford, Satanik, Daniel e altre pietre miliari della narrativa disegnata nostrana, e illustrato dal compianto Magnus. L’attuale edizione Mondadori include solo gli episodi disegnati da quest’ultimo e nell’ottavo volume il lettore avrà modo di apprezzare avventure originariamente uscite tra il novembre 1966 e il febbraio 1967. Si tratta di un periodo particolare dal punto di vista narrativo poiché in tale contesto il perfido Anthony Logan, alias Kriminal, inizia ad assumere caratteristiche psicologiche più complesse e sfaccettate.
E anche l’atmosfera delle storie cambia. Se l’elemento thriller/noir è predominante, Secchi incomincia ad inserire situazioni grottesche, se non comiche, che fanno pensare, con i dovuti distinguo, ad Alan Ford. È un’operazione analoga a quella che l’autore realizzò con Satanik, altra grande serie nera da lui concepita e che, al pari di Kriminal, suscitò scandalo tra i benpensanti. Al di là delle vicende ricche di suspense e azione, tuttavia, Secchi rivela svariate suggestioni: c’è l’hard-boiled, certo, ma pure la satira e la spietata critica sociale.
Nel primo episodio del volume, per esempio, Secchi delinea una story-line che si richiama ironicamente al film di Kriminal girato dal regista Umberto Lenzi. Il Re del Delitto, infatti, rimane implicato in un’intricata faccenda relativa a una pellicola cinematografia imperniata su di lui e Secchi introduce personaggi che sono spassose caricature del regista Lenzi e dei produttori. In un’altra storia, legata alla tematica musicale, buona parte della trama è occupata da un’esilarante baruffa che si verifica all’interno di un teatro, con un povero violinista costretto a subire il disprezzo del pubblico. Insomma, Kriminal è un mix di numerosi generi, avvincente e intrigante.
Ma naturalmente ci sono misteri, complotti, omicidi e tutti quegli ingredienti che contribuirono a fare di Kriminal un successo e questi episodi sono capolavori noir, caratterizzati da un ritmo adrenalinico ancora oggi di sorprendente modernità. Sebbene le vicende siano quasi sempre ambientate in Gran Bretagna, Secchi alludeva al contesto sociale italiano sconvolto dai conflitti generazionali che anticipavano i fermenti sessantottini e dalle contraddizioni provocate dal boom economico e dal consumismo. Con inquietante preveggenza, Secchi aveva capito quale sarebbe stato l’andazzo dell’Italia, per esempio a livello politico. Basti pensare al personaggio di un imprenditore senza scrupoli pronto a corrompere i politici che peraltro si rivelano più che disposti a farsi corrompere con il denaro o con il sesso elargito da ragazze disponibili. Tanto che sembra di leggere un fumetto che intende prendere di mira l’odierna corruzione italiana.
Ed è evidente nella storia assurda e paradossale, ma agghiacciante, incentrata su un folle che decide di produrre una sostanza adesiva da mettere in vendita. Fin qui niente di strano, se non fosse che l’ingrediente necessario alla produzione è costituito da persone anziane. E Secchi fa il ritratto di una collettività disastrata pronta a vendere addirittura i propri parenti. In un colpo solo, l’autore attacca il materialismo e l’assoluta mancanza di sentimenti degli esseri umani obnubilati dal consumismo e dall’avidità. Secchi non è politically correct e non le manda a dire. E nemmeno la caratterizzazione di Kriminal è priva di dettagli trasgressivi.
In queste storie il personaggio si umanizza relativamente e da un certo punto di vista i suoi antagonisti sono peggiori di lui. Lo dice anche l’amata Gloria: ‘Tu sei chiamato assassino, e quell’ignobile ciccione, senza neanche schiacciare il grilletto di una rivoltella, ha fatto più morti lui con la fame che tu con i tuoi delitti (…) Tutti questi pescecani rivestiti e imbottiti di perbenismo nella legalità della corruzione uccidono e rimangono impuniti… non solo, ma sono venerati e rispettati da tutti’. La valenza provocatoria dei testi è innegabile ed è altresì provocatoria l’attitudine che Kriminal dimostra nei confronti delle donne. Lo si comprende nella sequenza in cui seduce una ricca e perfida ragazza, schiaffeggiandola di punto in bianco, togliendole i vestiti e comportandosi di conseguenza. Sicuramente, considerando l’attuale conformismo dell’editoria fumettistica italiana, pochi sceneggiatori oggi potrebbero permettersi una cosa simile.
Quanto ai disegni di Magnus, anche in questo caso siamo di fronte a un lavoro valido. Il tratto dell’artista è elegante, raffinato e dinamico, malgrado, come ho scritto nelle recensioni dei volumi precedenti, gli sfondi siano assenti (in quel periodo Magnus era oberato di lavoro). Si ovvia a tale mancanza con giochi d’ombra suggestivi e inchiostri pieni che delineano le silhouette dei personaggi. Tuttavia, il risultato è più che soddisfacente e le donnine sexy da lui raffigurate evocano piacevole sensualità. Insomma, anche questo volume è da tenere d’occhio.