Orfani n. 10: Cuori sull’abisso – Recensione in anteprima

Pubblicato il 10 Luglio 2014 alle 14:00

Rimpianto. Solitudine. Rabbia. Morte. Sono i demoni con i quali gli Orfani devono convivere e combattere. Una lotta interiore che non possono vincere, che li spinge al limite, al punto di non ritorno. Inquietudini che si riflettono nelle dinamiche interne di un gruppo in procinto di sgretolarsi. I rancori del passato e gli ideali del presente convergono in uno scontro fratricida che ottenebra il confine tra eroe ed antieroe.

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Autori: Roberto Recchioni (soggetto e sceneggiatura), Matteo Cremona (Disegni), Annalisa Leoni (colori), Massimo Carnevale (copertina)

Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore

Genere: Fantascienza

Provenienza: Italia

Prezzo: 4,50 euro

Data di pubblicazione: 16 luglio 2014

Si è detto tutto e il contrario di tutto a proposito di Orfani, la serie di fantascienza della Bonelli scritta da Roberto Recchioni, ideata graficamente da Emiliano Mammucari e giunta a due numeri dal termine della prima stagione. Prodotta con il più alto budget mai stanziato per una serie a fumetti e realizzata interamente a colori, caso unico nella storia della casa editrice, la testata è pensata come prodotto non convenzionale per i canoni bonelliani ed ha come target di riferimento i teenagers ricorrendo ad una narrazione asciutta ed essenziale, resa ancor più sintetica dalla suddivisione di ogni albo in due linee temporali, passato e presente, costellate da massicce dosi di action ed efficaci colpi di scena.

Recchioni, prolifico sceneggiatore romano, attualmente in forza alla Bonelli anche come direttore editoriale di Dylan Dog, ha sempre prediletto la forma al contenuto. Meglio ancora, affinando col tempo le sue qualità di metanarratore, ha fatto sì che la forma diventasse il contenuto stesso delle sue storie. I personaggi risultano quindi concettuali, con una caratterizzazione ridotta all’osso ma sempre ficcante e ragionata.

Mescolando suggestioni estetiche da svariate opere di fantascienza care allo sceneggiatore, siano esse letterarie, fumettistiche, cinematografiche o videoludiche, la concezione grafica di Mammucari, che ha fatto da guida a tutti i disegnatori della serie, è fortemente stilizzata mentre il colore funge da mezzo espressivo fornendo maggior profondità e coinvolgimento emotivo per il lettore.

Inizialmente la serie si è tirata addosso parecchie critiche per la raffigurazione stereotipata dei protagonisti e per una trama che sembrava fin troppo banale: soldati del futuro diretti su un pianeta alieno per sconfiggere gli ostili indigeni che hanno attaccato e distrutto quasi del tutto la Terra. Gli autori avevano però messo in guardia i lettori: niente è come sembra. Con le terribili verità rivelate nel giro di pochi numeri, infatti, è emersa la vera natura del racconto. Un’opera cinica, nichilista e antiepica che non lascia spazio alla speranza.

Una guerra fasulla, soldati alla stregua di marionette esecutrici di una dispotica legge marziale, dilemmi etici e morali tra obbedienza all’ordine e libero arbitrio, lottare per la verità o sostenere una menzogna per un bene superiore. La linea di demarcazione tra eroismo e antieroismo viene a farsi ancor più labile in questo decimo episodio della serie nel quale i drammi interiori dei personaggi sembrano portare ad una frattura insanabile.

Nella prima parte dell’albo, ambientata nel passato, gli Orfani devono soccorrere due squadre catturate dai ribelli in una zona demilitarizzata. Le figure plastiche di Matteo Cremona si muovono in una Atene illuminata dal suggestivo tramonto di Annalisa Leoni che pare farsi metafora del decadimento a cui stanno andando incontro i protagonisti. Il disegnatore spettacolarizza l’esplosione di iperviolenza a cui i lettori hanno ormai fatto l’abitudine ricorrendo a vari espedienti, non ultimo le armi che strabordano dalle vignette in un divertente effetto 3D.

La storia si concentra soprattutto sul rapporto tra Sam e Ringo, innamorati seppur divisi da un opposto senso della morale. Il conflitto tra i due culmina nella seconda parte dell’albo ambientata nel presente. Le spiagge assolate in apertura della storia lasciano qui il posto ai freddi interni dell’astronave ancora lanciata nelle asperità siderali. Gli spietati occhi verdi della Mocciosa emergono dall’ombra che riflette il baratro oscuro della sua anima. Lo scontro con Ringo esplode tra luci artificiali rosse, emanazione sanguigna di rabbia e passione.

Di contro, il faccia a faccia tra Jonas e Juno è congelato da luci che sfumano dal blu all’azzurro a suggerire il trionfo del freddo raziocinio sull’ardore della violenza. Sugli stessi contrasti gioca la copertina di Massimo Carnevale, forse la più bella della serie finora, nella quale i volti di Ringo e Sam sono scaldati solo dal sangue delle ferite.

Tutto diventa più complicato. I legami sentimentali delle due coppie sembrano contraddittori. Dove sembra esserci amore forse si nasconde l’ipocrisia. Dove sembra esserci odio pare celarsi la passione. Anche la condotta etica dei protagonisti si fa più controversa laddove chi ha scelto di lottare per la verità la persegue attraverso azioni immorali e viceversa. Lo scontro fratricida prosegue e si ha la sensazione che, alla fine, ne resterà soltanto uno.

Voto: 8,5

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