Constantine – Pilot: Recensione
Pubblicato il 31 Luglio 2014 alle 22:30
John Constantine, maestro delle arti oscure, è perseguitato dai sensi di colpa per non aver potuto impedire la morte e la dannazione della piccola Astra. Relegato nel manicomio di Ravenscar, il sarcastico occultista assiste ad una possessione demoniaca che lo spinge a tornare in azione per salvare la giovane Liv, braccata da terribili forze oscure.
Constantine – Pilot
Genere: Horror, fantasy
Regia: Neil Marshall
Interpreti: Matt Ryan, Lucy Griffiths, Harold Perrineau, Jeremy Davies, Charles Halford
Provenienza: USA
Durata: 45 min.
Casa di produzione: Ever After – Phantom Four Productions, DC Entertainment, WB Televisions
Emittente (USA): NBC
Data di messa in onda (USA): 24 ottobre 2014
Creato nel 1985 da Alan Moore e Stephen R. Bissette sulle pagine di The Saga of the Swamp Thing, John Constantine è un detective dell’occulto, mago proletario e imbroglione, uno sbruffone cinico, nichilista e bastardo dal carattere fortemente sovversivo che non ha paura di mostrare il dito medio ai potenti, siano essi politici, demoni o entrambe le cose. Non plus ultra dell’antieroe, Constantine è un duro dal cuore tenero che si muove in una Londra e, più in generale, in un’Inghilterra grigia e misteriosa, sul confine col mondo dell’aldilà.
Il personaggio ha ottenuto un tale immediato successo da meritare una propria serie regolare, Hellblazer, pubblicata dalla Vertigo, sottoetichetta DC Comics per lettori adulti. La testata è partita nel 1988 e si è conclusa nel 2013 dopo trecento numeri che hanno visto alternarsi alcuni dei più talentuosi autori britannici, tra cui Jamie Delano, Warren Ellis, Garth Ennis, Grant Morrison e Neil Gaiman. Le migliori storie di Constantine mescolano sapientemente l’hard-boiled all’horror con buone dosi di violenza esplicita, qualche secchiata di splatter e dialoghi adulti, venati di un umorismo nero tipicamente anglosassone, che non risparmiano nulla sul piano del turpiloquio. Tutto questo fino all’attuale versione del personaggio inserita nelle Nuove 52 DC Comics, più edulcorata per adattarsi ad un pubblico più giovane.
Interpretato da un inappropriato Keanu Reeves nel pessimo adattamento cinematografico uscito nel 2005, Constantine torna ora in versione live in questa nuova serie tv che esordirà ad ottobre in USA e vede in veste di co-sceneggiatore e co-produttore esecutivo quel pasticcione di David Goyer, veterano delle trasposizioni cinematografiche e televisive dai fumetti. Le speranze erano riposte più che altro su Neil Marshall, regista del pilot, chiamato a dare una prima impronta alla serie.
Anche lui di origini inglesi, Marshall ha realizzato alcuni notevoli horror, tra cui il bellissimo The Descent, tutti ambientati in Gran Bretagna. Ha inoltre diretto il penultimo, cruento episodio della seconda e quarta stagione di Game of Thrones (per intenderci, La Battaglia delle Acque Nere e la battaglia sulla Barriera) ed ha sempre prediletto gli effetti visivi artigianali a quelli digitali per una narrazione piuttosto cruda sia nei contenuti che nell’estetica. Nel caso di Constantine, quindi, Marshall sembrava davvero l’uomo giusto al posto giusto.
A giudicare dal pilot, però, questo Constantine è simile solo superficialmente alla sua controparte fumettistica, a causa anche di alcuni paletti posti dalla produzione. Non ultimo, il divieto di mostrare il personaggio mentre fuma. Non un semplice dettaglio, bensì un forte elemento di caratterizzazione con cui è stato sempre identificato. L’attore gallese Matt Ryan è semplicemente una scelta sbagliata per il personaggio. Indossa l’impermeabile giusto, ha i capelli arruffati (che puzzano un po’ troppo di messa in piega) e la barba incolta ma non ha un briciolo del carisma necessario. E’ poco arrabbiato, non è sbruffone, niente parolacce, il sorriso beffardo e i penetranti occhi della canaglia che sta per tirarti un colpo basso lasciano qui il posto ad uno sguardo da cagnone bastonato che suscita solo la pietà del pubblico.
Iniziare con Constantine ricoverato nel manicomio di Ravenscar poteva essere una scelta interessante ma tutto viene liquidato nel giro di pochi minuti e l’episodio diventa in fretta una banalissima vicenda alla Supernatural scandita da effettacci digitali di qualità televisiva ed ambientata in un’Inghilterra farlocca e priva di qualunque atmosfera. La bella da salvare è Liv, interpretata da Lucy Griffiths, talmente inconsistente che i produttori hanno già deciso di rimpiazzarla con la più tosta Zed che avrà le forme sexy di Angelica Celaya.
I fans di Lost riconosceranno Harold Perrineau e Jeremy Davies nei ruoli rispettivamente di un angelo inviato a sorvegliare Constantine e di Ritchie Simpson, programmatore di computer e mago quantistico nel fumetto, qui trasformato in un nevrotico professore di metafisica. Charles Halford, comparso anche in Agents of SHIELD, è il tassista Chas Chandler, miglior amico del protagonista a cui è stata dedicata anche una serie spin-off a fumetti. Nella serie tv il personaggio è addobbato con una sovrannaturale capacità di sopravvivenza.
Nel prosieguo, la stagione potrà anche sollevarsi da questa iniziale mediocrità ma l’impostazione appare tristemente chiara. Siamo lontanissimi dal tono tagliente, dallo spirito rivoluzionario e dai contenuti trasgressivi che hanno sostenuto Hellblazer per 25 anni. Ci sono già riferimenti ad altri supereroi mistici del DC Universe che saranno raggruppati nel film sulla Justice League Dark diretto da Guillermo Del Toro, propenso ad inserire il Constantine televisivo. La sensazione, quindi, è che si tratti di una serie diretta ai teenagers, politicamente corretta e in linea con l’attuale incarnazione a fumetti del personaggio.